607 MDXvir, febbraio. 608 inon. Fanno queste lettere per liaver viluarie. Li hanno risposto in bona forma, et manda incluse le lettere et la risposta. La lettera dii capitanio di Riva, è di 18. Scrive zercha il Iodio di Tignai. Itern, per un’altra 342* di 21, scrive dolendosi di danni fatti ad alcuni di Riva per una barca nostra, toltoli una scatola di confeto, specie et certo bombaso. Item, lo episcopo di Trento scrive, di 17, si lassi andar chi voi hinc inde securi, e portar quello vo-leno etc. Di Pranza, dii Orator nostro, da Paris, di 7. Come lui ricevuto 3 lettere di la Signoria nostra di 12, 15, 20 zerca conzar le cosse dii Friul con la Cesarea Maestà con darli qualche stimma dì danari, non specifìehando la quantità, e liaver i lochi lenivamo e darli li soi e cussi in l’Istria. Risponde voria saper il numero di danari, pur parlerà di questo con la Christianissima Maestà. Diman si parte monsignor il Gran maistro, il tesorier Rubertel et il presidente Olivier per andar a Cambrai etc. Dieno esser a dì 15 lì con monsignor di Clevers et gli altri oratori di la Cesarea Maestà et Catholica Altezza. E parlando al Gran maistro ricomandandoli le cosse di la Signoria nostra, li ha dito farà boti oficio, et non è da tratar di queste cosse adesso, ma atender a far la paxe di Nmperador con la Signoria nostra, perchè lo Imperador è pien di sospetto; dicendo il tempo adaterà le cose, et con dar danari a quelli stanno acanto Soa Maestà. Poi lo esso orator dal Re. Li disse questi vanno per metter ordine di lo abo-camento, et non sa quando el sarà, ne si ’1 se farà, dicendo : « Farò per vili come per mi proprio e come si fusse Procurador di San Marcilo ». Scrive, 10 agente di Monferato ha dito esser concluse le noze dii signor Federico lìol primogenito dii marchese di Mantova, eh’ è qui in Franza, in la Ila dii marchese di Monferrà di anni 8; le qual noze fo tratà quando 11 Re fo in Italia, che dito marchese andò a Mantoa dove da quel signor fo molto honoralo. Questa puta è Ila di una sorella di monsignor di Lanson cugnado dii re Cristianissimo, a chi aspeta questo regno di Franza. Di qui non si parla di altro che di questo abochamento, et di le cose dii ducha vechio di Ur-bin, e si desidera saper l’exito. Dìi dito, di 11. Ozi è partito il Gran maistro e li altri. Il Christianissimo re ò andato a la caza, starà come si dice per tre zorni. Dii dito, di 12. Come monsignor Ruhertet non è andato con li altri do per esserli venuti da l'redo 343 certi dolori, et li anderà driedo, et li altri doi vanno inlertenuti, aspelandolo in camino. Scrive, haver auto la quietation di scudi 20 mila e la serverà con lui. Et lo agente dii ducha di Geler li ha dito che in Frisia le zente dii re Catholico andate per tuor certo castello chiamato Simich, erano sta rebatute con oci-sion di 500 spagnoli. Di Costantinopoli, di sier Lunar do Bembo baylo, date in Pera a dì 10 Decembrio. Come a di 3 visitò il magnifico capitano di Galipoli, al qual si dolse molli navilii di nostri subditi erano sta re-tenuti per cargarli di monition e mandarli in Soria, cossa contraria a li capitoli et bona paxe; la qual cossa saria causa di privar il comercio di qui. Promesse lassarli e così ha exeguito. Partirà per Tripoli galie 10 et fuste 30 in 40 carge di monition e vi-tuarie etc., per il campo dii Signor. Hanno voluto una patente per Cypro e altri luoghi da lui che li sia dato per li soi denari viluarie et porto, et cussi esso Baylo ge I’ ha fata, e iamen ha scrito al rezimento di Cipro stagi riguardoso. Et quel capitanio ha ordina uno comandamento e patente a tutti li soi niun fazi danni a i lochi e subditi di la Signoria nostra, et ha scrito a li rectori nostri facino intender a tulli vengino di qui a negotiar, barano bona compagnia; cussi li ha diio quel bassà ch’è al governo di Costantinopoli. Scrive Curtogoli e altri corsari vanno con la dilla armada. Da poi disnar, fo Pregadi a requisition di sier Zuan Dolfin avogador extraordinario, comandato si vadi in pena di ducati 10, qual reduto, vi fu el Principe, erano 8 Procuratori, Trivixan, Molin e Pixarii di Colegio, Gabriel, Corner, Foscari, Loredan et Ju-stinian, et poi leto il Consejo mandono fuora li parenti di sier Domenego Griti qu. sier Nicolò e di sier Zuan Emo e di sier Borlolo Moro, et li esaminati nel processo et quelli non meterano ballota. Dito sier Zuan Dolfin, per esser li soi collega sier Marco Foscari e sier Lorenzo Orio dotor a Treviso, per l’oficio, andoe in renga, et menò dito sier Domenego Griti el grasso, qual havia roba e tollo danaro a li Camerlenghi et comprà danari e tolto per mal niuodo ducati 1848,comedirá poi, e era oficial 343* al dazio dii viti, havendo intelligenlia con sier Zuan Emo e sier Bortolo Moro camerlengo di Comun, et con nomi supositi tolto ducali 400 a sier Alvixe Contarmi fo soracomilo, qu. sier Piero, dii suo eredito, senza soa saputa ni di soi fradeli, ducati 500 in nome di Lucha Burato, non havendo credilo, ducati 200 di sier Jacomo Trivixan qu. sier Silvestro. Poi disse: sier Zuan Emo fe’ 460 parlide ne la fin di la cassa che non era in li conti porta in Colejo, et fo