MDXVI, OTTOBRE.
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    Roma, c Soa Sanlilà li ha risposto si conzi prima col re Christianissiino, e ii tempi sono aspri. Scrive co-loqui con Lulrech, qual li ha dito a Verona non si la tropo guarde: <r Una rnatina roberò la terra tre bore
32	avanti zorno. Io farò ogni cossa per haver la terra, si ben havesse letere che mi ordinasse levassi le ofese. Io dirò voglio aver aviso dii Christianissiino re di questo, et quando fosse a Milan, io faria eie. »
       Dii dito provedador Griti, di 12, liore. una di note. Come monsignor di Lulrech ha auto letere dii re Christianissiino, di G. Soa Maestà li scrive laudandolo non haver sbaraialo le zelile quando vene il socorso a Verona, e aversi reirato, e li scrive stagi fermo li con le so’ zelile. Scrive, l’acordo trala con li Cantoni di sguizari seguirà. Itcm, in Verona disse el Governador, erano G000 lanzinech, 10U0 spagnoli el 500 sguizari, et voleno ussir fuora e venir a trovar nostri, liem, Lulrech disse haver auto una lelera di uno prete è in Verona scrila in francese, lo avisa quella terra esser in gran calamità di viluarie. Item, manda la copia di la lelera dii Ite. Item, poi soa signoria illustrissima ave letere dii Re, di 7, qual etiam manda la autentica. Li scrive che non poi più manlenir la guera, e bisognava riposar, però parli a missier Andrea Griti, e li digi quello voi far l’Iinpcrador, et si risolvi la Signoria si la ò contenta di quelli capitoli, e lassarli Riva e Rovere; e dice non poi più pagar le so’ zelile, e si la Signoria 11011 voi l’acordo, le pagino lei ; et scrive i modi di l’acordo ut in litteris.
       Dii dito, di 18, hore 4 di note. Come fo da monsignor di Lulrech. Era con il Gran scudier signor Galeazo di San Severin et suo fradelo signor .lidio di San Severino; qual li disse, voria la Signoria rispondesse si la voi acelar lo acordo eie., con altre parole, dicendo bora mai li tempi si rompe, è bon prender parlilo eie. Poi il Gran scudier li disse in secreto, come è bon servidor di questo Slado, e che il Re non voi pagar più le zelile, el bisognerà omni-no si lievi. Scrive di uno Irombeta dii signor Marco Antonio Cotona è in Verona venuto da Lulrech a dimandarli salvocondulo per uno messo dii Calolieo re zonto in Verona, voi venir a parlar. Lutrech disse: « No ’1 voio far, poi scrivermi quello el voi », e lien slralagema dii conte di Chariali per dar so-speto i’ acordo babbi a seguir, e 11011 si lazi altro. Item, in quanto a spagnoli dia venir, disse siamoli conira a far i non passino Po: non voi più niuno ni etiam quelli ussiti di Verona. Item, sollicita la risposta di la Signoria, et scrive esso Provedador, el Governador nostro li fa bon terzo.
   A dì 10. La malina vene in Colegio Malalesla 33" Bajon condulier nostro, vien di campo di Albarè, qual è venuto. Dice non poi più star; dia aver cinque page dii suo servilio, poi voria la conduta fo di Pau-
lo	da Sanl’Anzolo, di liomeni d’arme . . , fusse data a suo fradelo Oralio. Il Principe lo charezoe, come-lendo a li Savii lo aldisse et expedisse.
    Non fo alcuna lelera, et licet fusse ordina far ozi Pregadi, era sera, parse a li Savii far Gran Consejo. el luor questo zorno di mezo, et aspelar letere di campo. Et fo mandalo per monasteri a far oration, et etiam ordinato dar elemosine di fermento, aziò pregino Idio per questo Stado.
    Da poi disnar aduncha, fo Gran Consejo, che a tulli parse stranio quando fu sentito sonar et che non era Pregadi. Non vi fu il Principe, et fu trovato ducati.... el il scurlinio e Consejo sarà qui avanti posto.
    Fu posto, per li Consieri, per il bisogno di danari, comenzar a far li XL ordinari a quatro per Consejo. Item, far per scurlinio capilanio a Bergamo, Provedadori sopra le camere, Camerlengo di co-mun, Sopragastaldo et zudexe di Proprio ut in parte, el fu presa: ave 590 de si, 231 di no, 3 non sincere. Et poi fo stridalo far il primo Gran Consejo Capitano a Bergamo, Podestà a Conejan el Camerlengo e castelan a Veja.
   Di campo, vene letere di sier Andrea Griti provedador, da Villa Franila, a dì 14, hore 3 di note. Come, per ussiti di Verona, hanno eri in Campo Marzo si reduseno li tedeschi el spagnoli in arme a consulto, per il che il conte di Chariali, dubitando, si reduse in Caslelvechio, et il Capilanio zeneral andò per parlarli, dimandandoli il servilo di raynes G0 mila, el li disse aslrcnzeseno la terra. Ri-sposeno non voler, perchè da la terra haveano auto el viver e vestir e le scarpe e danari, adeo si mes-senoessi fanti in tanto rumor, che bassono le piche, et fono quelli erano in Gimpo Marzo, et quasi a-mazono uno loro capilanio, et hano terminà mandar uno so’ homo a Trento a veder si è vero siano zonli 8000 raynes come diceano esser zonli. Qual tornato, ha referilo non esser alcun danaro, unde la lerra liavca chiama el Consejo suo, perchè el conte di Chariali li domandava li dili ducali 8000, zoè raynes, el quelli vien da Trento li renderano.
Et cussi doveano esser 24 capitani lanzinech, G capitani sguizari el G di spagnoli in diio Consejo, e le fanlarie lulavia erano redule in Campo Marzo
      (1) La carta 32* è bianca.