197 MDXV, OTTOBRE. 198 mandati et zonti a salvamento in la terra, per i qual si tien seguro ; e fa ogni provision, tanto più quanto intende spagnoli voler passar Po, et le zente manderà presto la Cesarea Majestà in suo socorso. Dize che il signor Bortolarnio col campo è andato straman; non sa la causa, pur stà vigilante et fa ogni provisione: la copia di la qual letera forsi noterò qui soto. Di oratori nostri apresso la Cristianissima Majestà,da Pavia, di 28. Come il Cristianissimo è li et aspeta che zonzi li capitoli sotoscriti per il Papa di lo apontamenlo facto, quali dieno esser per tutto Sabado, eli’è il di sequente, da Soa Majestà. Qual zonti, si saperà governar (secondo) quello farà spagnoli, o anderano in reame o non, et non andando, consejerà quid fiendum. Manda quel monsignor di Lutrech con le 500 lanze et... lanzinech a conzon-zersi col nostro campo per recuperar Brexa e Verona; farà la volta di Cremona et spera il Re subito aver il castello. Di Milan, Piero Navaro con le cave fate subte-ranee non cessava di bombardar il castello, adeo haveva facto cazer certo revelin over barbachan di muro, qual dete nel castello et si dize amazò 50 di quelli dentro. Le aque fo tolte come per avanti scri-veno ut in litteris. Di Andrea Bosso secretarlo di ditti oratori. Torna da loro, stato qui. Di Mantoa fo teiere di 30. Dii suo zonze lì, et come in camiti si scontrò con le zente dii Papa, qual tornavano, state in Milan, et alcuui spagnoli, in uno locho dito . . . unde par aver la lengua spagnola, parloe et scapollò et vene lì a Mantoa. Zuan Gobo veramente etiam lui andò di longo et scapollò. Avisa ditto Andrea, spagnoli bravavano di passar di Po, et il ponte non era fato ancora, ma mancava poco e passeriano a Sachela pur sul mantoan, et re-teniva li burchi trovano e burchiele. Item,avisa questi inimici averli ditto il Cardinal Sedunense sguizaro esser andato a Ispurch. 107 In questa matina, per esser l’annual dii Serenissimo Principe nostro compito anni 14, (in chiesa) de more, licei mò un anno non andasse per esser amalato, ma si fe portar in la sua chariega vestito di veludo cremesin, et li oratori Pranza e Ferara. Erano tutti cinque li consieri vestiti di veludo, mancha sier Bortolamio Contarmi ch’è a Crema, li procuratori e altri patrici. Fo ben acompagnato, et assa’ ve-clii e di quelli cazuti di la zonta l’altro eri. Et vidi de nuovi insoliti andar questi soli : sier Almorò Do-nado e sier Alvise Pasqualigo sono dii Consejo di X, et sier Alvise Pisani savio dii Consejo, era per età numero 46. Vi fu di zoveni rimasti de Pregadi questo anno : sier Marin Trivixan, sier Matio di Prioli, sier Zuan Malipiero, sier Michiel Morexini, sier Andrea Gussoni et sier Francesco Barbaro qu. sier Daniel, ultimi di tulli in seda. Eravi etiam sier Se-bastian Bernardo, pur in seda. Et compilo la messa, la Signoria col Colegio et il Principe si redusse pur da basso, et fo leto le lete-re sopradite, et etiam : Di Pergamo di sier Zorni Valaresso prove-dador di... . Come havia fato experientia di aver la Capella, e datoli una bataja con quella poca zente l’à, intervenendo Mafio Gagnolio, è lì con alcuni fanti, e altri bergamaschi marcheschi; ma nulla potè far; sichè volendo averla, bisogna mandarli qualche zente. Da poi disnar, fo deputa la Quarantia Criminal, col Principe et Signoria, intervenendo li altri ofìci ordinati, quali sono numero ... per provar un zen-tilhomo cretense che li Avogadori lo voi provar zentilhomo nostro, che non è tutti i soi provati, et ha nome sier Piero Dandolo; et fo provado. Et li Savi si reduseno di suso in Colegio a consultar. Di campo, vene letere a hore 23, da Gedi, di provedadori venerali nostri, di ultimo, hore 3 di note, et vidi una di sier Domenego Contarmi provedador generai a sier Zuan Antonio Dandolo di questo tenor: In questa noie, a bore zercha • cinque, lo illustrissimo signor capitaneozeneral mandò per me, il qual trovai molto inquieto et alterato del male, dicendomi « Provedadore, io cognosco star male, ti prego non mi abandonare. » Io lo confortai con quelle miglior parole che seppi, et immediate li feci fare uno serviciale già ordinato la sera. Lo lene alquanto di longo, e poi evacuò e parve bene che lo contaminasse, tamen per bon spazio li diede remedio; non di meno ha trapassato la notte con inquietudine. Spazai subito a Bergamo alhora per dui excelenli medici, et per uno altro qui a Ottolengo. Questo è ben venuto, ma quelli di Bergamo nò per il viagio longo. Son stato tutta la notle con sua excelentia, et poi etiam questa malina. Hozi ha reposato bene, et questa sera ajulatosi assai con il vomito et ussita ; spero che questa note passerà bene e dimane meglio, per modo che l’averemo di subito in piedi. Ba patito sua excelentia gran strachi quesli zorni, che ora mai a la età sua non si richiedono; ha chavalcato questi zorni per pioza, et nel passar di Ada e di Oglio a guazo, è stalo longamente in aqua per ordinar li altri. Lui stava