170* 328 sarà el signor marchese. Smontarà a uno ducato di Giena in Spagna apresso Bajona, dove smontò l’altra fiata quando passò di là; ma si aspeta la re-solution di sguizari, quali fano una dieta. Etiam in Scozia si fa un’altra dieta, zercha far guerra o paxe con questo Re. Scrive esser zonto el reverendo Vituniense, stato absenle di la corte, per non aversi voluto impazar in questi tratamenti fati, et andò esso Orator a visitarlo; qual li fé’ una opti ma ciera, et scrive coloqui auti e di la liga fata questi tre reali, et voleno protestar el serenissimo Ite e la Signoria lassi l’impresa di Verona in ter-mene de uno mese, nliter li voleno far guerra, dicendo Verona è nostra zà più de 100 anni e questi danari vorà spender questa Maesta in questo, saria meglio spenderli conira el Turcho che se voi far signor de la Chrislianilà, et la nostra Signoria mai ha ofeso questa Maestà. Poi soa signoria disse: k Questa liga è slà fata a defeusion di stadi e non a ofension de alcuno. El Ite non voi guerra, poi el re Galholico è zovene, el so’ non Consejo, vorà guerra. Le lighe si fa sposso ma non si eseguirà poi li capitoli, dicendo : « Dio consejerà. Ozi siamo stali in Consejo, e parlato di la Signoria zercha le mercadanlie come si feva prima etc, » Di Milan, dii... di 10, hore 2. Questa ma-tina scrisse, poi el signor Zuan Jacomo li mandò a dir aver auto letere di Pranza dii He di (5), qual gli scrive è per venir do messi, uno di l’imperador, l’altro dii re Calholieo fi a Milan per mcter le poste, aziò vadino le letere presto a Roma et Napoli, et che debi farle meler. Iiem, aver auto letere di domino Zorzi Soprasaxo, di 5, quid è in terra di sguizari. Lo avisa aver da uno di Berna : come il ear-denal Sedunense, hessendo per passar in Alemagna, era slà preso da sguizari e dato in man dii Duca, zoè voi dir di Geler. Dii provedador Gradenigo generai, date ad Albarè, a dì 13, hore 3 di note. Come ozi, da poi disnar, ave aviso che fanti 2000, cavali 200 et cavali da some, con 4 in 5 boche di falconoli erano usciti di Verona et andati al castello d’Ilaxi per espugnar ¡luci loco, unde subito lui Provedador montò a cavalo con 200 homeni d’arme, dato ordene a Zuan Paulo Manfron e la compagnia dii magnifico domino Janus lo seguitasse, lassando 150 homeni d’arme a la guarda de quelli fanti e dii ponte. Et volendo andar per trovar i nimici, spinse avanti 200 cavali liziori, quali trovono i nimici voleano espugnar quel castello d’llaxi. Si atacono insieme et ne amazono alcuni di loro et parte presi. Et inteso le zente d’ar- 324 me venivano, benché su quelli monli poco se polca far, dili nimici rilornorono in Verona; sichè erano 4 mia lontan di Albarè, nostri, quando inteseno tal ritornata. Etiam li nostri rilornorono a lo alzamento. Item, scrive che li slratioti hanno comenzalo trovar ad alozar a San Bonifazio, el sarano contenti de tuor una sola paga ; ma per opinion sua non la darà e andarà temporizando fino zonzi l’acordo, e poi far de loro una bona cassatione. A dì 15. Luni. Po terminalo li Procuratori non andaseno a Rialto a domandar imprestedo, fino non zonza l’acordo. Et per Colegio eri sera fo notalo sopra una poliza molti prelati e monsignori quali poleno prestar, falò tanxa di grosso, assa’ danari, et ordenato mandar per loro vengano in Colegio. Et fo principiato ozi dal celerario de Santa Juslina, e ditoli el bisogno dii danaro volemo in presiedo da loro, eie. Disse anderia a Padoa, pariaria a l’abate eie. Po dito, per el vento grando fo eri sopra el porlo di Malamocho, venendo la nave di Contarmi e Minoti vien di Alexandria con specie, cenere e altro si era rota. Tamen non fu vero, quella se salvò, et se rompete, che delle in terra, un altro navilio con vini veniva di Candia. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonta. El 180 fono sopra i boletini di queli hanno prestado e che ancora non se puoi haver, et questo perchè fu preso prima pagar quelli dieno haver, ch’è da ducati 7000. Et sopra questo fu posto do opinion : una do Cai, sicr Francesco Contarmi e sier Antonio Bembo, dar li boletini; l’altra sier Nicolò Trivixan consier, sier Francesco Foscari cao di X, pagar prima quelli diano aver; fo gran dispulation, ni hi! captimi. Etiam fono sopra certo processo conira Vita hebreo per la querela ha da Jacob suo nepote, che ‘1 non poi lenir bancho, e steleno assa’a lezer le scritti re : nihil conclusimi. Di campo, vene letere di Yillafrancha dii provedador Grifi, di 13, hore 4. Come, ozi monsignor di Lulrech lo mandò a chiamar, dicendoli aver di Pranza dii Re, di G, qual accusa teiere di 2 di Bruxelles di monsignor di Orvai. Come la Calho-lica Maestà havea sotoscritlo li capitoli e quelli sfilali, et che la matina soriano ingrosati, et se li dri-zaria a Soa Maestà ; sichè Martedì o Mercore, che sarà a dì 17, diti capitoli sarano de qui, con l’hor-dene di la Chrjslianissima Maestà. Et tien convenirsi levar presto. Le zenle non poleno più slar in questo alozamento non si continuando le spese, et sopra questo parlò con colora, dicendo: « Avereti Verona, el levandose le zente come voleno far, io mi leverò MDXVI, DICEMBRE.