MCCCCCV!, NOVEMBRE. 470 A (lì do, fo il dì de’ morti. Ciliegio la mulina non si reduse, se non da poi li offìcij. Et fo ordinalo pregadi per lezer molte letere, el maxime di Con-slantinopoli, venute da Corphù, con gripo in questa matina. J)a Constantinopoli, di sier Lunardo Bembo, baylo, di 7 septernbrio. Come All! bassà, qual era con li paviom fuora di la terra, era venuto dentro dal signor turco a la Porta, ma non havia senta bassà, et era ritornato fuora a li soi paviom. El qual Alii veniva mal disposto conira la Signoria, per le fuste che mandò a fondi il Simitecoio in quella barulta, licet la galia Moro fusse stà presa, ma che esso baylo à provisto di carezarlo e lasentarlo, per via di sier Nicolò Zustignan, quondam sier Marco, quondam sier Bernardo, cavalier, procurator, el qual è tutto suo amico. Item, che à trato ducati 500 in li Coresi, spesi per bisogni, prega la Signoria li pagi ; e che ’l compie li tre anni questo octubrio, e per li capitoli non poi più star, perhò se li mandi il successor. Item, ha ricevuto nostre letere zercha i damili e depredatici! fate su quel di Sibinico, et là excusation di la Signoria per il brusar di Alexio da li habitanti; e che tulio comunicherà con li bassà etc. Di sier Vicenzo Capello, capitanio di, le. galie di Fiandra, date a Chajeri di Sardegna. Come a presso Malicha ditte galie trovono una nave zenoeze, qual, credendo fusse quella prese la nave Priola, volseno prenderla, e li homeni di la nave montono in la barcha, e a ridono in terra ; e la galia, patron sier Vetor Capello, quondam sier Lunardo, se li le’ a presso, e sui homeui montono su dita nave, e messella a sacho. El poi il capitanio, inleso era nave 215* di merchadantia e bon alar, e non corsari, feceli restituir il tutto, excepto alcuni danari disseno martellarli di le casse, tamen crede non esser vero. Item, che nel porto di Chajari di Sardegna havia spazà robe di le galie per ducati COOO, sì che vieneno car-ge et ricHe. Di Faenza, di sier Marco Zorzi, provedador, et di sier Domenego Pixani, cavalier, orator, con avisi de Ymola, de 27, 28, 29, 30 dii passato. Come il papa havia mandato domino Antonio da Monte, auditor et camerario dii papa, a Bologna, per persuader quella comunità a deponer le arme ; et che domino Zuane ceda et vada fora, salvo la persona sua et di soi, et salvo i beni, jure, possessi, et vadi dove el voglij ad habitar, excepto in le terre di la illustrissima Signoria nostra. Fo risposo pfr bolognesi : quanto a le arme, che le vole- no lenir per ihoro defensione, el che costavano assai danari, e uno a viso dice ducati 100 milia; e quanto a domino Zuane, che voleano el stesse in Bologna; et erano per esser sempre devotissimi de Santa Chiesia et sua beatitudine, per cl qual voleno morir, bisognando; et similiter disse domino Zuane, che volea morir in casa sua con li soi. 11 che il non-lio, ritornato dal papa, et referitoli il tulio, disse il papa, che li poria venir che ’l moriria in Bologna ; et sdegnato, fe’ scriver a monsignor di Oliamoli, che spenza le gente francese, e pianti l’artilarie a le mure etc. Et lato intender per monsignor dillo al Ben* tivolo che ’l compiaza il papa, aliter etc. ; rispose era in pratici» d’ acordo, qual si trata per via dii Cardinal Narbona, e il marchese di Mantoa, e questo disse per lenir in longo francesi, che erano alo-zati a Caste! Franco. In questo mezo gionse a Ymola Marco Antonio Colona, capitanio di fiorentini,; con CO homeui d’arnie et “200 fanti, l’ala la mostra in Ymola, andavano versso Butri. Item, che ’l contado di Bologna si havia reso al papa, por non aver damilo. Item, che ’l dì che ’l nonlio dii papa zonse in Bologna fo fato la monstra, e tutti erano ini ponto, ussiti 300 fanti, capitanio uno, nominato Zuan Ferro; et 100 stratioti dii papa, capo Batista Petretini da Corfù, corscno versso questi fanti e fono a le man, et di bolognesi ne fono presi 50; e in lai baruffe fo morto el confessor dii Cardinal di Narbona, qual era mandato in Bologna per il Cardinal. E inteso questo, il (litio Cardinal disse : Non se confesseremo più, ha-vendo perso il nostro confessor. Item, che '1 papa havia prima comunichato con li cardinali, che ini reria in Bologna el dì di Ogni Santi, e voleva cantar in San Petronio messa ; e che l’era fama la Signoria di Venecia ajulava missier Zuane soto man. Item, che lì a Ymola era zonto domino Obizo, nepote dii Cardinal di Pavia, di Castel di Rio, et il papa l’havia fato castelan de Ymola, et levato il castelan vi 21 (i era e posto altrove; sì che si poi dir Ymola sarà di Gasici di Rio, come sempre à 'spiralo, la qual cossa è stà conira il voler ili Zuan ili Saxadtilo, qual à ’ulo forte a mal questo. Item, l’Argentino scrive di Ymola a Faenza, a l’orator nostro, come è stà retenuti alcuni eortcsani a li passi di Rimano ; el che non è tempo di far queste novità etc.; tamen pregadi 0 sa di tal cossa, si lieti sia materia dii conseio di X. Item, dii zonzer a Faenza el eardirmi San Severino, vien di Roma, va a Ymola a la corte; è stà honoralo e passò d’oltra. Item, che a Ymola el papa à preparalo la stantia per l’orator nostro. Di Ferara, di sier Sabastian Zustignan, el