483 MDXVII, GENNAIO. 484 stia li dà il Valier, che è più di l’afanno 1’ ha di star in caxa amalato zà tanlo tempo etc. 261 1516 die 16 Januarii. In Rogatis. Consiliarii, excepto sier Andrea JBaxadona, Capita de XL, Sapientes Consilii, arsente sier Vetro Landò, Sapientes terree firmee. Essendo per la Divina Clementia recuperala Verona, et redute le cose del Stato nostro ne li ter-meni ben noli a questo Consejo, è ben conveniente far nolo a tutti, che s’el se ha acceplà alguna oblazion de danari in don over ad impresiedo per li oficii et rezimenli che se hanno facto, la necessità,contra l’an-liquo ¡(istituto nostro, ae etiam Pardenlissimo desiderio della recuperation dii Stato nostro nc lo fecero far; al che è ben condigna cosa bora proveder, e però Panderà parte: che per auclorilà de questo Consejo, de ceetero, nè in questo nè in el nostro Mazor non se possi aceptar oblation alcuna de danari per ylguno oficio, rezimento over aliro, el tutte altre se debano far ai sui lochi et tempi debiti, justa el consueto, el non se intendi presa la presente parie se la non sera posta et presa nel nostro Mazor Consejo, et i Consieri siano tenuti meterla nel primo Mazor Consejo. De parte ... 152 Et die 25 dicto, in Maiori Consiglia, posita fuit suprascripta pars in Maiori Consilio, et fucrunt de non sinceris .. de non .. de parte. . 261 * Andrea Baxadona consiliarius. Se beu, per la Divina bontà, la città di Verona è ritornata al presente in poter di la Signoria nostra ; del che immense el immortai gratie siano per sempre a la Maiestà Soa, perchè de qui si ha da sperar hormai la desiderata quiete del Stalo nostro, non è per questo da ometer, anzi se die cum perseverante studio atender a la recuperation del danaro, il bisogno dii qual per bon spacio ancora ha da continuar per le cose da tera et per satisfar signanter a questo apontamento de Verona, et etiam per le cose nostre da mar in bona summa, de le qual è la casa de l’Ar-senal molto disfornita de quello che li è necessario. Et però voi, che nelle eletion de Gran Consejo sia lassato ancora in libertà sua cadauno di offerir per imprestedo over donar a la Signoria nostra quello li parerà, che non po’ salvo esser a bon proposito del Stato nostro; nè per questo resterà in punto alcuno diminuita la voluntà et libertà del dito nostro Mazor Consejo, come sempre è stato, et è conveniente far ch’el sia. De parie 52, de non 1, non sinceri 2. A dì 7, fo santo Antonio. Veneno in Colegio li oratori visenlini con molti visenlini stanno in questa terra fuziti da le guerre, et domino Nicolò Cbieregato dotor cavalier parloe, ralegrandosi col Principe di aver auto Verona. Il Principe li rispose sapienlissimamenle, dicendoli se dia ricognosser questa gratia da Dio e vardarsi da pechadi, da le pompe del mondo e slar morbidi etc.; sichè si portò ben. Veneno li oratori di Cividal di Frinì, et uno dotor nominalo domino......parloe digando di la fedeltà di questa comunità, e come donavano a la Signoria ducali 500 porlati per loro. Il Principe li ringraziò etc. I)i Vicenza, fo lettere di sier Nicolò Fasqua-Ugo podestà e capitanio, di eri sera. Come era zonto li Zuan Gobo con li ducati 10 mila, qual à auto pessime strade, fonde, e zonto lui, li danari et la scritta a salvamento, et la malina li invierano a Verona a li Provedadori zenerali. Di Verona, di provedadori zenerali nostri, di 15, liore 4 di notte. Come ogi lo illustrissimo Lutrech fue insieme con lo episcopo di Trento e il Governador nostro e loro Provedadori, e il Vescovo disse: « Monsignor, ho fato dal cauto mio quanto si convien », poi li ricomandò molto caldamente li cita-dini, qual è stati fedeli alla Cesarea Maestà et sarano a chi li dominerà, di che Lutrech li disse sariano ricomandati, et poi li disse, che le arlellarie non sì potendo trar per non esser lì avanti, voleva partirsi domali, et per sua cauzione di averle voria qualche ostazo. E Lulrech disse era il dover, dicendo nui do-vressimo darli un altro zenlilhomo nostro che lui daria uno deli soi; e cussi li promeseno di far. Et lui provedador Grili cegnò Lutrech li dimandasse saria bon publichar le trieve. Dito Vescovo rispose : « Ma di qui si lazi, io le farò proclamar a Trento domenica, e cussi fate vuj qui el a Venecia ». Sichè scrivono om-nino le se faza publichar a Venecia e in li altri lochi a li confini. Item, scrive, ricevete lettere di 4 et 5 nostre zerca ringraliar monsignor di Lutrecb. Dice voria una lettera drizata che li potesse dar; però non si resti di scriverla. Scrive, ozi li hanno contà 11 scudi 30 mila, e fatosi far ricevuta in bona forma da Io episcopo di Trento. Item scrive, al suo ritorno vederà portar con lui qualche summa di danaro. Item, partendosi poi Lulrech, di presenti sono a Brexa,