247 SIDXVI, NOVEMBRE. 248 ra esso Provedador la Signoria li scrivi quello voi fazi conira questi villani imperiali di Ceri, Villanova e le montagne dii earbon, che mandano quotidie vituarie in Verona etc. Fo aldìto ozi in Colegio sier Zuan Matio Girardo qu. sier Francesco, qual vene a ricordar un modo di trovar danari. 141 Di Corphù, di sier Aìvixc di Garzoni baylo et capitatilo, di 25 Octubrio. Come è zonta lì la nave patron Zuan Baston, vien di Alexandria, manca zorni 22, porla specie: et ha portato una lettera di sier Antonio da cha’ da Pexaro, qual li 2 Octubrio scrive lì a Corfù a sier Zuan Zuslignan qu. sier Mario, et manda il capitolo, qual li par di summa importantia, per barza posta a Curzola e de lì a Lie-sna eie., con ordene le spazino quau primutn a la Signoria nostra. Di Alexandria, dii dito sier Antonio da Pexaro, dì 2 Octubrio. Come è venuto nova a dì 25 Avosto, el signor Soldan esser sta roto da lo e-xercilo lurchesco, et è morto ; el Signor lurclio ha auto Alepo, siché vede tutta la Soria persa et Selim sarà soldan di tutto el mondo. El consolo chiamalo al Cairo dal diodar grando, si parte questa sera; si-che quelle cosse è in mali termeni. Di sier Tomaxo Venier consolo di Alexandria, date a dì 29 Septcmbrio. Come, scrive per la nave di Antonio Baston: la nova venula de lì a dì 25 Avosto, havendo tajà a pezi mamaluchi da turchi 35 mila, et messisi a butinizar, il Soldan, cridando di questo, li fo dà da bever et spirò; per il che inleso el Turco questa morte, fe’ tornar le so’ zenle a la ba-taja, perchè ave aviso de tal morte dal signor di Alepo qual andò da lui, el trovò schiavi tulli pieni li cavali di bolini, et li dete adosso e li rompete e messeli in fuga. Et a dì primo, dì di la luna, il Signor turco mirò in Alepo e à aulo il tesoro dii Soldan, che era lì. Dicono è slà morti 15 mila schiavi, et questi dicono manca solutn 500. Hor par, li schiavi restali e reduti a Damasco hanno eleclo Soldan el diodar grando, qual è al Cayro, el per liaver pochi danari, hanno dato ducati 4 per schiavo, perché al Cnyro non ha trovà alcun danaro dii suo tesoro. Turchi ha auto etiam Tripoli ; sichè è per dominar la Soria. El diodar li ha manda uno balia con uno comandamento, esso Consolo vadi al Cayro fra do dì, perchè li voi parlar, et subito tornerà in driedo, e cussi li convien andar, benché le strade sia mal segure. Dii Sopliì nulla si parla. L’armada dii Soldan è al Camerali, meza abisada, li manca stopa eie. L’oralor di Rodi è tornato dal Cayro expedito; ha aulo li soi rodiani erano presi. Iletn, scrive è anni 4 non è venuto de lì nostre ga-lie, et il colimo slà su la spesa; el forzo è danari di Mori a ducali 50 per 100 di usura; però li Prove-dadori sopra colimo li provedi e li mandi almeno ducali 3000. Etiam suplica si provedi dii suo re-palriar; è anni 4 é stà Consolo de lì etc., ha la sua fede in pegno, né altro li resta; è ruinato. Di sier Sebastian Moro provedador di V ar ■ 141* mada, date in galia apresso il Zante, a dì 10 Octubrio. Scrive el suo partir di Corphù con 11 galie, e la sua navigalion, et come ave biscoto miara 18. Sarà per zorni 10, va verso Cao Malio, per trovar Caragoli corsaro, qual andò in quelle aque. Scrive, in quelli zorni parse sora il Zante il galion fo armato alias a Brandizo, era di don Piero Lopes, qual l’ha venduto a uno.....el par babbi fato danno a subditi nostri in quelle aque. Trovandolo lo punirà ; par sia andato presso Levante. Dii dito, apresso il Scoio di Sapientia, a dì 18 Octubrio. Scrive la sua navegation. Lì non poi star più per mancarli il biscoto, convien andar in Candia a luorne; manda la galia, soracomilo sier Zuan Contarmi, verso el Zante, con ordene, trovando le galie di Baruto, havendo qualche ordene de la Signoria, li avisi, et dirli poleno venir securamenle da corsari, el havendo alcun ordene, exequisca eie. Copia di una 1 etera di sier Tomaxo Venier 142 consolo in Alexandria, data a dì 29 Setem-brio 1516, ricevuta a dì. . . Novembrio in questa terra. Se sarò brieve, è perchè, dovendo partir da ma-tina per el Cajero, et essendo questo loco in moto per la morte et rota dii Soldan dal Signor turco, io alendo a scriver per mandar alcune mie scrilure fuora dii paese. Primo, venendo le galie de qui, spero sarà con bona ventura de lutti, rispelo che quelli hanno spezie, qui desidera ussirne per dubito di ar-mada lurchesca. E in vero, al modo si trova la terra, è da dubitar. Et poi seria tempo che molle spezie che stanno zà lauto tempo in magazen, i citadini habi el suo Irato, ldio le mandi, perchè non venendo, saria mina nostra et vergogna a la nazion. Essendo debitori con interesse, seguirà danno tal che’1 viazo da sì saria abandonato, perchè i colimi agraverà i mercadanli che non poria praticar. Mi rendo zerto, avanti el zonzer di questa per la Soria, si arà inteso l’esito de la guera in queste parte ; tamen corno l’habiamo dal Cajero la dirò. El per le precedente