4G7 MDXVIi, GENNAIO. 468 lafrancha, a dì 12, hore 4. Come in quella malina, come scrisse per le altre di eri sera, vene li a di-snar con lo illustrissimo Lulrech el reverendo episcopo di Trento, qual scusò il capitanio Zorzi non esser venuto per aver auto da far in expedir le fan-tarie e convenirsi partir di Verona, ma venir da poi disnar; et cussi quasi avanti si avesse compito di di-snar, dito capitanio Zorzi vene dicendo esser venuto per far reverentia a Lulrech, et che el conveniva partirsi, et disse che la terra li saria ricomandala, ricomandando quelli presoni tedeschi è in Venecia. Lulrech rispose non era in tempo di parlar di tal cosa, ma che in questi coloqui dieno far la Cesarea Maestà, il Cristianissimo re e il re Catolico si trateria tal cosse etc. e si adaleriano molte altre. Poi domandò fusse aiutalo di bovi per condur le loro artelarie è in Verona a Lazise e de lì per via dii Lago condurle a Riva. Li fo promesso dargli ogni aiuto, licet sia mal il modo di tal bestiame, per non esser strami e li bovi iti alozar da lontano. Ozi è ussito da Verona assà femene e chariazi e fanti spagnoli e tirano verso il manloano. Scrive, che il vescovo di Trenlo messe l’ordine, zoè confirmò, di Zuoba consignarli la terra ; ma di haver li ducali 15 milia nula disse, linde esso Provedador, partito dito Vescovo, parlò a Lulrech, dicendoli non ha dito dito Episcopo di danari. Soa signoria disse, averli dito aver fallo provision di pagarli a Trenlo, et però li voi lutti 30 milia a una boia. F, il Governador nostro restò con dito Lulrech e lui Provedador ; qual Lulrech disse: « Vedete, Zuo- * ba averò Verona, e tale che abi li danari diebo aver da viti, che subito vi la consignarò e la Signoria non averà la spexa, altramente pagarete li fanti e la spexa. Esso Provedador promisse di pagar, c Lulrech fe’ chiamar li thesorieri dentro e domandò quanto doveva aver per le page di venturieri. Disseno ducati 35 milia, di qual à auti 20 milia, tamen loro voleno a so’ modo,dicendo: « Si intrarò con le zente dentro vorò l’altra paga ». Al che esso provedador Grili disse: « Monsignor, questi non è i doveri », unde lui si vene in colera, usando parole grandissime, non da scriver, e lui Provedador pur soportoe, tamen scrive non manchava sì non zuogar di mano, dicendoli « Ve priego andò con Dio, non state qui, andè con Dio». Tamen lui non si volendo partir, a la fin convene partirsi, e li vene drio monsignor di Terbe suo secrctario, qual è homo da ben e amico di la Signoria nostra in ogni sua operation, scusando Lutrech di le parole etc. dicendo è di lai natura. Et par dito Lulrech li dicesse : « Voio pagate le zente sarà in Verona e li faciate le spexe etc. » Hor il Governador nostro restò in camera con Lutrech, qual non si po-tea placar, tanto era in colera, dicendo : « 11 Provedador mi ha voluto reprovar»,et che l’havìa auto a mal di P homo suo mandò a la Signoria, al qual non li era stà dato alcun danaro, dicendo esser stà fatto poco cavedal di lui, et cb’el voi l’altra paga; la qual di ragion non li vien, ma esso Provedador vederà di placarlo con darli meza paga. Item, recevete letere di la Signoria e intese le opere sue esser satisfacenti a questo Illustrissimo Stado, sichè ringratia il Signor Dio e la Signoria nostra. Item, se li mandi li ducali IO milia etc. Scrive di danari di Bergamo e Brexa non si poi valersi ; sichè bisogna pagar questa meza paga. Dicono francesi dover aver ducati 50 milia, sichè voi ducali 20 milia, per tanto suplicha siano mandati subito a Vicenza ; li qual poi siano redrizati in Verona, et voi averli al tutto Mercore a dì 14 a Vizenza, et a dì 15 Zuoba in Verona. Scrive, non si slaga per questo di aver Verona, e replica tre volte si mandi di lì danari, perchè li basterà e vederà de lì esser servito dal Governador nostro di ducali 6000; qual molto si ha risentito di le parole usate per Lutrech ozi « altramente guasconi e venturieri intreriano in Verona, et fariano gran danni in dita terra ». Scrive aver ricevuto li gropi di ducali 30 milia di varie monede e bezi senza falura; in tal sáchelo ducati, in tal oro e moneda, e in lai gropo mancha ducali 20. Scrive non si mandi bezi, et diti sacheli disordinali fa salvar, aziò forsi si potrà saper di chi sarano stati (fatti) per li segnali. Scrive Lutrech a hore 3 ha mandato a lui il suo secretario, replicandoli si habbi li danari e che li había Zuoba, aliter intrarà in Verona con li fanti etc., però si mandi etc. Di Pranza, di V Orator nostro, date in Am-bosa, a dì 4. Scrive, come le ultime sue fono di ultimo da Bles, et visto il Re non tornava, si era levato esso Orator, et venuto lì in Ambosa per parlar a Soa Maestà, e restali a Bles li oratori dii Papa, lo episcopo di Tricarico e domino Latino. Et scrive, ha ricevuto nostre letere di 24 et 25, dii Grili di 28, di Milano dii secretario di 29, e zonto lì in Ambosa, andò dal Re facendoli intender aver auto nostre letere, per le qual la Illustrissima Signoria ringratiava molto di lo apontamento fato, volendolo quello aprobar etc. Et che li 50 milia scudi erano erano preparati, de li qual 20 milia era provisto a darli a Lion, alla prima fiera, che sarà questa Pasqua, a Soa Maestà, in loco di 20 milia mandoe per nostro conto al re Chalolico, pregando Soa Maestà fusse contenta di questo tempo, et come sempre la Signoria nostra era per esser unita con soa Cristianissima Maestà.