203 MDXVI, NOVEMBRE. 204 Ztian Pillilo Martfron è venuto da lui a dirli domino Janus et domino Malatesla Baion hanno auto danari di la soa provision, e lui non, et ha uno mandato balotato in Colegio di ducali 1000, unde voleva li-centia venir a Venecia : però scrive è bon darli diti ducati 1000. Scrive, vien C00 in 700 sacomani nostri insieme, e di là di l’Adexe vanno facendo gran dani a le ville; et eri passò di,qua di l’Adexe alcuni ba-leslrieri con uno trombeta dii Governador, e hanno menato via molti animali tolti per forza, unde inteso questo, mandò a recuperar dilli animali, et si non era Paulo Camillo Triulzi nepote dii Governador, feva apicar uno frombola. Item, manda letere di do conleslabeli, Vizenzo Rizo et Vizenzo da Novara, mandati a Manto« per far descargar i sali di burchi et condurli a Brexa per terra, justa le lelere di la Signoria nostra. Item, scrive Verona patisse assae, vai ducali 5 e! sacho, che è minali tre. 1 ® Di Franca, di VOrator nostro, date in Am-Iosa a dì SO Octnbrio. Come visitò la Illustrissima Madama ; si alegrò dii parto di la Serenissima Re-zina, poi li parlò di Pacordo si trala. Soa excel-lentia rispose il Re averli dillo ogni cossa, e lauda la risposta di la Signoria, dicendo il Re non mancherà de far ogni cossa, et ha scrilo a Lutrech non si movi e vedi de aver Verona. Poi esso orator li parlò del cardenal Sedunense andato in Ingal-tera per far male operation et tratar una liga de l’Imperador, il re di Castiglia e quel re di Anglia con lassar luogo al Papa et a’ sguizari a intrar, qual si dice è conclusa, et si aspetava in lngallera uno episcopo orator dii Papa. Soa excellenlia disse di questo aver parlà al Tricharicho oralor dii Papa, dicendo il Papa fa mal a soportar li soi car-denali siano causa di meter queste discordie, e tutti i mali si fano è cardenali, nominando questi, Cur-zense, Eboracense, Yspano et Sedunense, dicendo non sa il Papa l’Imperador li voria tuor lutto il Slado suo e lasarlo solo col spiritual; il re Ciitoli-co è nepole di dito Imperador; il re d’lngallera è molto da lonzi. Qual li rispose, dito Tricharico, el Papa deva bone parole a tutti, et non li sepe risponder altro, non è vero sia Spagna, e si confida mollo in la pace jurata. Poi esso orator nostro li disse li odori erano zonti ozi, e batizà la fiola dii Christianissimo re a bore una di note con gran lorzi. Di oratori li è siati solum el Tricharicho e lui nostro, et a le (iole è uno compare et do done, a li fioli dii Re do compari e una dona. È stato compare bora monsignor di Ravasten oralor dii Catholico re, el l’ameda dii Re so sorda dii pa- dre et moglie di.....e madama Reniera, sorela di la Raina moglie. Et lo batizoe il reverendissimo cardenal Luzenburg, nominata Cariòta. E questo si dice l’hanno fato per plauder al Catholico re, che ha nome Carlo. Scrive aver auto letere dii claris-simo Grili, di 22, con avisi. Dii dito, di 31 ivi. Come ozi non ha auto da negoliar, perchè la Illustrissima Madama li mandò a dir li porlasse li odori et il quadro per la duchessa di Nason so’ fiola. E cussi andoe e li mostrò il tulio ; qual erano gran numero et belli odori, adeo sleleno fin sera. Volse soa excellenlia veder lutto. Era la Raina e fiola presente; il quadro laudò molto, et madama di Nason dimandò di chi era dipento. L’orator li disse esser fato per man dii primo pytor de Italia. Et li pater nostri di a-bracan laudò surnmamenle; e cussi il profumego, qual ne fece il modo di operarlo, dicendo averlo molto grato, et ringratia la Signoria. Poi avendo inteso esser zonte letere dii Gran bastardo di Sa- 1 voia so fradelo, dimandò si havia nulla di novo; li disse aver, sguizari sarano tulli col Re. Item, è lelere di Fiandra, disse. Monsignor di Lovar e il presidente Olivier, eh’è i primi oratori andati al re Catholico, scriveva dii zonzer suo molto honorata-mente visli ; ma non haveano potuto esser col Re perchè si feva li Stadi, come si suol far qui in Franza. • Dii dito, di primo Novembrio. Come havia auto letere dii secretano di Milan, de 25, con la letera dii Barbaro capitanio dii Lago, zerclia l’aviso di le zatre prese. Poi, a mezo, dì ricevete letere di 23 di la Signoria nostra, dii provedador Griti di 23, di Milan di 26. Rispose, zercha il teritorio di Verona rimagni in le man di la Signoria come l’è, seguendo Io acordo. Dice non achade far questo, perchè se intende, e si Riva e Roverè erano solo Verona, non si parlava. Lutrech fo causa di questo. Item, l’avisa sguizari non siegue l’acordo, poi levà li e-xercili di Verona. Ozi, il Christianissimo re, per esser dì solenne di Ogni santi, fu a messa, poi segnò li amalati di scrovole; qual per aversi convenuto confessar, ha disnato in loco secreto dove pochi si admete, pur lui vi andò. Scrive, hora il Gran can-zelier zonse qui, dicendo esser venuto in pressa, per la pralicha si Irata, et li dimandò se havia nova alcuna. Li disse di le zatre etc. Li rispose le cosse di Verona passerà bene. Poi lui orator li parlò, dicendoli le nove dii Sedunense andato in lngallera. Li rispose il Re si