1IDVXI, N0VE1IBKE. 170 gnor di Boysi el gran maestro, che è il tulto apresso Soa Maestà. Milan è gran terra, à gran populazion, gran ri-cheza, e gran povertà. Stanno su far cambii: non vi è zudei, ma loro danno a "25, 30 per cento senza una coscientia al mondo. Hanno milanesi in odio oltramontani et francesi et alemani, et amano molto la caxa Sforzesca e voriano uno duca di quella fymeja, e Maximiano ultimo so’ duca, fo tiol dii signor Lodovico, che è preson in Pranza, qual era una bestia, 10 desideravano haver più presto che niun altro; et hanno in odio venitiani, perchè li par siano sta quelli * in ogni tempo ha dà favor a li francesi aver quel Sta-do, el maxime ultimamente quando il signor Bar-tolammeo vene a socorer il Ite conira sguizari ; che con ellecto fo causa di la soa vitoria. Et in questo disse, di... francesi è nel Stato di Milan, pochissimi è che si trova esser conienti, ma più presto voriano esser in Pranza. Temeno dilli francesi mollo sguizari, perché con effecto sono i maislri di la guera, per le fantarie parlando; ma voleno assà cosse: ogni 29 zorni li soi danari, et di ogni 100, 10 page morte, e altri ordeni: e francesi per trabochar li sguizari, spendeno assà danari. Poi disse la intrada dii Chrislianissimo re in Pranza, olirà l’ordinario, come à inleso, è grande ; che quando il Re mete nel suo regno a una-parpa-giola per focho, traze scudi 500 mila, e questa non paga algun signor ni zentilhomo. Hor quanto a le cosse di Milan, li par aver diio a suficientia. Et desiderando aver licentia di venir a repatriar, 11 fo comesso con questo Senato dovesse venir al governo di Brexa. Et cussi vene; dove hessendo fato l’acordo di aver dila terra che spagnoli la teniva, partito di Milan, vene in campo e intrò al governo di Brexa a dì primo Zugno, dove li fe’ gran pechado a veder quella terra come la stava vacua di persone et le mure per terra parte. Unde si messe a voler reparar le mure et fortificar dove era stà per li nostri butado a lerra ; et il capitanio Piero Navaro consejò la forlificalion ; et cussi erano tre lochi da fortificar : San Zuane, la Garzeta et Torre longa. Et a dì 7 Zugno, parli il clarissimo Grili con monsignor di Lutrech dii brexan per andar a l’acquislo di Verona, e lui proveditor in questo mezo si messe a far lavorar in Brexa et per 10 zorni continui e la terra e il territorio lavorono; ma visto non si feva il dover, deliberò incantar le fabriche, e cussi incantò a lavorar sopra di loro, adeo à fato nel tempo è stato lì una bona opera, el Brexa è reduta fortissima e poco li inanella, el uno baslion qual fece far Antonio da Castello contestabele el Vulpin .... che morite, che di la sua morte fo gran pecato, et in tulio ha speso solimi ducali 2000. Et tre borgi è stà compidi di ruinar; resta solum le chiexie e monasteri in piedi, aziò li frali liabino causa di luor le cose loro el legarle el poi minarle et refar le chicsie in la terra ; et è stà ruinà in tal borgo mezo mio de caxe, che è stà gran pechado; ma si ha convenuto far cussi per melcr Brexa in forleza. San Fiorati sul monte è stà ruinà, et a la porla di le Pile bisogna conzar, licet sia batudo dal Castello, e cussi Torelonga, et uno bastion. Disse haver messo in gran forteza canton Mombel, adeo poi quando tornò a Milan el conte Pietro No- 98 varo et vene lì in Brexa, et visto quello si havia lavoralo, laudò sommamente. 11 Castello ha lassa ben fornito di vituarie. Artellarie poche sicome referiva a li Cai di X ; ma ben ha fato in la terra cotulur vini e formenli assai, el a questo effecto mandò 6 ciladini per il territorio a farli portar in la lerra, quando il nostro campo si levò di l’assedio di Verona. E disse, come nel suo tempo havia fato butar de lì 5 canoni da vinti, et fatto venir a lavorar in la terra 5 liomeni di Valtrompia, quali butano balole, do maislri di sai-nitrio et uno di far polvere, et ha ordinato 500 archibusi, di quali al suo partir erano zà butati 60. Brexa è un reame : è sia gran pecado habbi palido tanti danni. Il teritorio volze mia 100 di largeza et 50 di longeza ; sono brexani mollo marcheschi e zentilhomeni et populo ; ha Brexa intrada ducati 78 mila a l’anno; al presente dà ducati 28 mila e manco perchè per ste guere in la lerra, brexani sono stà rui-nadi e cussi le bolegc. Lui Provedador, in exei-ution di le letere scritoli, ha fato ruinar la Garzeta, la qual cossa è stà mollo agrata a’ brexani, perchè li par adesso esser una cossa inslessa e non come erano prima Gelfi et Gibelini, per la qual causa ditta Garzeta al tempo di duchi di- Milan fue fabricata; e dii terren si caverà a boni tempi a venderlo ducali 7000. Sono taole, 350 a ducati 27 la taola, che dicono che se si potrà vender, la Illustrissima Signoria caverà ducali 7000. Disse poi, vene lì alcuni francesi a scuoder li 50 mila ducati di la taia alias tolta per essi bresciani con letere di monsignor di Lutrech, adeo zonli brexani erano in gran fuga, e si scoseno li ci-tadini in li monasteri, perchè con efecto haveano scrili di man di loro brexani essi francesi, e dicea-no : « Proveditor fami pagar e fame raxon. » E lui Provedador, havendo inteso le raxon di brexani, che era che francesi li promise defenderli dii sacho e danni, et hessendo stà sachizali non sono più ubli-gali pagarli, perchè quando promessalo la taia ha-