193 MDXV, OTTOBRE. 194 Sier Alvise Bembo qu. sier Lorenzo. Sier Antonio Conlarini qu. sier Francesco. Sier Lunardo Zustinian qu. sier Bernardo. Sier Nicolò da Mosto. Sier Santo Moro dotor. Sier Faustin Barbo. Sier Francesco Erizo. Sier Nicolò Gradenigo qu. sier Francesco. Sier Silvestro Minio qu. sier Andrea. Sier Piero Corner. Sier Polo Valaresso qu. sier Ferigo. Sier Domenego Venier. Sier Alvise Foscarini qu. sier|Marco. Sier Marco Gradenigo dotor. Sier Francesco Barbaro qu. sier Michiel. Sier Alvise Foscari qu. sier Nicolò. Bel Consejo di X nuovi. Sier Almorò Pixani, qu. sier Zuane. Biave. Sier Tadio Contarmi. Intrudi, di Zonta. Sier Andrea Trivixan el cavalier. Sier Andrea Magno. Sier Alvise Barbaro. Avogadori. Sier Francesco da Pexaro qu. sier Marco. 105'' Bil mese di Octubrio. A di primo, Luni, introno in Colegio li Ire Savi dii Consejo et quelli de terra ferma,excepto sier Al-vixe di Prioli, et tutti quatro i Savi ai ordeni, excepto sier Andrea Loredan. Bi campo, fo letere diprovedadori generali, da Orgnan, di 28, hore 3 di note. Come il capita-neo zeneral era a Gedi in palazo dii conte di Pitiano alozalo, e il campo lì et a Orgnan, ch’é mia 3 distante. Et pagavano li fanti, aspelando le zente francese, qual erano di qua di Lodi a Castel Lion, videlicet il Bastardo di Savoia con lanze 500 et 4500 lanzinech. Et in Brexa erano intrati li 1000 fanti tra spagnoli e (1) La carta 104 * è bianca. I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXI. todeschi ; et come hanno, quel governalor è in Bre-xa per Spagna, qual havia dito a li ciladini di la terra, per avanti, venendo il campo sotto, di volersi render, a bora parla altramente, havendo inteso la zente ussite di Verona per venir in suo soeorso, dicendo volersi manlenir, e di ciladini, chi non voi star se ne vadino, et ne ha mandato alcuni fuora, et atendono a forlifichar la terra et far bastioni et spia-nade. Scrive lui sier Zorzi Emo provedador andò a Gedi a trovar el signor capilaneo zeneral, qual era su uno prado, solìci^ando voler andar sotto la terra over a la volta di Verona, che saria più facil impresa, juxta il voler di la Signoria nostra. Et scrive coloqui auti insieme, et che voleno aspetar le zente francese, qual pareva dimorasse per veder di aver il castello di Cremona, et prima andar a quella via etc. Bi oratori nostri sier Marco Bandolo c sier Piero Pasqualigo doctori e cavalieri, da Pavia, di 27. Come sono lì con il Cristianissimo, et il castello di Milan tutavia si batte con l’artellaric, et vi è atomo domino Piero Navaro, aptìssimo capitano a combater terre e castelli. Item, il Re li ha ditto ha praticha nel castello di Cremona et sperava prestissimo di averlo; non si voi partir per Milan lino non babbi auto il castello. È da saper, in lelera di oratori predili, è come li deteno la letera di la Signoria congratulatoria di la viloria. La le’ lezer, li piacque assae, e ringratiò la Signoria molto, dicendo non è per manchar a la recuperation dii suo Stado; et le letere a la Rezina consorte et a la madre, le spazò in Franza. Bi Vicema, di sier Nicolò Pasqualigo podestà et capitano e sier Jaeomo Manolesso provedador in visentina, di eri. Come ha aviso, le zente ussi de Verona eri a hore 22 tulle tornono in Verona, molto di mala voja, havendo inteso il nostro campo andava a Brexa insieme con francesi. Et in Verona molti sgombravano il suo, mandandolo fuori di la terra per asegurarse. Bi lluigo, di sier Bonà da Lese podestà e capitanio. Come il ponte fato a Hoslia, par sia passato Mulio Colona e altri capi, da lanze 250 dii Papa erano a Milan, venuti per la via di monti a Verona, e vanno di là di Po. Si dice hanno acompagnà il Cardinal Scdunense sguizaro in Verona. Bi Hongaria, di sier Antonio Surian dotor orator nostro, tre letere, Vultime di 12. Il sumario dirò, lete.le saranno in Pregadi. El manda do letero dii Re a la Signoria noslra: una si dagi fiorini mille a uno è preson di turchi so ungaro, per rischalo, a conto del suo credito; l’altra si dagi ducati 200 a 13