11 MDXVI, OTTOBRE. 12 Di sier Nicolò Pasqualigo podestà e captiamo di Vicema, data a dì 2, liore 4. Manda una lelera, li scrive Zuan Antonio Zen, qual dice, per uno suo partì eri da Trento, referisse non è ivi soldato alcuno, ma ben si diceva aspetarsi 5000 grisoni. Itcm, il socorso non ha posuto passar la Chiusa; è restato 3 mia di qua di Rovere, sichè tornerà indriedo. Di Pranza, di sier Zuan Badoer dotor, cavalier, orator nostro, data in Ambosa a dì 23. Come fo dal Gran maestro. Li disse aver auto lelere di 15 di Lutrech, qual sperava aver Verona, e dii bon animo dii re Christianissimo verso la Signoria nostra. Et il thesorier Ruberie! li disse: « È bon leziate dite letere ». E cussi le lexe, et è queste parole, che monsignor di Lodeva e li altri oratori sono a Roma, diceano non pianteria l’arleliarie a Verona, et pur l’hanno piantate, et farà sì che a-verà Verona. E disse dito Gran maestro. « I baleno 4 gajardamente, è da sperar ben ». Poi scrive, è slà con so fradelo monsignor di Bonivet, qual etiam spera si habiaver Verona, dicendo: «Aulo Verona, bisogna reposar vui e nui » dicendo, quando el fo in preson a Venetia, la Signoria lo fece venir dimandandoli la causa di la durezza di Franza contro di loro. Rispose la Irieva fu fata con l’Impe-rador etc. Ilem, è letere di oratori dii Catolico re. Zuoba, sono zonli a Bles, et è partido de qui el Curlavilla nontio di la Cesarea Maestà, per andarli contro ; etiam va il Christianissimo re. De qui non è finido ancora li Stadi. Cazerano più di 800 lanze. Poneno ordene nel veslir di brochato et seda, et quello farano aviserà. Scrive, è zonto lì domino Pi-xolaro, fo per il Ponlifice al Catolico re, qual li ha ditto Borgognoni non è satisfati di la pace, e non fa caxo di quella, e non se fida dii Roy; et come quel Re ha anni 17, bianco, colo longo, non parla mai, tien sempre la boca aperta, et fa segno a uno parla per lui; et olirà ducati 15 milia à deputi al mese a l’Imperador, ha dà danari a certi napoletani con ordine tornino a caxa loro ; tien non andarà in Spagna. Scrive, domino Camillo di Gambara, è a la Mirandola, ha scrito una letera che ’1 re Christianissimo è mancador di fede e tra-ditor, unde voi combater con chi voi difenderlo; et uno Andrea da Birago li ha scrito voler esser lui quello combati. 11 Re ha visto la dita lelera ; sichè fa pei; la Signoria nostra quello. Scrive ha ricevuto letere con il quadro e li odori in do casse, con do chiave, con ordene si averzi presente a chi vano; cussi farà. Sono ancora zorni 6 lonlan; vien per aqua, per questo non resterà di andar driedo il Christianissimo re a Bles etc. Fo etiam letere di dito orator a li Cai di X. Da poi disnar, fo Pregadi, el leto queste letere, et sopravene queste. Di Poma, di V orator nostro sier Marin Zorzi dotor, di 21. Come, non hessendo il Papa lì, andò a parlar a monsignor di Lodeva orator dii Christianissimo. Li disse aver letere di Lutrech li dava bona speranza di aver Verona, et concluse rimandar uno ad Ariele per saper di spagnoli. Scrive sopra il mandar il suo successor, longamente. Dito Lodeva va a Viterbo dal Papa; etiam lui anderà. 11 qual Lodeva aspela risposta di articoli mandati al Christianissimo re, et aspeta aver la nova di Verona; qual aula si negotieria lì a Roma col Papa, come da vivi a morti. Dii ditto, di 24. Ricevete letere di 17, zerca aver li brievi a Ferara per li burchii dii sai. Doman va a Viterbo dal Papa, exequirà etc. Item la letera drizata al ducha di Urbin magnifico Lorenzino, è titolo falso Capitanio di la Chiesa. Non è di la Chiesa, ma capitano di Fiorentini zeneral, e il zorno di San Cosmo averà come si dice etiam dal Papa il titolo 4 di capitano di la Chiesa ; però si poi ronzar la le-tera etc. Dii dito, data a Viterbo, a dì 27. Manda la relatione aula dii homo mandò a Riete. Questa ma-tina il Papa udì messa papal per la festa di San Cosmo e Damian, che ogni anno fa commemoration per il padre, e volse lui orator disnasse con Soa Santità; il qual eri sera zonse lì, più stanco che mai. Et ave il brieve per li sali al duca di Ferara ; poi il Papa li disse aver mandalo Zuan Zorzi da Dresano a la Signoria, per veder di aver do 0 Ire galie per soi bisogni, perchè quelle do armò a Napoli, volseno do page et nulla feno. Scrive, disnò col Papa cinque cardinali e lui orator. Poi disnalo, reduti solo una loza, il Papa li parloe dicendo aver letere di Franza di articuìi dati al Re, qual disse li piaceva, li vederia col so’ Consejo et li manderia la risposta; et che di Verona sperava si averia, la qual spazata, sarà causa di far venir Plmperador. Et ha inteso, quando udì la nova l’Imperador di la pace fata Ira quelli do reali, qual è slà a suo beneficio fata e non altri, siete molto meniconico ; etiam non ha piacesto al re d’ingaltera. Item, scrive il magnifico Lorenzo non è qui venuto; tien sia amalato. Scrive in dite letere, come è partito di Roma con tutta la sua roba, et aspeta il suo successor vengi etc. La relatione fata a dì 23 di quello stato ad A-