37 UDXVr, 0TT0BBE. 38 Di sier Zuan Paulo Gradcnìgo,provedador generai, data ad Albarè, a dì 9, hore 4. Per alcuni parlidi ozi di Verona, ha esser lì pochissima vi-tuaria, e soldati si partono, et dice certo fin 10 over 12 zorni la terra sarà di la Signoria nostra; et si vende un tristo pan qual l’ha solimi i soldati, vino pochissimo, 200 castroni, et che il vino di Valpole-sella fo fato a sacho di li monti per il conte di Cariali, qual, chi sono andati a tuorlo, ha fato mosto con aqua, chi lo beve vanno l’interiori,.....ne hanno auli pochissimo. Dii socorso, dicono li soldati aver auto li do raynes et dieno aver altri 8 raynes, qual non li havendo fin zorni 3, darano la terra a chi vorano. Si dize l’acordo dii re di Pranza e di Spagna è seguilo con l’Imperador e con avanlazo loro, e zonzerà prestola nova lì: però il conledi Cariati ha tolto questo tempo di pagar li soldati, sperando in questo mezo zonzi. Dii socorso niun è intrato ; scrive di danari per le zelile etc. Di Franga, di l’orator nostro, date in Am-bosa a dì 30. Come eri a l’alba, poi cantata una solenne messa, la Christianissima Maestà et li oratori di Fiandra recluti, nè altri oratori vi lue, Soa Maestà zuroe li capitoli, la qual cerimonia lui volse veder, scoso in certo barello, et lo episcopo di Paris tolse il mesal in una man e in l’altra la croce che ’1 Papa donò al Re a Bologna, in la qual è dii legno di la f, et la Christianissima Maestà zurò di observar li capitoli, et cussi li oratori. Dovendo andar a disnar con monsignor il Gran maestro, disseno non voler per haver disnato avanti veniseno a la messa, e la sera andono da Madama a far un bancheto, dove fu baiato. Da poi pranso, lui orator andò in sala da la Christianissima Maestà per saper da novo. Qual Soa Maestà li dimandò si l’avea nulla. Rispose di no. Soa Maestà disse: