1G7 MDXVI, NOVEMBRE. 168 le terre noslro fino a Padoa è abandonate, et à in comandamento di la Illustrissima Signoria non aban-donar lo esercito di la Chrislianissima Maestà etc. In questo mezo, l’Imperador, apropiuquatosi a Milan e visto ben munito et non poter aver il suo intento, e le promesse l'atoli da li foraussili et forsi da i]uelli di Milan non aver auto efl'ecto, si alterò, come l’intese, con missier Galeazo Visconte che era con lui, dicendo : « Mi (¡avete fato venir, con dir aproximalo sarò Milan mi manderà le chiave, et ho visto il contrario, » et con gran colora si parli con lo exercito el ritornò di quà di Ada e andò a Bergamo, dove lo sachizoe facendo danni assai sguizari. El è da saper: sguizari che erano in Milan, con quelli di fuora videlicet de i nimici si mandavano imbasale, et volendo ussir con loro sguizari il Duca, li feuo quelli capitani saper erano venuti per difender Milan e non per voler andar conira l’Imperador; per il che, visto questo il Ducha e quelli capitani e non esser segura cossa lassarli in Milan, perché i diceano li era stà promesso poi difeso Milan voler menarli a luor il reame, terminò ilextro modo non potendo in campagna servirsi di loro darli licenlia ; et cussi dilli sguizari lornono in li soi paesi. Fo posto per i nimici a sacho Lodi, e pur il Ducha terminò con li exercili ussir di Milan e monstrar seguitar l’lmperalor; et vene a Cassali e lì si fermò. L’Imperador, andato a Lovere, e dubitando di sguizari per non aver modo di pagarli, una note in una barcheta con gran sua vergogna si fuzì e andò in Alemagna, et a questo modo il suo exercito si di-9G* siolse e tulli lornono a eaxa soa. Et partito dii sialo de Milan l’Imperador, subito il clarissimo Grili e lui solicilono il ducha di Barbon che mandasse le zente a continuar l’impresa di Brexa el Verona, justa li capitoli si ha con la Chrislianissima Maestà ; et si avioe il Grili con monsignor ¿i Lutrceh ; et a questo fo usa (ulte le parole aehadeva, exortando soa exce-lenlia a voler far questo. 11 qual dimandò la Signoria pagasse 6000 venturieri; al che calzitrono quanto si potè, comemorando quello ha fato la Signoria per il Lhrislianissimo re et aver lassà il suo Slado in aban-dono due volle per ajular Soa Maestà, el le gran spexe l'avia falò; pur a la fin fo deliberà in questo Senato di pagarli. Et vene tra loro do capitani Barimi) e Lutrech diferenlia chi doveva venir a la dita impresa di Brexa, unde fo se rito al He, e in questo si siete aspelar venisse la risposta di Pranza. E parse al Christianissimo re che monsignor di Lulrech venisse et fusse suo luogotenente in Milan e il duca di Barbon tornasse in Pranza. Et cussi soa excellcnlia Lulrech vene col provedador Grili solo Brexa, e Barbon partì per tornar in Pranza. Esso orator lo acompaguoe di là da Pavia sul novarese, dove tolse licenlia; il qual li disse si ricomandava al Principe et a la Illustrissima Signoria, et che lui andava in Pranza con animo esser sempre constante a far il Christianissimo re manlenisse la pace e liga con questa Illustrissima Signoria, e questo instesso officio pregava esso orator volesse far apresso questa noslra Illustrissima Signoria. Et disse, ch’el pregava questo Slado, si achadesse ch’el Christianissimo re morisse senza fioli, benché sia monsignor di Lanson cugnado dii Ite ch’è uno grado avanti de lui, tamen, perchè so avo monsignor di San Polo gran conleslabele fece cerla rebelion a la corona di Pranza, e li fo tajà la testa, per le constilulion loro bisogna stagi 7 di loro descendenti avanli possi aver il beneficio di la corona, unde li vien a lui Barbon, però in quel caso la Illustrissima Signoria volesse ajutarlo etc. Questo ducha di Barbon nominalo .... ha anni 29, prosperoso, traze uno palo di ferro mollo gajar-damente, teme Dio, è devoto, pietoso, human et liberalissimo. Ila de inlrada scudi 120 mila, et per il slado di la madre madama di... . scudi 20 milia; poi ha per l’oficio di Gran Contestabile in Franza, scudi 2000 al mese per la sua persona, et ha grande autorità, e come li disse monsignor di Longavilla go- 97 vernador di Pavia, poi disponer di la mità di l’exer-cito dii Re, ancora ch’el Re non volesse, a qual impresa li par; è liberalissimo, dona ogni cossa, et è di statura ... Disse poi, li francesi non li piace il stado di Milan, perché dicono ogni anni 10 è cazadi in Franza con occision di molli di loro, et per aquistar- lo è morii tanti gran signori francesi ; meglio era star in Franza a galder quel regno. E a questo disse quello li disse il ducha di Barbon : stando insieme questi do stadi, il Re e la Signoria, non è da temer; e per ogni cossa non se dia vegnir a la guerra, dicendo : é molti folli nel nostro Consejo che per ogni minima cossa dicono si voria far guerra; hanno parer calivo perchè di le guerre nasse molli mali, e si ha visto per questa guerra li danni ha patito il Chri-stianissimo re e cussi altri signori eie. La inlrada de Milan è solum ducali 400 mila a l’anno, benché altri oratori venuti di Milan hanno re-ferito esser ducali 600 mila; ma il thesorier di Milan, ch’era padre dii Cardinal di... savogin, che morite, et di do episcopi, li afirma non esser più di ducali 400 mila. Et di questi, Iraze ducati 200 mila a l’anno per il sai se da. Poi questo Re ha mancho di altri Duchi, per aver donalo lulla la Geradada a inonsi-