507 UDXVII, GENNAIO. 508 Manloa ; el come lui provedador Grili habia dalo la letera di la Signoria a Lutrech, qual leta, ringra-tiò inolio, oferendosi molto etc. Scrive, acompugnato ara sua signoria, lui provedador Grili, lino a Cremona, voi andar a Bergamo, el voria se li mandasse di qui una libertà di poter conzar zercha il tuion e Pim-presledoetc. E scrive lui Zuan Paolo Gradenigo, partito sarà Lulrech con francesi tulli che tuttavia par-teno, atenderà a far intrar dentro le nostre fanlarie et proveder a la custodia di castelli et porle el di la terra insieme col Governador. 279 Da poi disnar, fo ordinato far le exequie dii Canzelier grando, domino Francesco Fazuol dolor. Et prima, questa matina, il corpo fu Irato di caxa dove l’abitava, che fo de sier Lorenzo Justinian, et portato in chiesia di San Moisò solo un baldachino falogli per la scuola di S Marco, era vestilo di veludo cre-mexin per non esser in iscuola, et libri atorno il cadatelo; non era desfato, pareva el dormisse. Et re-duta la Signoria, vicedoxe sier Andrea Baxadona el consier vestito di scartato, e la Signoria in paonazo, e li altri lutti di negro, era Porator dii Papa e l’ora-lor di Furam, quel di Pranza per non esser sano non vene, erano 6 Procuratori : sier Nicolò Michiel, sier Tomà Mozenigo, sier Zacaria Gabriel, sier Domene-go Trivixan, sier Alvise da Molin, sier Lorenzo Lo-redan dii Serenissimo, poi altri palricii zerca . . . , Ira li qual Io Marin Sanudo era. Et in chiexia di San Marco in coro fo principiato le exequie solile di le Nove Congregation calonegi di San Marco, e il corpo, alorno dii qual erano marinari con torzi in mano et Jesuati N.... con torzi in mano, et li secretari erano con mantelli, et assà corososi sentali con la Signoria, videlicet il fio di suo fradelo ealtri parenti con panni in lesta n. 8, poi altri zerca 20 con mantelli curii. Et ussita la Signoria di chiexia, Pacompagnono a S. Stefano dove era preparalo uno eminente soler in mezo di la chiexia, come Doxe, con le sue arme, dove il corpo fu posto, qual si melerà in una cassa e sarà portato a sepelir in deposito a San Cristoforo di Mura n, dove si farà una capei la e la sua archa. Ivi etiam è scpulto domino Zuan Dedo fo canzelier grando, in una capella fata far per lui, ipso vivente. Bor reduti in coro, fo recitata la oratione funebre per Bamusio, che è uno de’ segretari nostri di Colegio, et in vita sua amicissimo ; qual fo bella, laudandolo assai e li soi progenitori. Et compila, la Signoria tornoe per tera a San Marco. Questo Canzelier ha vissuto anni 3, mexi 10 di ... . Fu a queste exequie, de li secretarli sarano nominati in suo Iodio, tre : Gasparo di la Vedoa, Alexandro Capella el Zuan Balista di Adriani, e tre non vi fu, Zuan Piero Stella, Nicolò Aurelio et Alberto Tealdini. A dì 22, la matina. Vene in Colegio uno ora-lor dii conte Bernardin Frangipani, con lelere di credenza in nome di do oratori, qual disse il compagno, lui e il cavalo, per le gran buore et fredl, per esser venuti per terra, in camino è morto, però è venuto lui solo, suplicando la liberation dii conte Cristoforo fiol suo, voi dar pegno li sui castelli, e che segyrtà voi la Signoria eie. Il Principe li disse, ch’el conte Cristoforo era sta ben tratalo da nui; ma mon-strava podio amar la Signoria et averla disobedita, et che eramo stà conienti che sua moglie l’andasse a visitar; qual andata, non voi la torni indrio, usando stranie parole, et che questa soa disobedientia non meritava fuxe exaudito etc. Dito conte Cristoforo è con soa moglie e stassi, nè voi la si parli, et sier Zuan Antonio Dandolo provedador sora presoni, vene in Colegio a dir havia vardato in questa guera, zà anni selle, 1200 presoni e niun era scampato e tulli si laulava di lui ; bora non voleva più lai cargi, e si scusa cli’el non poi più, il conte Cristoforo voi far a suo modo etc. 11 Principe lo exortoe a star ancora in dito ofreio, per il qual el vien in Pregadi per parte presa nel Consejodi X, et fo ordinato seguir le vardie in Toresella do fiate, e cussi le barche dii Consejodi X al Ponte di la Paia, e non lassar andar miedegi alcun da lui. Fo divulgato per la terra, iamen non era lelere in Colegio, come li fanti spagnoli usciti di Verona erano stà retenuti in mantovana dal dueha di Urbin vechio, qual voi andar a recuperar il suo stado tolto per il magnifico Lorenzo di Medici nepole dii Papa, dal qual in concistoro è stà inveslido. Questo ducha di Urbin vechio è zenero dii marchese di Mantoa, e cazado dii stado fu lui e la Gola recevuti e datoli provisione dii viver, e stava a Marmaruol, licei il Papa scomunicasse chi li dava racapito, favor etc. et il Marchese si scusò non poter negarli per esser suo genero. Di Spalato, di sier Mafio Michiel conte e capitanio, dì 9 Dezembrio. Come scrisse per avanti, turchi molestavano e depredavano quel teri-lorio; bora è venuti non come ladri ma con hoste, videlicet questa malina veneno turchi a uno castelo di questo Arzivescovo, zoè cavali 100 e fanti 300, zoè pedoni con schiopeti, arebibusi e scale et scalono il muro e il spiron; per il che, inteso questo, esso conte per una guarda sua lien continue fora, subito mandò alcuni fanti e homeni per barca a ditto castello per darli socorso, sichè quelli del castello si difeseno