309 MDXVI, DICEMBRE. 310 ne le denominatone de li piovani de questa nostra citì'i, et altri lochi del Ducato nostro i quali hanno questa prerogativa de nominar li piovani, se debba osservar quello che è sta sempre el consueto; che le faciano, vacante esse pieve, unita reai el solennemente per il capitolo de li parochiani congregati a tale elfecto, secondo la bona usanza tanti anni servala; nè altramente far se possa alo alcuno di tale denominatone de piovani, solo pena a chi soloscrivesse over prestasse lo assenso suo, operasse in contrario del modo consueto predilo, di perpetuo exilio de questa cilà et de tutte le terre et lochi nostri. Et tamen, tulio quello che fusse fato contra l’ordene presente, et cussi se ne fusse a questo di alcuna simele renun-lia over soloscriplione de pieve, de le qual non ha-vesse havuta ancora la possessione, sia el esser se intenda casso, irrito el de uiun valor, nè se li possa dar alcuna execulione. Et la execution de la presente parte se intenda comessa a cadaun di Avogadori nostri, senza altro Consejo. Et questo sia publicalo ad universal intelligentia de tulli. 11G, 38, G. Oratori nostro in Curia. Non prenderemo fatica in dichiarirvi, circa la e-leclione de li piovani de questa nostra citi ne la forma come necessaria ab urbe condita sempre obsérvala nel far de la solemne denominatone de quelli per li parochiani de la contrada, nec etiam in de-monslrarvi quanto importa che l’antica consuetudine sia obsérvala, però che el l’una da l’altra depende, et ambe sapemo esservi mollo ben note; ma perchè da poco tempo in qua vedemo esser dato principio ad introdur una maleel perniciosa coruptela, che alcuni desiderosi de succeder ne le pieve de questa cita, con mezi clandestini et iudirecti si fano reiion-" ciar quelle da li piovani propri viventi, et con diversi artifici studiano di haver da li parochiani il consentimento loro per via de rotoli et sotoscriptione, come se suol far in acordar i debitori falidi. Questo ad intender ne è sta molestissimo, però che, tolte simile renoncie, mandano in Corte ad impetrar bolle de la confirmalione, et già sentimo esserne stà fata qualche una. Che se tale stampa havesse a proceder, senza alcun dubio saria un meler confusione ne la ad-minislrazione et governo de le chiese et nel cullo divino, nel quale per imitar li mazori nostri ponemo tanto studio et diligentia quanta a molti credemo esser noia, aziochè, in quanto più possibel sia li pre- scidenti de le chiese nostre, sapendo de haver competitori, se aforzano per virtù et meriti farse degni sopra li altri eh’è a l’incontro : come si rompesse questo sancto ordene quodammodo quasi jure pa-tronatus da quella Sancta Sede concesso al Senato nostro, non più a virlù, non a merito per boni costumi, ma solamente se atenderia con vari et desor-denati mezi ad indur de li piovani a far renuntie et li parochiani a sottoscriplione, per venir poi su-biectivamenle a la confirmation ; la qual siamo certissimi, non saria stà facla ad alcuno, se di quella fossero slà ben intesi li grandi el enormi contrari sui. Per la qual cosa, volemo et col Senato vi come- 173 temo, che opportune narrala per ordene questa cosa el dimostrata la singular importantia sua a la Santità di Nostro Signor, la pregale instanlissimamente in nostro nome che si ad honor del culto divino per le raxon sopradicte, come per maxima nostra sali-sfaclione, la se degni obviar a cussi importante de-sordene, cessando et revocando le subreticie confìr-matione predite ; il che sarà conforme a la gran bontà de Sua Beatitudine, expedienle precipuo a la salute de le anime de tuta questa cilà, et quanto più dir se posa gratissimo al desiderio nostro. B. Cominus. A dì 13. Fo Santa Lucia. La mulina nulla fo da 174« conio. Solum teiere da Bassan di sier Antonio Morexini podestà e capitario, di 11. Con avisi, il conte di Cariati et Marco Antonio Colona andati a trovar PImperador, et a Trento è assa’ fanterie, parlile da Verona. Item, a Maroslega è zonto cerio jubileo portalo da alcuni frati di San Francesco, con conditoli la mila di la oferla sia della chicxia di San Piero; con altre particularilà. Et per Colegio li fo scritto non dovesse quel podestà di Maroslega lassar metter quello jubileo per cossa alcuna. Vene in Colegio l’orator dii Papa, domino Zuan Zorzi da Dresano, dicendo la Signoria li mandò eri a dir l’acordo falò, et desiderava saper il modo per scriverlo al Papa che ne averà summo piacer. Il Principe li disse era li capitoli zà intesi per Soa Santità; el era zonto il mandalo de l’Imperador a l’Ar-chiduca di sotoscriver. Da poi disnar, fo Gran Consejo, poche persone jusla il solito. (1) La carta 173 * è bianca.