57 UDXVI, OTTOBRE. 58 gnoria nostra. Si duol non poter scriver il tutto, come diria a bocha. Da poi disnar lo aduncha Pregadi, dove vi fu gran numero, perchè zi per la terra se intendea ozi si aprirano secreti dii Consejo ili X, zerca a cordo si Irata in Pranza di Verona. Fo prima lete le soprascrite letere; poi posto per li Consieri, sier Stefano Conlarini e sier Alvise di Prioli elecli Provedailori sora l’Arsenal possino venir in Pregadi non melando balola tino San Michiel proximo, iamen in Polìzio stanno solum (j mexi. Fu presa : ave 13 di no, 120 de sì, el cussi veneno alhora in Pregadi. Fu posto, per li Consieri: che uno Bonetto di San Daniel, iitlelissimo, che in Oxopo ben si portoe, al qual per la Signoria fu concesso una porla in Brexa, la qual sier Andrea Griti provedador per l’autorità auta dal Senato 1’ ha data a un altro, per tanto sia preso, in loco di la porta, cussi essi contentando, li sia dà facilità poter trar uno di bando di le terre nostre per tiomicidio puro, havemlo la paxe di ofesi ut in parte. Sier Francesco Bollini, fo avogador, volse contradir, et voleva 1’ havesse la porta; fo chiama a la Signoria, et per il Principe ditoli la cossa, fu sati-sfalo. Qual mandata la parte, andò in renga scusandosi che lui voleva parlar prima, ma è sta chiarito ave la porla per semplice lelera di la banca; però laudava la parte, et con qualche slridor e riso vene zoso, et fu presa la dila parte. Ave 35 di no, 134 de sì. 28 Copia de una letera senta per il conte Mercurio a la Signoria nostra, ricevuta a dì.... Octubrio 1516. Serenissime Princeps, etc. Per le ultime nostre, dinolassemo a Vostra Serenità quanto imporli a questa impresa la Crovara per rispetto de l’Adige, siche Dio volesse fusse sia cossi conosciuto al principio, che forsi a questa hora Verona seria nostra; et come l’ordine era dato per noi di rihaverla, et così è stà ex pugnata, et spero serà stà buon fallo, et si impedirà non vadino di sorte alcuna victualie per il fiume. È dito locho ben munito di custodia; et liozi hessendomi stà comesso dai mei superiori (ornar de qui, havemo lassato de li, olirà a quella guarda, 100 di nostri cavali el allre-lanli balestrieri, insieme con lo colonello di domino Babone. Fi subito gioliti noi con il resto a Somma-campagna, ce fu referito li inimici alora haver depredale tutte ste ville et levatogli li armenti, più di 100 capi di animali grossi; per il clic subito, con quelli mi trovava cosi sotto sopra, fui indreloa ditti nemici, et li dessemo la caza fin a la porta acremenlo incalzandogli, nè solo recuperassimo tutto lo bulino che non ne mancò capo, ma etiam de loro ne prendessimo più de 25 de megliori che fecier lesta, et ne furo feriti assai. Tal improviso nostro buon portamento mi è stato di singular piacer, sì per la recti-peration di ditti bulini per ristoro di poveri subdili, si per aver impedito lai socorso di vicluaglie non intri in la terra, che non poco importava a simel tempi ; sì per haver veduto lo nepole noslro locole-nenle deportarse virilmente, el più che altro incalzar lo nemico fin a la porla vigorosamente comba-tendo; che invero di le buone opere non si poi dir si non bene, et la virtù lodata eresse. Li nemici stan mollo male, el slaran pegio ogni dì lenendo noi l’Adige come tenimo, el si havessimo cossi aleso al principio de la relirala a Gusolengo, coni’ io voleva col ponte atenir la Valpolisella et la fiumara, già 8 di fa Verona seria nostra, e ’I suo socorso seria stato un fumo, conio ogni modo ancor serà. Tulle le gente comandate, erano venute, se ne son ile; circa lf>00 fanti usali cheson restati alloghino qua et la dispersi per la rivera a li passi, una bau- 28 ' diera a Parona, una a Pescanlina, l’altra a Arzè, una al Pontone, una a la Chiusa, el un’altra di sopra a Dolce; et ben poressemo darli qualche bona pellata, se li disegni nostri fussero intesi, ina è assai cose importantissime che non polemo al piacer nostro mandarle a eliclo in benefizio di Vostra Serenità. Di quanto ne è concesso exequiremo con diligentia, et quella stia fida che non mancamo di solicitudine, cuius gratice eie. Date in Gusolengo, a dì 13 Octubrio 1516. Comes Mercurius. Fu posto, per li Consieri e Cai di XL, una parte, 29 che molti Carncrlengi e Castelani vanno in li loro re-zimenti senza tuor lelera di la Signoria ni far li soi bolelini, però sia preso che tulli quelli è andati li sia suspeso il salario loro, con il qual si pagi quanto die-no dar a la Signoria, et si de ccetero anderano, cazi-no a pena ut in parte. Fu presa. El in questo mezo li Savii sletcno in Colegio soli a consultar, et sleno assa’, et poi vene Gasparo secretano dii Consejo di X et comandò una grandissima credenza, che si aprirà alcune cosse dii Consejo di X con la zonta per deliberation di quello, et però fuora di le porle niun parli, etiam un con Pai-