125 MCCCCCV, GESNAJO. 120 fono a la Signoria, acompagnati da palricij ; non porlono letera di credenza ; uno di llioro feno una oralion latina. Erano benissimo vestiti, belli homeni, è uno vescovo e do altri seculari ; e li soi tutti vestiti di rosso, con capeleti in testa et uno penachio ; et conclusive bellissima legation. Dicitur bano cavali quasi tuti bardi etc. L’orator yspano pur fo a la Signoria, trata etc. Da poi disnar fo pregadi. Fo leto letere di sier Francesco Bragadim et sier Domenego Contarini, re-dori di Brexa, di la paxe fata de domino Lodovico da Martinengo, con domino Zuan Francesco da Gam-bara, per il qual fo mandato sier Lucba Trun, avo-gador, suso, per non aver voluto obedir sier Andrea Loredan, podestà, per caxon rii portar arme, dicendo era condutier di la Signoria nostra ; per la qual 52 cossa tutta Brexa si feno im parte di geltì e gibelini, adeo si renovò molte cosse. Or tutti ave, di sta paxe di queste fameglie primarie, et contrarie di factiom, grandissimo piacer; et cussi poi esso conte Zuan Francesco, cbe era qui, ave liceqtia di ritornar a Brexa, e non seguì altro. Di lioma. Di la grandissima carestia, e vai ducali 3 il staro il formenlo, e non se ne poi aver etc. Introno in la materia, fo secretissima el grande disputation; steno fino horre 4 di nolle. A dì 26. Fo gran consejo. Fo chiamato molti zentilhomeni, per.acompagnar domali li oratori di Poiana a la Signoria, a li qual è stà apresentali di robe comestibile. Fu posto, per li consieri, una parte di avochali per le corte, che de ccetero pngino tansa, et prima erano 16, hora siano 20, babino di le sententie, grossi 36 per 100 chi vadagna, chi perde la