as* mdxvii, mese, el qual termine passato, siino fati debitori di 10 per 100 di pena dii debito suo, de la qual pena la mila sii de li Provedadori sopra la camera d’Im-presledi et l’altra metà di la Signoria nostra; nè se ’1 possi far gratin, ma debi essa pena esser scossa insieme con el cavedal, soto pena a li presenti Provedadori de pagar del suo la parte aspetanto a la Signoria nostra; et appresso siano publicati in questo et in el nostro Mazor Consejo li zentilhomeni nostri, et siano mandali debitori a Palazo; li altri veramente siano aslreti in ogni modo a pagar integralmente. De parte 175, de non 13, non sinceri 8. Di sier Andrea Grifi procurator, proveda-328" dor zeneral, lete per Alberto Tealdini, date in Brexa a dì 10, hore 14. Come era zonto de li, et portato con se li danari auti di Bergamo; ma sono varie monede di le qual si perderiano. Voria farli ori over inaridirli a Milan perché si potrà operarli, etiam questa Pasqua vera il tempo di danari si doverà dar etc. Dii dito, di 10, hore 3 di note. Come ha visto in quella terra li Martinengi molto conquassadi per la cassassion fata a domino Antonio da Martinengo condutier nostro; qual non lauda sia sta fata perchè havìa bona compagnia, licet lui sia sta amalato, et saria sta inejo haverlo aldìto prima; sicliè aricorda saria bon la Signoria parli di questo a li oratori brexani è qui. Item, scrive starà fin Zuoba, eh’ è ozi li, poi partirà, vederà haver più denari il potrà et meter ordini. Dii dito, di 10, hore 16. Come à hauto lettere di l’Orator nostro in Pranza, zerca li 20 mila scudi non li s'oleuo in Fiandra ma a Lion, sichè bisogna sia previsto presto per non alterar li animi di francesi ; e di questo suplicha sia fato etc. Item, manda a la Signoria le dite lettere di Pranza, etc. Di Franza, di V orator nostro Badoer, date a Paris, a dì 2 Fevrier. Scrive zercha questi scudi 20 mila si doveva pagar in Fiandra a uso di fiera el quelli francesi thesorieri li voleno più presto a Lion; dicono bisognarli, per il che parlò al zeneral di Beona di questo. Item, manda una lettera aula di Bruza di Nicolò Bonvisi molto longa ; come non è ordine averli si non poi Pasqua, pur à trovà scudi 4000 dii sol e li tegnirà, ma si slenterà haver il resto presto. Item, lui Orator ha scrito a Lion a li Bonvisi provedi di scudi 20 mila, et mandato la (1) La carta 327 * è bianca. EBBRAIO. 582 lettera di fede a li diti etc., ut in litteris. Item, scrive l’Imperador non è ancora entrato in Bruxelles, ni ancora il Gran maistro è parlilo. Item, eri il Chrislianissimo re prese l’insegna dii re Callio-lico dii monton (tosone) qual li detc monsignor di la Roxa orator di quella Maestà, et poi aidito una messa in capella chiamata Santa in palazo, Soa Maestà uscite fuora vestito con un manto di veludo ereinesin fodrà di armelini et uno capuzo di veludo su la banda zaneha in spala e la colana over cadena di la dita insegna al collo, et acompaghalo da tulli li signori di l’ordine di San Michiel andoe a la cliie- 328* xia cathedral dove fo dita un’ altra messa ^lenissima. Item, scrive è mexi 15 stato in tal legation, voria fusse eleto il sucessor. Dii dito, di 4. Come de lì erano venute nove de li movimenti dii olirti ducila di Urbino in Bo-magna. Item, il Gran maislroeRubertet non erano ancora partili, aspetano che monsignor dì Clevers sia tornato da l’Imperador e venuto per abocarsi con loro. Item, è venute nove che don Piero Na-varo era scorso per fortuna in Sardegna da la banda di Ponente con danno di robe assa’, rolo l’alboro di la nave, anegati homeni el morii, etc. Da Milan, di Andrea Bosso secretano, di 9, hore una di note. Come à ricevuto la licenlia di veuir a repatriar, zonto sia de lì il Carolilo; sichè rin-gratia molto la Signoria. Item, è zonto lì uno secretano dii ducha di Urbin, con il qual monsignor di Lutrech si ha alteralo, dicendo. Item, scrive che dito monsignor di Lutrech non è per partirsi questa quaresima de lì, ma resterà perchè cussi il He li ha scrito resli fino vedi qual sesto prenderà lo abo-chamenlo farà con li do reali; et domino Alexandro Triuizi, qual doveva andar in Franza con dito Lutrech, par esso illustrissimo Lutrech averli dito vadi in Franza che lui per adesso non poi andar. Di Verona, dii obsequentissimo servitor To-darò Triuizi, di 11. Scrive zerca le zente d’arme, in risposta di nostre che debi avisar l’opinion sua. Risponde, voria venir a la Signoria et a bocha diria il tutto, et questo poi sia zonto de lì il provedador Grili. Item, prepara per far le fabriche bisogna in quella terra, licet li tempi siano calivi, eie. Di sier Zuan Paulo Gradenigo provedador zenaral, date in Verona, a dì 11. Zercha i dacii soliti a fitarsi avanti la guerra, però che al presente non è afiladi solum do che si scuodeno, videlicet quello..... Di Bergamo, di sier Justinian Morexini e sier Vetor Michicl rectori, di 9. Come il prove-