MDXVI, DICEMBRE. 304 aliegrarnenle ajutar la pairia in lanlo bisogno urgentissimo; che se non si fesse il trovare dar questi danari, si perderia quel è sta fato, e si, per aver un oficio in Gran Consejo lutti corre a dar danari, ch’è sta una cosa miracolosa aver trova tanti danari per questa summa e a questo modo, cussi pregava tulli, prontamente, secondo le condition sue e il poter suo, dovesse prestar a la Signoria. Non perderà li so’ danari; in do anni li haverà ogni anno la mità con partida di banco, al qual è stà ubligà li dacii dii sai di Padoa, Vicenza e Treviso per do anni, et intrade di le posession dii Polesene; sichè sono segtirissimi ad averli indriedo. Iterimi exortando non si mancasse, che n questa volta consisteva la recuperation dii Stado nostro, qual auto acertava si staria anni 50 non saria più guerra in Italia, potrà esser col Turco; et con tale simile parole, ma questa è la sustantia. Fece fine dicendo, chi non ha danari li toy a usura per ajutar la patria. Et le porte erano serale aziò niun non andasc zoso. Et lo chiamato cadami, zoè eomenzado dal Principe, el cussi come si oferiva, per il Ganzelier grando era publicato quello imprestava over non dava nulla ; qual il primo non volse dar nulla lo sier Benelo Guoro cao di XL e compagni ; poi chiamati li Savii, ut supra, chiamono a banco a banco publicandoli, ut supra; e tulli andono, (ideo fo trovalo per il presente impresiedo ducali .... Et sier Piero Bernardo qu. sier Hironimo, vien in Pregarti per danari, andato a la Signoria, cridoe impresterà ducati ‘200 si la Signoria volesse farlo creditor di ducali 25 dia aver per uno debilor tolse per il suo imprestedo e ialite; e sopra questo tulio il Consejo rise. Et per li Consieri fu posto una parte, che avendo il dito sier Piero oferlosi di prestar ducati 200 ut supra, sia fato creditor di ducali 25 per il debilor falile, remanendo quel debito per conto di la Signoria nostra, et hessendo ubligà portar li danari il primo zorno, zoè li ducati 200. Ave Iti di no, 175 de sì, et presa. Fo chiamato a la Signoria; qual si contentò di la parte. Fu posto, per il Serenissimo, Consieri, Cai e Savii, de aver uno imprestedo da le terre nostre da terra ferma, con darli ubligation di la restitulion sopra i dacii, de li quali vorano ut in parte, la copia di la qual sera posta qui avanti, zoè : La cità di Padoa e li castelli . . . ducali 10000 Vicenza e li castelli......» 10000 Brexa..........» 20000 Axola di Brexana......» 2000 Bergamo.........ducali 10000 Lovere..........» 2000 Crema..........» 3000 Trevixo e li castelli......» 8000 La Patria di Friul......j> G000 Somma ducati 71 mila Et Io Marln Sanudo mi parse aricordar a li Sa- vii mancavano di 4 luogi, zoè Bassan, Fellre, Cividal di Bellun el il Polesene di Ruigo. tamen non volse-no azonzer, et fici mal a non andar in renga, tamen i Tarano senza parie. Et poi fo, senza altra parie, balotado li Procuratori, excepluado quelli di Golegio, di qual habi a romanir G, do per Procurata, ad andar a Rialto a far venir a loro brigala per dimandarli imprestedo. E questi fo balotadi, de li qual rimaseno tulli quelli segnati la croce avanti : Sier Marco Bolani. f Sier Antonio Grimani • f Sier Lorenzo Loredan Sier Nicolò Michiel dolor et ea-valier f Sier Antonio Trun ) di Cilra Sier Zorzi Emo I f Sier Alvixe da Molin Sier Tomà Mocenigo. Sier Zacaria Cabriel. f Sier Domenego Trivixan el cavalier. f Sier Francesco Foscari el cavalier. Sier Hironimo Zustignan. E si vene zoso bore 3 di note, comandato dar fama aver Irovadì 20 mila. 1516 Die 12 Decembris, in liogatis. l Serenissimus dominus Dux, Consiliarii et Capita, Sapientes Consilii, Sapientes terree finn ee. Le occorenze di presenti leinpi, note a queslo Consejo, rezercano ch’el se debba trovar una bona suma di danari presti et pronti, li qual non se pono trovar prò maiori parte salvo con un generai impresiedo eie. Unde, acciò cadauno se rendi prompto a imprestar, è stà deliberalo per el Consejo nostro di X, obligar el tralo de le intrade de le possession dii Polesene di do anni proximi futuri, elsimiìiter i dacii dii sai de le cilà nostre di Padoa, Treviso et Vicenza | di la Chiesta