MDXV11, GENNAIO. 470 11 Re rispose: «La natura e fede di quella Illustrissima Signoria è experimentada da mi, et quello la fa per mi fa per lei, et cussi quello farò nu è a beneficio di quella Signoria », et che quanto a li 20 milia scudi, benché Soa Maestà babbi fatto in questo anno molte spexe et pagato debiti dii Re defunto, tamen averà questo Marzo 500 milia scudi, li quali sarano a co-mun beneficio per defension di li stadi, et s’il starà do anni in paxe, averà scudi... milia. Quanto a tuorli questa Pasqua, è contentissimo e ne impresterà di soi bisognando. Quanto a voler servar lo apoutamenlo facto, rispose averlo gratissimo. Poi lettoli nove di campo, disse aver etiam Soa Maestà questo, e presto si ara Verona. Poi li comunicoe le nove dii Turcho per le lelere dii Consolo nostro di Damasco. Soa Maestà disse queste è cose grande, e desiderava saper spesso di queste novele. Poi disse, li oratori de P Imperador, che mi manda, zoo il suo maestro di caxa domino Caxeus et il thesorier Philinger erano parliti di Fiandra per venir a Soa Maestà, et che il monsignor Gran maistro partirà di brieve etiam lui per andar dove per le allre sue scrisse, perchè a dì 24 si doveano abochar insieme. Poi parlò cum monsignor di Orvai. Li disse li capitoli di lo aponta-menlo fo mandali a Lutrech do copie, con questo una mandasse a la Signoria, e che il re Catolico li fè grande instanzia de li do lochi e la liberation di presoni, tamen non fo messo nulla su li capitoli; e che queste cose e le altre manca a definir, il re Christianissimo e il re Chatolico pur le expedirano. Scrive, il Re partirà de lì per castel Reinoratino dove farà torniamenti e zostre, et cussi anderà la serenissima Regina e Illustrissima madre, et poi a Paris; sichè lui orator lo seguirà, e questo sarà per tutto il mexe. Item, scrive averli risposto a Orvai che il Covolo e Bulislagno è lochi di gran momento al stado di la Signoria nostra. Disse soa signoria monsignor di Curtavilla dia venir a Verona, e con questo tolse licentia. Dii ditto Orator, date in Ambosa, a dì 5. Scrive coloquii auti con monsignor di Villaroy, qual 255 ’ li disse aver il Re auto letere di monsignor di Lutrech, di 25, come avefi auto letere dii vescovo di Trento veniva a Verona. Item, scrive coloqui auti insieme con ditto Villaroy, et bisogna che la Signoria mandi facoltà al re Christianissimo di poter far eie. insieme col re Catolico, et che saranno insieme, ma non è sta ancora termina el dì. Item, Soa Maestà ha mandato per lutti li soi stipendiarli e altre zente che vengano a ia corte per andar a questo ab-bocamenlo honoratamenle, poi doman partirà Soa Maestà per castel Remoratino, poi a Paris. Lui orator lo seguirà ; ma va drio Soa Maestà assà done, stenterà di alozamenti, e si scusa se cussi spesso non si harà lelere da lui. Item, è letere di corle, di 22, nel Tricaricho e missier Latino oratori pontifici, con la risposta dii Papa, zercha li articoli tratano con questa Maeslà ; li quali do oratori è zonti in queslo zorno qui in Ambosa. El eri malina zonse madama Polonia moier dii conte Cristoforo Frangipani e sorda dii cardenal Curzense, vestita a la todesca, con poste (?) davanti el viso. Ila 4 donzelle con lei, uno medico et uno maistro di casa e altri servidori per numero boche 22. Arivò in dia’ Dandolo in calle de le Rasse, dove stava prima Porator di Franza, qual è andato a star pur in cha’ Dandolo a San Moisè, et dila dona nel venir volse veder la Toresela dove slava preson suo marito. Li fo conlra sier Zuan Antonio Dandolo provedador sora i presom, insieme col capitanio Re-nier e domino Nicolò di la Tore fradelo dii vescovo di Lubiana, erano presoni e Irali con segurlà e stano in Fonlego di lodeschi, e altri lodesclii mercha* danti, sichè erano zercha barche 12. La qual poi ozi a nona vene a visitar il marilo in Toresele, et ste’ fin sera, el zonta, subito spazò lelere al so’ fradelo Cardinal Curzense per aver segurlà di ducali 50 milia, come voi il Colegio per la liberation dii marito di Toreselle, È da saper, in questi zorni, quando il Principe mandò le oxele a li zentilhomeni per la terra, etiam ne mandoe 5 al conte Cristoforo predito come nostro zenlilhomo, qual Pavé molto aceple. Et cussi fo mandato etiam al marchese dì Mantoa, quando era preson in dita Toresella, che etiam lui è zenlilhomo nostro, e ringratiò molto. In questa sera, zonle le letere di campo notale di sopra, e visto il bisogno, terminono mandarli in questa sera danari, et fo manda per li Procuratori di la procurali ridia, e tolto impresiedo ducati 3500, che haveano contadi e altri danari trovano, sichè mandano ducati 9000 contadi et 1000 sono a Padoa che sarano 10 mila, et una lelera a Milan di cambio di ducali 5000; sichè fo expedito li danari, aziò per danari non resti di dar Verona a Lutrech. Et Colejo siete molto tardi suso, e li cassieri a far li gropi fino hore 8. Fo expedito Zuan Gobo corier, con li dili danari, per la via di Margera, perchè de qui era agiazato, nè si polea andar a Padoa. A dì 15, Zuoba. La malina, fo neve la note ma 256 non molta, et sopravene pioza, e questi zorni è sta grandissimi fredi, et è agiazado per andar di San