589 padre dii conte Cristoforo, in uno castello in la Croa- tia chiamato.....insieme con il conte Bernardin di 1’ Antignola fo nepote dii signor Borlolo, et sier Alexandro Marzelo di sier Zuane, era podestà di Marini. Bor per contracambio di dito Manfron, fu preso darli Bannibal d’Altan et cussi fo cavato di Cabioni, et andò a Trento con seguila di tiOOO raynes per far questo contracambio ; el suo padre non lo voi dar. Bora gli è stà porla lelere di l’luiperador, dii Cardinal Cuneense, dii Senato di Yspruch, dii vescovo di Trento drizale al conte Cristoforo, tutte esortatorie a far che lassi dillo Julio Manfron. TJnde la Signoria mandò questa matina sier Zuan Antonio Dandolo dal dito conte Cristoforo in Toresclle, qual si slà con sua moglie, con dite lelere, exorlandolo * scrivi per la sua liberatimi; qual andato, a la prima il prefato conte Cristoforo denegoe, dicendo voler esser etiam lui liberato, el non valse alcuua persua-sion li fosse fata; il qual si slà ivi con soa moier; la qual letera di l’Imperador, drizata a dila contessa, la vidi data a Menstrich a di 8 Zcner, e cussi quella di suo fradello Cardinal Curzense, e li scrive : a la ben nassuda Polonia conlessa di Frangipani, in la mansione. In questo zorno, post prandium, redule le do Quaranlie criminal et civil, da poi auto ogni zorno da 3 di questo mexe fin ozi etiam mollipostpran-dii per il caso di sier Bironimo di Prioli qu. sier Ruberto olim relor a Legena, intromesso per sier Zuan Antonio Barbaro fo capitauio e provedador a Napoli di Romania e synico suo, qual poi leto le scriture, parloe longamenle 4 zorni, el li rispose dq ¡¡orni sier Zuan Antonio Venier suo avochalo, qual ozi poi disnar compite; el posta la parte di procie-der per il dito synico, erano in tulio numero 70. Fono 33 di si, 33 di no, 10 non sinceri, lterum baiolata, 36 di si, 35 di no el 5 non sinceri ; non è preso alcuna cosa : a doman. A dì 18, la matina. Nulla fu di nuovo, nè di Romagna se intese alcuna cosa, solimi il campo dii duca Francesco di Urbin era atomo Pexaro; tamen tal nove era a bocha. Di Brexa, di sier Andrea Griti procurato)-, provedador zeneral, di 15. Di quelle occorenze, fanlarie etc. Item, zercha tormenti e altro. Di Verona, di sier Zuan Paolo Gradenigo provedador zeneral. Nulla da conto, scrive occo-renlie de li. In Quarantia Criminal e Zivil per il caso del Priuli, parlò sier Zuan Antonio Barbaro synico, et cussi ozi poi disnar. 590 Da poi disnar, fo Colegio dei Savii ad consulen-dum. Fo dito esser lelere di Ferara, in Bernardin Perdo fiorentino. Come il duca Francesco Maria di Urbin era intralo in Pexaro per forza con occision di molti, e il signor Renzo di Zere con altri capi erano intrati in la rocha, la qual per dille zenle di Francesco Maria era bombardala; tamen di tal nova non fo aviso in la Signoria alcuno di questo. El Colegio veramente fono sopra le petilion di oratori brexani, che sono capitoli numero 4‘2, et non fu alcuna letera. A dì 19, Zuoba di la caza. La malina vene in Colegio l’orator di Ferara per cosse parlicular, et alcune possession dii Polesene di Ruigo, eli’ el Duca le doveria aver etc. Item, disse di Pesaro non aver altra nova se non che era bombardato da le zente dii duca Francesco Maria, et altri diceva era a campo alorno Fano parte di le so zente. Veneno in Colegio sier Carlo Contarmi, sier Moisè 333 Venier el sier Luca Trun provedadori sora le aque, dicendo il bisogno di la terra che continue si va ale-rando, et esser necessario cavar il Canal granilo eie. over falò quel edificio eh’è in Terra nuova per cavar dito Canal grand®, eh’è bellissimo, ma bisogna danari ; per tanto richiedevano che li fusse provislo prcetcrea che le scausasiou furano li Provedadori sora le merchadantie di olicii di questa città, tutte sieno per deliberation di lo Excellentissimo Consejo di X con la Zonla date a l’oficio sora le aque per questo effelo. 11 Principe con lutto il Colegio disseno era necessario pensarsi di questo et si prevederla. Da poi disnar, fo fato la caza in piaza di S. Marco jusla il solilo. Non fu il Doxe, ma sier Francesco di Garzoni, vicedoxe, con l’orator di Franza, quel di Ferara, el quel di Rodi. Erano etiam li quattro oratori brexani driedo i Cai di X. Fu assa’ zenle in Piaza, ma nulla fu fato di hello. A dì 20. La matina vene in Colegio domino Piero Francesco di Bra, dolor, citadin veronese, fo uno di oratori, qual poi che li altri compagni, exceto do, rilornorono a Verona, lui restò qui. Per esser benemerito è stà impresonato, fateli pagar ducati 4000 et più poi confinalo alla Mirandola, come rnar-chesco, et parlò sapienlissimamonle e ben, adeo mosse a compassion tutto il Colegio, al qual darà in scriptis la sua suplicalione et sarà remuneralo. Fo lelere di Roma, di l’ Orator nostro, le ultime di 14. El il corier dice a boca eh’ el capita-ilio dii ducha Francesco di Urbin era a la Catholica, el par nulla liavia potuto far afari, et in Pexaro era MBXVII, FEBBRAIO.