191 HDSVI, NOVEMBRE. 192 non si babbi Verona o per acordo o come si voia, e cussi si era restati con Soa Excelenlia; bora il vede una nova richiesta, e sul bresan è impossibele alozar dite zente, per esser tutto ruinado. Lutrech disse li è forzo mandar 400 borneni d’arme di là di Menzo ad alozar, mia 15 in l(i lontan di qui fino habi lettere dii Cbristianissimo re, aliter si convien levar e andar via. Il Governador nostro nulla disse; ma quando è separato da loro, dice lui Provedador ha raxon, et scrive francesi non voleno dar danno a la dycea di Milan, et le zente dia aver dal Re 6 quarti-rolli, zoo lai compagnia, perhù voleno dar tal cargo al bresan di alozarle, perchè Lutrech li disse, parlando di lo acordo si trala, come el sperava seguirà ma ben scoreria qualche di. Et pensa haver li 16 mila scudi per li 6000 venturieri, e li disse, levandosi quelle so’ zente, bisogneria far passar di qua di l’Adexe 600 homeni d’arme nostri in locho di questi si leverano, et cavali lizieri per melerli a le scoile. Et inline Lulrech li disse : « Scrivete questo a la Signoria, aziò la sapi, che poi quando mi leverò, non li pari stranio ». Di Verona à avisi, stà con aspelation segui lo acordo eie. ltem, scrive si mandi danari perchè li tesorieri francesi, benché li promise aspelar 3 zorni, hora dicono bisogna averli per pagar li ditti venturieri, quali li molestano. Scrive, voi mandar a aver Lodron el brusarlo, e ha il modo di averlo. 11 Dii conte Mercurio Bua, data in la %illa de Pesana, a dì 7, drizata al provedador Oriti. Come eri sera, per una spia, ave il conte di Chariati era partito di Verona per andar a Trento ; la qual spia stentò a pasar al passo per esser mutata la guarda et gionse tardi. Undc, per veder di haverlo, 4 bore avanti dì si parli, e andò verso Roverè con li soi cavali et domino Zuan di Naldo, et do capi di fantarie, Maeone et Zuan da Como. Et zonti al passo de Peri, si scontrò in la scoria havia acompagnà el dito conte di Chariati ad Ala, la qual feno l'uzer a li monli, et intese il Conte predito con 12 cavalli esser pasato, ma non poteva esser ancora zonto a Roverè. linde li andono drio a Seravaie, dove trovono do bandiere di fanti a li qual feno resislentia i non passasene, el ne fo morti 15 de i nimici et do di nostri cavalli, sichè non poteno passar; et veneno scorando per li lochi dii conte di Lodron, fazendo gran danni, havendo passa l’Adexe di sopra a guazo, el feno preda più di 200 animali grossi. Poi andono ad Avi, et combatè quel locho e lo prese et messeno focho dentro e lo arseno, exepto una torre che per il foco non se li potè acoslar, ma lien chi era dentro siano arsi et sofegali. Qualro fanti fo morti a la bataglia, di nostri, et scrive si messeno a corer fino a Trento li cavali di nostri. Da Milan, di Andrea Rosso secretano, di 6, hore 4. Scrive come, dal signor Zuan Jacomo et il Gran canzelier et il Zeneral reduli, era venuto quel zentilhomo francese venuto per dimandar scudi 200 mila da’ milanesi, qual é stalo da monsignor di Lutrech, et ha portato soe letere, che missier Zuan lacomo parli a li gelphi e feudatari persuadendoli esser conienti pagar le rate, et il Gran canzelier et il Zeneral parlino a li gibelini. Et scrive, dito Lulrech a la fin dii mexe sarà qui, et almeno trazi 50 mila scudi. E di questo è gran murmuralion qui a Milan ; e il conte Ilironimo Triulzi fradelo dii conte Alexandro, dize pagerano tra loro scudi 4000 e non 11 voi pagar, e anderà prima in Castello in prexon. Poi missier Zuan Jacomo à dito questo è il so merito, e non ha danari ; li darà uno so’ Castello, lo vendi. ltem, à inteso, scossi questi, si meterà un taion di scudi 200 rnilia, e almen lo redurano in 150 milia. Et zonte le dite lettere di campo,essendodigran- ili * dissima imporlantia, li Savii andono nel Consejo di X simplice, dove era il Serenissimo e la Signoria, poi expediti i loro processi et lede le diete lettere, scrisseno in campo, et in Franza. È da saper, fo inlercepte alcune letere, le qual scriveva el signor Prospero Colona. Sumario e copia de una letcra dii conte Merco,- 112 rio, data in villa Pesana, a dì 7 Novembri 1516. Ileri sera mi gionse una spia : come lo conte de Chariali era partilo da Verona per andar in Alemagna; la qual, per essersi cambiata la guarda di fanti al passo del fiume, la nolle non potè passar, sol mollo tardo. Tutta via non reslasemo sta noie 4 ore manzi dì andar a la volta di Roveredo per veder di interciderlo se potevamo, et chiamasemo con noi domino Gioan di Naldo et due compagnie di fanti, Ma-chone et Gioan da Como. A buon malino, gioliti al passo de Peri, si sconlrono ne la scorta di todeschi et spagnoli haveano compagnalo il conte fin ad Ala, quali, subito ne scoperse, si dete a fuzer a la volta dii monte, et ne scamporono. Et perché, per alcuni villani, inlendessemo lo Conte, qual era restato con circa 12 cavalli, non potea anchor esser gionlo a Roveredo, se spingessemo expedilameute a Seravalle, dove al passo strelo fallane resislentia per dui bandere di fanti sono a quella guarda, non potemo passarvi, nè