150 MDXVf, NOVEMBRE. ICO Christianissima Maestà, qual era in una sala con il cardenal de Libre! venuto novitcr a la corle, si alegrò con Soa Maestà dii parto di la Christianissima rezina ancora fusse una fia, perchè sperava haria assae lioli; poi li disse aver lelere di la Signoria, che li achadeva esser solo con Sua Maestà. Quella si levò subito e ¡indù in camera, e lui orator driedo, dove li disse la continentia di le lelere nostre. Soa Maestà li piaque assae, el li ordenò fusse con monsignor il Gran maestro, et si faria la islruzion in bona forma a li soi oratori sono aprosso il Ca-Iholico re, videlicet monsignor di Ueval, il presidente de.....et il secretano Rizardo; et laudò molto di la risposta, dicendo lui mai è per mancar a la Signoria nostra. Poi, lui orator li comunichò le letere dii baylo di Costantinopoli, di le 250 ga-lie fa far il Signor turco, qual è in ordene. Soa Maestà dise : « Questo è assa’ numero, ma bisognando se li corrisponderà ». Poi l’orator persuase Soa Maestà a scriver a monsignor di Lulrech, vedi di aver in questo mezo Verona. Disse lo fava perchè tanto meio poi se faria la pace con Nmperador, e dii termene voria abreviarlo in un mexe. Poi chiamò monsignor il Gran maestro, con il qual parlò un pezo. Et partilo, esso orator parlò al Gran maestro, dicendoli si la Christianssima Maestà li havia conferito li rasonamenti fati. Rispose si, ma non tutto, et 90* li disse doman saremo insieme et si farà la istruzion perchè ancora non era zonto Rubertet, et scriveras-se a monsignor de Clevers che governa il stalo del re Catholico, aziò siegui il desialo nostro. Dii dito orator, di 29. Come sutnmo mane fo dal Gran maislro, et scrive coloquii auli, el letoli la teiera di la Signoria. Laudòsummamenle tal risposta, dicendo il re Catholico non inganerà il Roy, et desidera far questa pace di la Signoria con l’Impera-dor e il re d’Ingaltera. Li ha scrito che ’I Christia-nissimo re non voi dar li 60 mila franchi annuatim, che è l’intrada di soa sorella Maria, fo moglie dii re Lodovico defuncto, pregandolo voy esser con lui ad ajularlo a fargela aver dita annual pension ; et fato consejo, erano di quelli voleva ajular il re d’Ingalte-ra, dicendo per questo non esser roto lo apontamen-lo. Soa alteza rispose non voler esser contra il Chri-stianissimo re. Item, scrive come era zonto monsignor Rubertet. Scrive coloquii aulì insieme. Et che monsignor di Lulrech non mancherà, dicendo non si moverà li exereili di Verona, se prima non si babbi dita terra: el cussi cri la Christianissima Maestà li promise. Et il Gran maislro disse, zercha i lochi di l’riul, non so si ’1 re Calolico babbi mandalo, e non havendo, per questo non si resterà, che poi fata la pace meglio si farà il contracambio; e dii tempo voi veder di abreviarlo. Item, scrive è zonto letere di l’orator d’Ingaltera, qual manda. Li avisa di certa liga si dicea de lì, l’Imperador, il re Catholico et esso re di Anglia, e il Papa intrarà. Item, a dì 16 esser zonto lì il cardenal Sedunense. L’orator andò dal Christianissimo re dicendoli lai nove. Soa Maestà disse di liga non è nulla; ma ben è zonlo questo cardenal li, andato per far qualche mal eie. 91 Item, manda la copia di la istrulion aula da Rubertet. Scrive non aver visita la Illustrissima Raina, per esser ancora in leto, nè la fia madama di Lanson. Domenega si batizerà la fiola nasuda ; poi la Christianissima Maestà partirà per Bles, et anderà tem-porizando fin vengi la risposta dii Catholico re. Scrive, chi portò la islruzion li disse, da parie di Ruberlet, si aricordasse la Signoria mandar li mu-scatelli per il Christianissimo re. Item, è zonto lì a la corte domino Antonio Maria Palavisino stato orator a Roma. La istruzion fa il Christianissimo re a li oratori soi è apresso il Catholico re, nominati, numero cinque, ut in ea. Primo, insti in lo acordo Verona e il veronese tulio resti in man di la Christianissima Maestà, per manco tempo si poi, da esser poi consonato a la Signoria con darli quelli danari etc., e instar manco numero e in più longi tempi, et non polendo, insteno metervi uno per la Christianissima Maestà et uno per Soa Alleza a lenirla ut supra. Item, vediuo Roverè e Riva resti a la Signoria, el non possendo, uno di loro almeno, e restando, sia per pace si non per trieva. Item, di lochi di Friul, vediuo che Gradiscila, Maran, Tulmin et la rocha di Bulistagno siano contracambiadi con quelli lochi tien la Signoria di l’Imperador, che è di più utilità de li sopradili; ma non potendo otenir questo, per questo non si resti concluder, atendendo abreviar el tempo el li danari, e più longi termini. Questo è il sumario di la dila istruzione, la qual, insieme con altre letere di Pranza, fo lede per Alberto Tealdini ozi in Pre-gedi, Irate di zifra ; ma quelle di l’orator nostro in Anglia non fono lede per non esser trale di zifra. Fu posto, per i Savii e Provedadori a trovar 91* danari, atenlo el bisogno dii danaro, per questa volta sia elelo nel nostro Mazor Consejo per qualro man di eletiou Podeslà e Capilanio a Meslre, Conte a Curzola, Podestà a Budoa, Tesorier in la Patria di Friul, et Calaver ; la qual parie non se intendi presa si la non sarà posta el presa in Gran Consejo: ave 11 di no, 167 de si el fu presa.