MDXV’JI, FEBBRAIO. 570 c le arme di quella comunità, et ponerlo ne la chie-xia di San Marco; con altre parole ; la qual oration sarà notada qui avanti. Il Principe li usò graie parole, dicendo andassero) di bona voia et stesseno allegri e contenti soto la Signoria nostra, e tocbò la man a quelli si partiva, e cussi li altri di Golegio, et dili oratori la matina sequeule si partiteno. Di Ravena, fo ¡etere dì sicr Marco Minio, va orator a Roma, di 6. Dii suo zouzer lì, partilo di Chioza eri. Come il governador era reduto in ro-cba, dove era pocbi fanti in dito castello, etiani a le porte di la terra et mancho a la piaza. Il governador li ha mandato a dir aspetava una sbifcta e quello aria di nuovo lo faria intender; et per quanto si ha, Francesco Maria olim duca di Urbin era tra Pexaro et Urbin e havia preso uno castello chiamalo Gradara e quello posto a sacho. Le strade è rote, di la Romagna. Ha deliberato mandar le so’ robe a Cesena e lui metersi a camino a la liziera per la via li parerà più secura. 320* Da poi disnar, fo Consejo di X con la Zonla, in materia di padoanì, zercha quelli si apresentano a la ¿olla, et parte fono expediti, videlicet possino ritornar, ma non siano licentiati alcun se non è espe-diti tuli: zoè fo asolli luti quelli non havevano processo e tornasseiio a caxa, et anche alcuni allri di processo con oposition non da conto. Si andarà spazando il resto .... Di Bergamo,'ditprovedador Griti, di 6. Di quelle ocorenlie, et come havia scosso danari, et attendeva a far oro eie. A dì 10, ¡a matina. Fo in Rialto pubUce proclamato da parte di Cai dii Consejo di X e dato li-centia a tutti che si possano straveslir per questo carlevar, non potendo portar arme, in pena di L. 25 e star un mexe in preson et perder li habiti, li qual siano de li ofìciali che li troverano con arme. Item, non possino andar a mò di monache, ut in prodama. È da saper, di Mestre, fo ¡etere di sicr Francesco da Pexaro savio a terra ferma. Come ha expedilo le monstre di stratioti, ma il conte Mercurio non si conlenta di haver solimi 100 stratioti et voi altri 50 almen per il suo nepote. Item, voi zenle d’arme etc. Unde, fo terminà ozi far Colegio di Savii e consultar questa materia, et diman si farà Pregadi. Da poi disnar adunca, fo Colegio di Savi adcon-sulendum. Di Roma, vene ¡etere dii primo fin 5, di sier Marin Zorzi dotor, orator nostro. Il sumario di le qual scriverò di sotto. Item, de Ingaltera, di l’o-rator nostro, di 29 et 30 Dexembrio. Et dito corier che portò le letere di Roma, nominalo Mioralo, disse a bocca come Venere a di G, a bore 17, il duca Francesco di la Rovere olim duca di Urbin era miralo in Urbin e ritornato in quello dominio con occision di 700 fanti che li vene conira; et che dito corrier fo in Urbin e disnò in la camera di dito Duca, il qual havia aviato le so’ zenle a la volla di Pexaro per tuor quel loco, nel qual e il signor Renzo di Zero con fanti, e il duca Lorenzo di Urbin novo era in Rimano con zenle. Di Roma, di ¡’orator Zorzi, di primo. Come 321 era venuta nova de lì, Francesco Maria olim dueha di Urbin, con le zente tra Solarolo, Granarolo e fin a Santo Archanzolo alozato, et questa indusia di non procieder più avanti è per haver mandato due soi a la volta di Urbin per veder quello voleva far la terra ; li quali fono presi da le zente dii Papa. La Romagna è tutta malcontenta di questo governo ecclesiastico, et le zcntc dii Papa è mal pagale, sichò dubita seguirà novità. Scrive aver visitato li oratori francesi e averli comunicato la lettera monslrò al Papa dii bon voler di la Signoria e non se impazar in queste cose. Laudano assai che la Signoria non se impazi e haverlo fato intender al Papa, dicendo questo instesso hanno fato loro per uome de la Christianissima Maestà, e aver afermà il Papa ; ma oli’ el Papa è sospetoso e dii Re e di la Signoria che non aiutino Francesco Maria, per il che, dise, monsignor di Lodeva si voleva partire e lassar so fradelo episcopo di San Malò per orator in corte, perchè de lì non è allro clic astutie e duplicità; e li disse di le letere scrite per monsignor di Lutrech a Francesco Maria e Federico da Bozolo, con la risposta li feno, come per altre letere scrisse. Item, di inissier Latino di Franza non è venuto nulla, e loro oratori è tre mexi hanno auto ordine dii Re di firmar li articoli, quali si fosseno sta firmati, il Papa e la caxa di Medici hariano auto la proletion dii Christianissimo re etc. Item, scrive dii corrier che li portò le letere, li ha dito el signor Renzo lo retene a Ravena. Poi inteso era corier di la Signoria, lo lassò andar etc. Item, à risposta nostro, di 24, zerca le possession di Ravena e di Cervia da esser restituite a quelli zentilhomeni de chi le sono. Scrive parlerà al Papa, ma quando fo la cosa di Pexaro e li parlò, Soa Santità li disse non era tempo, indusiasse, passasse quelle turbolenze di Romagna; sichè non li pareva tempo, pur exeguirà dile letere etc. Dii dito, di 3. Come fo questa matina a messa