403 MD.WI!, GENNAIO. 404 Sierllironimo Lombardo, fo caslelan a Sibinico, qu. sier Almorò, ducati 200 e il don.....309.4G4 Non. Sier Gandían Bolani di sier Francesco, qu. sier Candian......... Fo stridalo far il primo Gran Consejo, Baylo et Capitano a Treviso, et Podestà a Piove di Sacho. Et è da saper, è uno altro relor fato, e a Corfù e a Tre-vixo, quali però ancora non anderano al suo rezi-mento fin mexi. . . tarnen si truova chi voi depositar e aver la expetativa. Et compito el Consejo, la Signoria si reduse in Colegio a aldir le letcrè venute, et za li Savii reduli le haveano udite. Et inlroe sier Domenego Trivixan procurator, savio dii Consejo; sier Alvise da Molili procuralor è amalato di reuma. Di campo, dii provedador Griti, da Villa-franca, di 30, hore 4 di note. Come à ricevuto li ducali 3000 li è stà mandati di qui. Ozi monsignor di Lutrech à auto letere dii vescovo di Trento, qual par babbi auto ordine di venir a Verona con altri deputati, et vien in loco di Curlavilla, qual non dia più venir, e voi uno salvocondulo. Li hanno risposto in bona forma, et è stà ordinato li nostri non fazino più danno. Tien, Zuoba próxima dito Vescovo sarà in Verona. Scrive esso Provedador, è bon deliberar di le zente nostre quello si babbi a far partendosi Lutrech, e di cavali lizieri, et li fanti si haranno a meter in Verona e il n.° perchè, aula, è necessario guardarla come la pupilla di li ochi. Item, partendosi Lutrech, si lo dia andar acompagnar e dove. Et scrive, aula Verona, è bon lassar dentro provveditor il suo clarissimo colega Gradenigo e non darli tal cargo a lui; ma darli licentia, poi avrà acompagnato dito monsignor di Lutrech, ch’el possi venir a repatriar, perchè oramai saria tempo. Vene solum per 4 mexi 220* provedador in campo solo Brexa, et visto il bisogno, è restato tanto tempo per servir la patria. Scrive, ha inteso il conte Mercurio è venuto di qui; al qual non li de’ licentia se non de venir a Padoa per zorni 4, e lui è venuto a Venecia ; è homo che non ama mollo la ubidenlia. Scrive, è bon cassar li stratioti, excepto quelli veneno di Franza; et si provedi di danaro. Dii vescovo di Trento, nominato Bernardo, data in Trento, a dì 29, scrita a monsignor di Lutrech, qual comenza cussi : « Illustris Excel se JRegis locum tenens. » Scrive, ha auto ordine da la Cesarea Maestà e di la Catholicha altezza, che in loco di monsignor di Curlavilla, qual non è per venir, debi insieme con alcuni altri venir a Verona a exe-quir quanto dovea far esso Curlavilla: per tanto dimanda sua signoria voy farli uno salvocondulo libero per lui e li altri che dieno venir in Verona, et il passo di la valle sia libero et levar le offese ; e in fin di la lelera dice : « Bestemo a li piaceri di la signoria vostra ». Et monsignor di Lutrech li mandò il salvocon-dilto; et li rispose che lo aspelava, et da li nostri non li sarà fato alcun dispiacer ni a lui ni ad altri, e zonlo sua signoria a Verona, si darà ordine di quanto si arà a far, offrendosi eie. Di Franza, di l’orator nostro, date in Ani- 221 iosa, a dì 22. Come à ricevuto letere di Ingallera, di 7, in zifra, Irete la zifra, et per parerli cosa de imporlantia, li parse comunicarle al Cbristianissimo re, maxime le parole li liavia dito quel Cardinal Ebo-racense a l’Orator nostro, e di oratori che quel He voi mandar a protestar si lassi Verona a l’Impera-dor, qual dieno vegnir al Ghristianissimo e alla Signoria nostra, al iter, non lassandola, saremo tratati come infideli, e farà indurne dal Papa exeomuniea-lione, e tutti loro confederali sarà contra de nui; le qual cose comunichò a la Chrislianissima Maestà. Il Be disse: « Non è da temer quesfe cose; in questo mezo haveremo Verona, ed habiamo ordinato li danari siano numerali per mandarli in Fiandra, zoè li scudi 50 milia dovemo dar nui; bisogna li vostri 50 milia siano preparali ». Esso Orator disse teniva certo la Illustrissima Signoria non era per mancar di averli a ordine. Disse il Be: « Come Verona mi sarà consi-gnala, non la vogio lenir un’ ora, perchè vogio la ve sia consigliala », dicendo queste nove de Ingallera è bravane de quel Cardinal: « Scrivè a la Signoria che quelli di Scozia voi far acordo con mi e eonfedera-lion, come fe’ al tempo di Carlo Magno, e darmi il tempo, et el re di Dazia è con nui, i qual farano guerra contra il re d’Ingalterra s’il se moverà contra de nui, avvisandovi l’Imperador voi sia fermo lo aponlamenlo fato eie. » Parlilo da Soa Maestà, parlò al Gran maistro, dicendoli le nove ut supra de In-gallera. Soa signoria disse: « Quel Cardinal è causa questo non barano Scozia ; so englesi non voi guera co nui, nè niun ha animo di farla; rimperadoi*vien in Fiandra, li danari nostri sarano presti come sarà li vostri ». Bispose l’Orator, saranno in ordine. Soa signoria poi disse : « A verno fato provision di danaro, che a la verta, si niun ne vorà far guera, li poremo obstar e non haremo bisogno di trovarli », et altri coloqui lune inde ut in litteris. Poi disse, è letere di Fiandra, l’Imperador è lige 10 lonlan di Bru-