313 MCCCCCVI, MARZO. Dii Chajaro, di Alvixe Sagudino, secretarlo, di... zener. Nara 1’ audientia aula etc., ut in sumariis. Item, il soldan non era risolto ; et che ’l havia manda 12 navilij versso il Mar Rosso, forniti, per obviar a’ portogalesi, sì come il tulio per letere più diffuse scriverò di soto. Di Candia, di sier Beneto Sanudo, capivamo et vice ducha. Zercha quelle fabriche. À compito uno turion e principia uno altro etc. ; et altri successi, et occorentie de lì. Da Corfù, di rectori. Zercha fabriche; e nove aute da Constantinopoli, il turco va drio armando ; et uno reporto a ’uto, per uno navilio zonto lì, come a Negroponte, hessendo venuto una barza di zenoesi, a cargar fermenti senza mandato dii signor, il signor turco havia fato morir tutti. Item, sier Hironimo Contarini, provedador di l’armada, scrive zercha fermenti, per far biscoti per l’armada etc. Di Elemania, di V orator, più letere. Come a Castel Novo, propinquo a Viena, havia comunichato le letere di la Signoria al re, di le oblation, venendo in Italia, sì di galie come lelere di passo etc. Sua majestà ringratiava la Signoria ; el che 1’ aspectava alcuni oratori hungarici, che vieneno, et zonli, et poi farà pensier a tal venuta ; et si feva preparation di zelile. Item, à aviso d’ingallerra, dii fiol, re di Chastiglia, come é stà molto hoiloralo da quel re, et li havia donato l’insegna di la rosa ; e versa vice lui l’havia electo di la compagnia di la........, eh’ è certa cossa molto degna. E nota, per altre, si ave il re d'Ingaltera, inteso il suo naufragio, mandò al re tiO milia scudi,-e-soa majestà non li volse, dicendo non li bisognare. Item, esso re d’Ingaltera avia fato certa liga con ditto re di Chastiglia, per star in amicitia. Di sier Vicenzo Querini, orator nostro, date a Falamua, 30 zener. Scrive la gran fortuna ; il sumario scriverò di sotto. Di Franza, di sier Alvixe Mozenigo, el cavalier, orator nostro, più letere, date a Bles. Zercha questa venuta dii re di romani in Italia; e havia comunichà al re le diliberation dii senato, in risposta dii re di romani, pur non voria el venisse, maxime armato, dicendo el spojerà l’Italia di oro, per far investison etc. Di Roma. Come il papa manda qui uno nontio, videlicet domino Francesco Argentino, suo intimo, et etiam il nepote, Cardinal Vincula, ne manda uno altro, per aver il possesso dii vescoa’ di Cremona. Item,'esser morto uno episcopo eli Surento, qual in vita, con libertà di poter renoneiar, da papa Alexandro, rannidò a uno nepote, il papa non à voluto la vaglij. Item, li agenti dii Cardinal Yslrigo-nia, per la expectativa I’ ha in dominio veneto, voleva aver beneficij di l’arzivescoa’ di Candia, woofer defuncto ; il papa à risposto averlo conferito a uno di la Signoria nostra ; et alia secretiora. Di Fiorenza uno aviso. Zercha la venuta dii re di romani in Italia, non piace a quel governo, maxime per il confalonier; et perhò si doveria !ar etc. Di Faenza, di sier Marco Zorzi, provedador. Avisa successi seguiti a Cesena ; e quel legalo dii papa, episcopo tiburtino, uè avia fato apiebar 7. Sumario de una letera, scrita per Anzolo Tri- I vixan, secretano di sier Vicenzo Querini, dotor, orator a presso il re di Chastiglia. Narra di la fortuna grande hauta. Da ta im porto de Falamua, a dì 30 zener 1505, re-cevuta in qu sta terra a dì... marzo 150(1. Come a dì 7 zener montono in nave ila.......; et non feno velia fino Alili, per expectar che ’l facesse el tondo di la luna. El ebbeno do zorni di bon tempo, die li condusse fino sopra Aritona, dove, la nude de dì XI, da poi una bonaza calma, havendo tutte le nave le velie d’alto, fonno asaltata a la improvvisa da una subita fortuna de greco e tramontana, che li fece gran paura, et ogni podio che tardavano a callar le velie erano tutti perssi. Et ebbeno gran faticha a mantenirse; et andono tutta la nodo et l’altro zorno con pocha velia lino a li confini del mar de Spagna ; et se smarite un terzo di l’armata. Poi a dì 13 fece bonaza tuto el zornO, el la sera, essendo circha X lige a presso Usenti, el vento se misse al ponente garbino a lhoro contrario ; e deliberano star quella nude su le volte, sperando el vento havesse a mutar. Ma seguile tutto l’oposito, el vento et mar crescete tanto, che su la meza nocte si trovono forssi 50 mia in mar, con tanta rabia de fortuna, die per dillo di quanti marinari sono su quella armata, mai fu la simile. Ogni uno procurò di salvarse al meglio che potevano ; e chi tolse la volta di mar, e chi ila terra, et lhoro tolseno la volta di terra. La matina a l’alba si atrovono con un foscho, che non si vedeva un palmo avanti, tanto a sequaro di terra, insieme con altre 17 nave, che ogni uno se lene per perso, senza speranza de remedio; et patrone, et piloto, et marinari, tutti se erano abandonati, et maxime un (rato che volseno amainar.; et la nave se ingalonò et stele un gran pezo, che l’aqua veniva dentro senza