499 MDXVIt, GENNAIO. 500 domino Paulo Zanche doctori, li qtial volseno ex-poner la sua imbasata con li Capi di X, et fo terminalo aldirli da malina. Veneno li oratori di Chioza, dolendosi che per la ripresaja hanno conira di loro et la scomunichation za tanto tempo papal in quella terra etc. è sta retenuti in la Marcita verso Pexaro etc. suplicando fusse provisto. Et fo ordinato scriver a Poralor in corte. È da saper : sier Marco Minio, va oralor in corte, ha mandato via le sue robe, el lui voi partir a dì .. de l’istante. Va suo secretano Hironimo Dedo, el qual etiam fo con sier Piero Landò. 272 Vene uno nepote, fo di papa Pio 111 senese, di caxa de Picolltomeni, fiol di uno fradelo, qual per le parte è foraussilo de Siena: era vestito da soldato. Disse la soa fortuna, suplicando aver licenlia di le arme, voi star nel Dominio nostro e dar se-gurlà di non ofender altri ma difendersi lui; et fo ditto se li concederà. Item, voi certi danari dal ferier di Martini li dete per alcuni cavali comprò e la Signoria non volse fosseno trali ; et sono zer-clta ducati 30. Fo ordenato far da matina venir dito Martini in Colegio per questo. Da poi disnar, fo Colegio di la Signoria e Savi, per far la pruova di G dieno esser balotati Can-zelier grande in Gran Consejo. Et fu falò parentado di sier Zuan Malipiero qu. sier Ilironitno, qual il zorno si publicò la trieva, che fo l’altro eri, mandò una sua ita in sier Marco Antonio da Leze qu. sier Francesco, et fo assae procuratori e allri patrizi, et fo compite dite noze e fato parentado a San Zane Polo in cita’ di Lorenzi. Etiam in quel dì si mandò sier Andrea Lo-redan qu. sier Bernardin in la fìa qu. sier Polo Trivixan da San Beneto; Sabado si farà il parentado. Et eri etiam fo fato uno altro paro di noze ltonorevoli : sier Francesco Soranzo di sier Jacomo qu. sier Francesco dal Banco in la fia di sier Lorenzo Capello qu. sier Bernardo, dota ducali 15000 d’oro, 500 di Monte novissimo, et 500 di cosse, le qual si farà el parentà.....; sichè la terra si co- mcnza a far dimostrazion di le bone nove, l'amen fin bora, da Marzo in qua, computa queste tre pera, è slà fato pera .... di noze di zentilhomoni nostri. È da saper: a dì 18 di questo, fo il zorno fo publicà la trieva, fo terminalo per la Signoria con li Cai di X, in segno di letizia per le botte nove, revocar la parie che fu fata di non si poter mascherar. Bora si dà licenlia, con questo non si portino arme ni bastoni, in pena di star mexi 4 in preson etc. Di Verona, come ho scrito, questa matina fo leto in Colegio letere de li provedadori generali nostri Griti e Gradenigo, di 18, hore 4 di note. Come in quella malina, in la chiesa caledral, redulo lo illustrissimo Lutrech, il Governador, loro Provedadori e altri capitani francesi e molti cita-dini et populo, fo cantalo una solenne messa, in la qual chiesa era uno grandissimo populo. E compila la messa, fo publicà le Irieve per ntexi 18 con la Cesarea Maestà ; poi per il Caroldo, da poi fata lezer una scritura di lo illustrissimo Lutrech zerca far l’attnual eie. a di 15, et manda la copia di quella fo leta per il dito Caroldp a l’aitar grando, la letera di la Signoria patente che perdonava a tutti li veronesi etc., con grandissimo contento di lutti, cridando: Marco! Marco! lino li ciladini ad alta voce era là in chiesa piena ; ma ne l’uscir più piene trovono le strade che non si potea passar, dii che mollo francesi si meravigliono di tanto amor e fede di questo populo verso la Signoria nostra: imo fo portati in chiesa e per la terra sopra alcuni soleri con lapedi, alcuni San Mawlti di piera che erano 272* slà ascosi sodo terra, con letere alorno che dicevano, veritas de terra orta est et justicia de ccelo prospexit, et cussi tutto ozi in quella terra non è stà fato altro che rumori di jubili, Gridari Marco! Marco! soni di campane, trar schiopi e la sera far luminarie e fuogi. Molti ciladini, quali non hanno fato cussi bon oficio, non escono di casa per dubito che il popolo non li tagliano a pezzi. Poi venuti a caxa, lo illustrissimo Lulrech li man-dono le chiave di la terra per il locolenente dii baron di Berna, al qual li donono 100 scudi. Da poi disnar, essi Provedadori fono a casa dii Governador, dove veneno molli citadini, e uno di loro per nome di la comunità fece le parole, ringratian-do lo eterno Iddio esser ritornati sotlo il pristino dominio di la Signoria nostra, promeleudo fedeltà, con altre parole, e il Governador li rispose poche parole etc. Poi el Governador e loro andono da Lulrech, qual ha posto ordine da matina partirse ; el qual tutto ozi ha fato pagar le soe fantarie, e Titano licentiale. Scrive, quel popolo è in grandissima lelitia, el Governador et lui Zuan Paulo Gradendo è siati per compartir le stanzie per la terra per lo alozar le zente d’arme e fantarie; ma prima entrino, bisogna le fantarie francese escano, qual sarà doman; al che sono stà ocupatissimi. Scriveno, lo illustrissimo Lutrech averli dito saria bon la Signoria donasse a quelli capitani francesi e capi qualche danaro, come si suol far poi aquistado le terre,