563 MbXVll, FEBBRAIO. 564 trano negoliar insieme, e molto zoveria a le cosse nostre. Quanto a li scudi 20000 da esser pagali in Fiandra e come le lettere erano state fate, Sua Maestà di questo lo rimesse al magnifico tliesorier Ru-bertet; e li disse haver die ’1 l’Imperador era ben disposto verso la Signoria; il qual era a Lovanio con monsignor di Clevers, et che ancora non era andato in Bruxeles, però il Gran Maistro e Ruberlet soi oratori non partivano, e voi prima si habi l’aviso di la consignalion di Verona. Item li disse, haver lettere dii Gran Bastardo di Savoia, qual vien a Soa Maestà con do oratori di cantoni, di sguizari per * zurar la pace et acordo con tulli essi cantoni. Poi scrive coloquii nuli con monsignor di Clevers scrite al Ile, dicendo averle mandà a monsignor di Lu-trech, però non sarano qui incluse, per le qual si ha il buon voler di l’Imperador. Item le lettere dii Bastardo di Savoja, qual vien con li do oratori ut supra di sguizari; e che hanno confiscà (ulti i beni dii cadinal Sedunense et dati a li soi contrarii. Item scrive averli dito haver avuto lettere dii clarissimo Pixani dal Banco, qual ha fato il cambio con li Bon-vixi a Lion, di esser pagali li scudi 20 mila in Fiandra a uso di fiera. Esso ltuberlet disse ino’ li scudi 14 mila; rispose l’Orator non è si non 12 mila, perchè il Ile disse era 25 mila. Disse llobertel adonca saria 12,500. L’Orator disse, ctiam di questi sarà provisto. Li disse : « partiremo fin 3 zorni per Fiandra col Gran maistro, el lui. Item poi visitò il magnifico Gran canzelier ; li comunicoe ut supra; disse tutto stava ben e tutto seguirà ben, e che lui Oratorsarà presente col Ile a questo abochamento si farà. Item scrive, ha ricevuto lettere dii provedador Griti et dii secretano Rosso da Milan. Dii dito, di 23 ivi. Scrive coloquii aulì con monsignor il Gran maistro, al qual comunichoe eie., Lauda tutto, e a melersi nel Christianissimo re et a perdonar a’veronesi, dicendo il Re è restà mollo satisfate di la Signoria e vederete quello el farà per vui, e ha ordinà aLulrech Verona vi sia consigliata. Item parloe al zeneral di Beona uno dei thesorieri regi zerca li scudi 20 mila da esser pagati in li Bonvisi in Fiandra a uso di fiera, zoè a Bruza. Li disse è tropo, li voria haver più presto. Rispose l’Orator, li melè a meza quaresima et li 12 mila a Pasqua. Disse dito Zenaral : « Se li sapesse di aver al tempo, daria de li nostri pur li habi al tempo ». El l’Oralor disse li (laverà certissimo. Poi parlò a llironimo Bonavixi, exor-tandolo a darli scudi 20 mila avanti il tempo; il qual promesse li daria 20 zorni avanti il tempo per amor di la Signoria nostra, e cussi lui orator mandò a cer- tar il Gran maistro. Di questo scrive haver auto lettere dii provedador Griti di 12, et di Milan di 14. Dii dito, di 2i. Come havia quel zorno visitato 10 episcopo di Baius nontio pontificio, qual è stà amalato. Scrive coloqui auli insieme, e come domino llironimo di Vidi oralor vechio yspano partiva di la corte di Roma, et restava don Piero d’Urea ora- 316 tor andato novamente. Scrive questi do oratori, vi-delicet il Gran maistro e Ruberlet, non vano ancora. Voleno prima haver sia lilla la consignalion di Verona. Del dito, di 25, ivi. Come in questa matina il Cristianissimo re mandò a dirli li andasse a parlar. Qual andato a messa a Nostra Donna chiexia cathe-dral Soa Maestà e zonto dito Orator, ivi Soa Maestà 11 vene contra dicendo: « Ambazador, Verona è slà consigna a monsignor di Lutrech, e ve ho voluto dar sta bona nova mi moderno ; Lutrech la tegnirà do over tre zorni, poi vi la consignará, cosa che farà mudar pensier ai nostri inimici ». Ringratiò Sua Maestà di la óptima nova, con ampie parole; et cussi tutti quelli signori erano col Re, li parse di novo di quel ato fa Sua Maestà in volerli lui dir tal nova, poi fo canlà una messa solene, et compita, per esser gran giaze, il Re volse andar per terra a lo alozamenlo, e cussi l’Oralor andoe a-presso Soa Maestà sempre rasonando di Verona, e disse: « Ilora 1’Imperador verrà a condesender a la pace poiché ha lasato Verona, e vorrà haver li altri 100 mila scudi di contadi; ma è bon fortifichar Verona, e presto, aziò el non si pensa più di poterla aver ». Poi disse haver auto lettere di Roma, non dicendoli allra cosa. Soa Maestà andò a disuar con la illustrissima Madama sua madre, cosa che rare volle suol far. Item, scrive haver visitato il reverendissimo Cardinal......monsignor di la Trimoia, monsignor di Spero fradelo di monsignor di Lu-trech, monsignor di Vandomo e altri nominati in le lettere, allegrandosi con tulli. Item, scrive haver ricevuto lettere di 12 di l’intrar di Verona dii provedador Griti, e di Milan dii secretario, di 18. Dii Zante, di sier Polo Vaiar esso provedador, dì.... Dezembrio. Scrive di quelle oco-rentie de li. E come el Provedador di 1’armada è stato lì, e come atende a far il muoio eie. Da poi disnar fo Colegio di la Signoria e Savii con li Cai di X, in materia di la expedition di pa-doani che sono in questa terra e si presentavano. Di Romagna, di le cosse dii duca di Urbin nulla se intendeva, et si sta in aspelalione di saper il su-cesso.