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UDXVI, DICEMBRE.
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risposta di soe di 21. Scrive prima (ulte quelle li ha scrito quel mexe, et come lui ticn solicilato la Chrislianissima Maestà fazi monsignor di Lutrech con le zenle non si movi, et fazi ogni forzo di apro-pinquarsi a Verona, et si duol che non si operi di aver Verona. Il He ozi è andato a la caza. Item, ave lettere di 18 da Milan zercha le malvasie zontc, li scrive solicitando el mandarle, qual è molto desiderate.
   Di Zuan di Naldo, date in Crema a dì 7, drizate al provedador Oriti. Come, havendo inteso a Peri venivano certi somieri con vituarie per intrar in Verona, passò con 40 cavalli l’Adexe ben
5	volle, et Irovò apresso la Chiusa 35 somieri, quali li prese, che portavano biave e pani, porzi e bestiami in Verona; et alcuni fo laiali a pezi e con la roba tolta passono di qua di l’Adexe; e alcuni animali, non poteano far guazir, li lece dar 4 ferite per uno el rimaseno a la riva morti. Scrive convien tenir 12 cavalli il di et 12 la noie a la fazione di le rive continuamente eie.
    ]}il conte Mercurio, date a Ixola di la Scala, a dì 6 horc 2, drizate al provedador Griti. La copia sarà qui solo. Come hogi, due bore iminai dì, andoe verso Verona e apena potè far levar con lui cavalli 150, per esser lutti mal contenti, senza danari, et che schivano la fatica. Et avioe prima alquanti fanti per tirar fuori inimici, de’ quali ussite uno balaglione da cerca 300 fanti con certi cavali. Et scontrali in loro, se spicò di la compagnia Geor-gio Capoziinadi soa lanza spezada ben a cavallo in arme bianche, et passò con gran vigoria lo bata-glione di banda in banda, et essendogli slà morto al ritorno lo cavallo, qual ben videa ducali cento, restò per forza pregione, che altramente seria scapolato. Poi si alachoe lui Mercurio et li goi con loro et li rebutono fin al revellino combalcndo, amazan-. done di loro inimici da cinquanta et più, et ne pre-seno cerca 20; ben dicono dili presi che tutli hanno hauto gran sdegno de quelli morti, et che tra loro minaciavano assai, ma non però hanno auto ardire molestar quel noslro slratiolo preso, nè lo fariano per beu assai, che ben seriano poi refati al doppio. Uno cavalier di nostri è slà passato de parte in parie de uno schioppo, et lo capitanio de bandiera ferito a la boca de una pica, et similmente lo lochole-nenle di esso Mercurio, che è suo nepole, nel cela-done, benché non li ha intrato la lesta che lo ofenda tropo.
     Iteferiscono alcuni iiispani di diti pregioni nostri, homeni di buono aspetto, che i lancinech et loro
 yspani haveano l’altro dì fatto consiglio in Campo Marzo, et che fu deliberato per tulio hogi expectar certe page, el che tutli i patroni di le caxe dove a- ICO logiano li havessero a far le spese o darli un marcelo al dì per uno, et non li hessendo a zio aleso, dieno esser in sua libertà: il che hogi fin mezo dì non haveano ancor havuta; ben aspelavano di hora in bora certi danari el panni haveano mandalo la note pasata con diece bandiere a levare al passo di Peri. Sono lutti solo sopra in gran svario e in gran procalio.
    A dì 10. La malina fo lettere di Costantino- ICO* poli dii Baylo nostro, date in Pera a dì 8 Oc-tubrio. Come a di 17 Seplembrio, per messo spazate a posla per via di Ragusi, scrisse di la viloria à auta quel Signor; poi per olachi venuti, si ha inteso il Signor turco mandava verso Damasco gambeli.. e spachi 700 con artiglieria e vituarie. Et scrive queste nove dii campo non si sa da altri che per il venir di questi olachi. Item, di armata non si parla: il capitanio di Gulipoli ha mandalo a far le galie tirate in terra stiano preparale del tulio. Item, scrive e solicita si mandi li ambasadori al Signor. Item, li ducali 1200, acciò si possi liberarsi di le usure, che fo quelli dete a sier Leonardo Justinian suo prede-cessor, et è il tempo passato di 4 mexi di ducali 900; et aspeta li ducati 2500 per poterlo liberar, altramente sarà retenuto etc. Item, li rasi e damaschini, come scrisse, in loco di quelli fo dati al capitanio di Galipoli, qual fece relenir il suo dragoman e slar
 10	zorni, e lo voleva far bater, et si non era il magnifico Peri bassà, non era liberalo. Item, li panni di zucaro richiesti, perchè non voi più che ’1 sia truto dii suo conto, come fu fato per li 3 Savii, che partila non li fu trata che non li fosse dii suo sangue proprio, e chi voi aver ben in quelli paesi, bisogna donar. Eri parli il schiavo di questo Signor, vien a Venecia per notificarli la viloria aula, va a la Valona: à scrilo a Corlu li provedi di pasazo. Questo à una calarala ne l’ochio, si voi venir medicar a Venecia. Scrive, il Signor per questa invernata non si aspela de fi, el a do mamaluchi signori dii campo dii Soldan, vene da lui, li à manda a li confini di Hongaria in Bosina e datoli do sanzachadi. Scrive, per uno olacho venuto, si ha, il Signor turco aver aulo Damasco pacif ce. Item, per sier Alvise Griti dii clarissimo domino Andrea, vien per mar con nave, à scrilo copioso.
     Tuta la lerra, inteso questa nova, fo aliegra che Damasco non fusse posto a saco come fo dito prima: et per Colegio fo terminato far li oratori al Signor turco il primo Pregadi.