475 MDXVU, GENNAIO. 476 Fo stridalo far, il primo Gran Consejo, un Con-sier in Cypro, un a l’oficio di le Cazude, et un a l’oficio di X Savii. Di campo, vene Ietere tardi dii provedador Griti, date a Villafrancha a dì 15, fiore 4. Come ha dito a monsignor di Terbe, secrelario di Lu-trech, clie si fa il tulio per aver i danari domanda Lulrech, e li averia per Zuoba, come soa signoria vuol, scusandosi aver convenuto pagar li fanti spagnoli e li italiani de li danari l’havea, e aver scrito caldamente a la Signoria, e tien certissimo li liavrà immediate ; e questo disse perchè sperava darli li ducati 15 mila. Item, ozi ricevete li ducali 10 mila et 6000 Iroveria de lì eie., sichè disse Terbe, monsignor illustrissimo è resta contento. Scrive, è stato ozi a Gussolengo col Colaleral per pagar li fanti nostri erano in vai di Cavrin. la Corvara e a quelle rive di la Corvara e a quelle rive di l’Àdexe, stali a la guarda, dove ha dato ducali 3500, et li vene 3 messi a dir li spagnoli nostri erano sublevati per aver danari ; sichè ozi etiarn li ha pagato a diti fanti ducati 4800. Saranno da numero 1600, et con darli questa paga si libererà di darne più eie. Scrive, da tanto fastidio l’ha perso il sonno. Item, scrive, ozi è da bore 1 avanti dì che comenzò a passar fanlarie spagnole e altre arlellarie etc., uscite di Verona, sichè sleteno ore 8; et usciti spagnoli una parte, doman uscirano il resto. Il signor Governador li ha dito, Lulrech non esser in quella collera l’era eri, et andando per parlar a soa signoria, esso Provedador scontrò in monsignor di Terbe, qual li disse Lutrech aver licentià . . . fanti guasconi, quali partirano doman, e lanzinech con darli una paga, però voi al tulio li ducati 18 milia li promise di darli eie. Scrive, con quelli pochi danari l’ha, el fa miracoli. Iddio sia laudato : è stà mandalo a invidar ditto Lutrech, per doman, a l’intrar in Verona. Andrà a disnar con il vescovo di Trento; qual voi menar con sì 2000 fanti soi e lanze 400, et voi * si condugi le arlellarie in Verona, che sarà gran fatica a trovar li animali le conducano cussi presto. Scrive, andò da Lutrech, qual lo trovò molto placato e replicò voler i danari; sichè avendo li ducati 20 milia richiesti, sarano bastanti. Item, scrive, desidera aver risposta di soe, quello abi a far di le zente nostre, et si dia acompagnar Lutrech, consegnalo che haverà la terra, e suplicha li sia dà libertà a lui e al colega Gradenigo, so’ cugnado, di poter proveder a’ benemeriti, in quelli ofìci li parerano in Verona eie., e voi tal libertà col Senato. Scrive, aver ricevuto ducati 300 di Bergamo, di quelli ha dato domino Ale-xandro Coion, et auto risposta di quanto per li ora- tori di quella comunità li fu richiesto de voler certi capitoli etc., et promeleano dar ducati 5000, voleano certe confirmation etc. Scrive non li par di far altro, ma ben tuor li ducati 5000 per l’autorità di lo Ex-cellentissimo Consejo di X ut in litteris, e venendo a la Signoria a domandar nulla, è bon scorer fino lui sia di qui eie. Item, ha ricevute nostre di 12, zercha alozar zente d’arme se remelino a loro Pro-vedadori etc. Item, se li manda ducati 6000 contadi. Lauda. Ila scrito al suo colega, lutti li danari arà li porli con lui in Verona, e sia etiam lui Zuoba da malina; e altre parlicularità ut in litteris. Dii dito, di 14, hore 16, date ivi. Replicha, ozi parlirano le fanlarie tutte erano in Verona. Aspeta li danari richiesti per Lutrech, voi viluarie in Verona, et bisognaria etiam dar qualche presente a quelli capitani francesi da i qual li è stà motizalo. Scrive, mirando in Verona, continuerà a far far le spexe a’ francesi, voi 5 in 600 sachi di orzo per donar a Lutrech ; ha scrito al suo colega li lazi cargar a la volta di Verona, mandarli subito. Voi 14 mila ducati ancora li mancha; spera si arà provisto di danari, quali siano inviali a Vicenza. Non è stato da Lutrech per esser stà in gran facende, per dover doman intrar in Verona. Ha scrito al suo colega si lievi non con zenle, ma con quelli capi e tiri in Verona etiam lui a hore 4 dii dì e porti li danari l'ara tutti. Sichè da matina anderà in Verona a Dio piacendo. A dì 16, Venere. Tutta la note piovete, e cussi questa matina se intese, che a hore 6 sopravene Fran-zosin nontio dii signor Governador, qual vene baiando, partì eri a hore 19 di Verona, ch’è mia... E disse a boca l’intrar in Verona. Pervene Zuan Maria nontio dii signor Governador, zonto a hore 12, el portò al Principe una leterina dii tenor noterò di soto, scrila per (ulti do li Provedadori, di l’intrar in Verona, perchè tutta la terra fo piena di questo; la qual però si aspelava prima lai nova. Et poi vene uno altro cavalaro, con letere dii dito provedador Griti di 14, hore 3, et reduto il Colegio, poi dato un poco di au-dienlia, et lete le dite letere, fo parlato se si doveva far sonar campano e far feste. Ad alcuni li pareva indusiar la ne lusse consegnata ; ma la più parte dii Colegio li parse che meglio era far dimonstralion, perchè, si ben Lutrech era inlrato et à auto il dominio di quella a nome dii Christianissimo re, era per dar-gela a nui, e auli li soi danari indubitatamente ne la darà. Parse a li altri esser meglio far, et cussi, poco da poi terza, fo mandato a far sonar e farasse fuogi per tre zorni in segno di letizia. Et cussi in questa matina fo expedito letere per tulli li retori noslri