315 MDXVI, DICEMBRE. 316 mandati. Poi li lexe lui Lutrech proprio una letc-ra di Fiandra al Re e quella dii Re a lui Lutrech, la copia de le qual saranno con queste. IH la Christianissima Maestà, date in Ambasci a dì 4, drízate a monsignor di Lutrech, qual comenea, Mui Cuxin, et li manda la copia di la lettera li scrive monsignor di Rochafort suo orator in Fiandra, per la qual el vederà presto sarà la conclusimi di lo apontamento tra lo Imperador e lui Christianissimo re, et fra 4 over 5 zorni aspela la risposta, con la conclusion e soloserition. Per lauto li manderà per uno messo a posta li capitoli; et quanto a l’alozar le zelile, li darà etiam ordine. E però è bon el conseja questa cosa con missier Andrea Grifi. E li manda uno suo homo 175' aposla ben instruilo dii lutto. Et in questo mezo voy far preparar li danari a Milan, che i siano in ordene. La letera di Zuan di Rochafort orator dii Christianissimo, data in Bruxeles a dì primo, drizata al Christianissimo re. Come in quella malina monsignor di Clevers li ha fato intender esser zonto la posta di 1’Imperador sotoscrila da sua man, qual dà libertà al Calholico re sotoscrivi a li capitoli etc. Et cussi aspcta zonzi monsignor di Orvai, per far la conclusion. Scrive, quel bon profeta dii cardenal Sedunense che fé’quella liga in In-gallera, perchè derogava a lo aponlamento dii Ca-tholico re con la Christianissima Maestà, lo ha cazado via de qui e non ha consentido. Et essendo il Re in consulto, fe’ chiamar l’orator inglese, è qui, dicendoli che ’1 suo oralor è in Franza non havea commission da Soa Maestà di far liga, ma era stà sforzado a far quello fece. Poi li hanno dito 1’ Imperador ave scudi 40 rnilia dal re d’Ingallera, per questo el voi che ’1 Calholico li resliluissa, et cussi li ha promesso restituirgli. In fin dice: « Sire, Dio vi dia bona vita »; e il Re dice : « Adio mio cuxin ». IH Milan, dii Secretario, di 10, hore 1S. Come quesla malina a l’aurora, mandò per lui e li disse aver auto letere dii Re da la corte, di 4, con l’aviso sarà d’acordo con l’Imperador, et manda la copia di la dita lelera. Item, lui Secretario ha ricevute nostre di 6; justa quello ringraziò el signor Zuan Jacomo di avisi di sguizari, alegrandosi etc. Soa signoria disse è bon servifor di questo Illustrissimo Stado; è vecliio, e morto lui sa la Signoria averà la soa posterità per ricomandata. Item, li capitoli fati con sguizari non erano ancora zonti. Scrive, questi di Milan hanno dalo la negativa al Gran camerlengo et Zeneral che li dimandono il lajon eie., dicendo non poter ni dover, perché il Re, quando dimandò l’anno passato l’altro lajon, li promise per anni 5 non li domandar più, e doveria Soa Maestà atender a scuoder le annate di feudatari dii sialo di Milan, et aver da quelli li ha donato de P in (rade dii ducato. La lettera dii re di Pranza data in Ambo-sa, di 4, drizate al marescalcho Triniti. Qual li scrive che ha concluso con PImperador el à acordato e pasalo lo apontamento; prega solicili la exazion di danari ha domandato a quella duchea e slado di Milan, perchè dia dar a’sguizari assai. In questa sera zonse sier Antonio Surian dolor et cavalier, stado orator in Ongaria anni 4, vien presoli di Maran, riscalalo per ducali 500, e Bal-dassar Spinoli suo secretano per ducati 100 et le spese, e di soprapiù tre maranesi erano in li Cabioni. È stato preson a Maran rnexi 3 zorni uno. Rectoribus Paduce. 176 Abbiamo cognossulo in ogni tempo per molli preteriti argumenli, quanto certa sia la fede et de-votion de quella magnifica et fedelissima cità nostra verso el Stalo nostro, che se siamo promesso et se prometemo de ley quello che se die’ da carissimi nostri. De qua è, che avendo la Signoria noslra sostenuto sì grave et excessiva spesa zà tanti anni ne la presente guerra per difendere el conservar tutto el Stato nostro ad universa! beneficio, ora che per la Divina clementia è successo lo apontamento con la Cesarea Maestà, mediante el qual siamo per aver la cità nostra de Verona, el bisognandone gran quantità de denari, ne è parso ben conveniente clic le fidelissime cità et lochi nostri ne porta suffragio, senza però lor danno et jaclura. linde abbiamo deliberato cum el Senato nostro, che quela cità magnifica cum le caslelle, debba prestar a la Signoria noslra in questo urgente tempo ducati 10 milia da averli restituiti in quel dazio, over dalii loro vorano di quella terra : la mità de la restituzion se fazi per tutto Panno 1517, et l’altra mità per lutto Panno 1818. Adunque, cum auctorità di dito Senato, vi com-nieltemo che, chiamato el Consejo di queli fedel nostri, prononzè quelle parole ve parino ai proposito; li declariate la soprascrita noslra deliberation, facendoli intender questo esser el tempo che abi ad com-probar tulle le operalion sue verso il Stalo nostro; al che certamente se dieno render prompti et presti, considerati quali benefilii et comodi sono per avere ritornala che sia la cità di Verona in mano la