Ili MDXV, SETTEMBRE. 112 ¡1 li doi provodilori zenerali c al Conlestabele, laudandolo. Item, una a sicr Marco Dandolo et sier Piero Pasqualigo doctori et cavalieri oratori nostri, laudandoli etc. Fu poslo, per li Savii (ulti, di expedir sier Lu-nardo Bombo, va baylo a Conslantinopoli, e li sia dato li danari e li presenti jusla il consueto, aziò sier Nicolò Znstignan baylo, è li, possi venir a repatriar. Fu presa. Et per le letere dii proveditor Contarmi, par abbi mandato Mallo Cagnolin coidestabile nostro era in Crema a la volta di Bergamo, per far levar in quella terra San Marco Di Ferara, fo letere dii Ducha, di 17, al suo orator qui. Come aveva aviso il signor Renzo esser zonto a Piasenza, e verificava la rota data per il Cristianissimo a’ sguizari. Di Fadoa, di sier Piero Querini podestà et sier Hironimo da dia’ da Pexaro capitanio, di Itosi, a dì. . . liore do di note. Da Cotogna, di Jacomo di Nodari proveditor. Come le zenle di Verona, con el signor Marco Antonio Colona e il conte di Chariati erano ussite quel zorno a dì.. . fuora et andate verso Vulezo: questo perebò bavevano inteso il campo di francesi era sta roto da’ sguizari, e cb’el nostro campo fugado ritornava a la volta di Padoa, per darli adosso etc. El vene zoso Pregadi a horc una di note. El fo fato fuogi in piaza di S. Marco e lumiere atomo il Palazo, et ferali in campaniel do man. El fo Irato assà colpi di artelarie di palazo, e fo assaissimo persone in Piaza, et cussi per li campameli fo fato fuogi, e in ca’ Dandolo in cale di le Rassefo fato, dove sta l’oralor di Pranza, gran luminarie di ferali alorno la caxa e sopra li copi e a le fa nostre, che fo bel veder. Et a bore do di nodo, gionse uno corier con le-ter e di Bontà, di 16, liore do di note. Quello le dice, scriverò da poi. In questo zorno, io parlai con un Francesco cava-laro venuto ozi di campo con le letere, qual dice aversi trovato al fato d’arme e vide tulio. Prima, come sguizari,quando a dì 13 vene ad asaltar il nostro campo, par fosseno azonli 11 rnilia venuti novamente di loro paexo apresso li altri erano prima, ch’è zerca 18 milia. El fono do parte, una in l'antiguarda insieme con molli milanesi, l’altra di numero 8000 al retroguarda con opinion, fraebassà el retro-guarda che 1’ havesse el preso l’artellarie, voltarsi a la bataja dove era il Christianissimo re, e de fa-sili saria sta roto. E cussi fono, e francesi dii relro-guarda non poleano più ; ina sopravenulo il capita- nio zeneral nostro, dele dentro che li rupe e fracas-soe tulli, adeo tutti 8000 fono lajati a pezi, perchè niuno fo fato presoti. Fo crudel balaglia. Morti di francesi di 100 lanze et 0000 lanzinech, et di capi, il fradello dii ducha di Barbon, qual il Sabado lo vide portar a sepelir con gran honor et vestilo d’oro, e alcuni altri. E de’ sguizari. Poi il venere, compi- G4 to il fato d’arme, qual fu fato in locho ch'era fossi et con tanta polvere che pareva fosse nìolo, andati atorno col proveditor Contarmi, vide assa’ corpi di sguizari morti in terra come porzi, mal vestiti e poco imo niente armadi, et vi vele più di 40 sguizari ancora vivi, quali da li lanzinench trovati erano de subito morti ; el vide molle caxe di paia con fuogo dentro, dove erano assa’ corpi di sguizari ivi morii clic li volevano brusar. Anchora de’ francesi no era in terra morti et cavalli, ch’era una cossa horibele a veder ; et fo (rovaio qualche francese ferito non ancora morto, ch’era tolto suso et portato a medichar. Fo crudelissima bataglia; mi restono morti di sguizari da 18 miglia in suso. Fo trova el corpo dii fiol fo dii conto di Pitiano, e portato a Lodi a sepelir. Dice, clic di 22 borse tajate di questi sguizari, fo trovato dentro varie monede non di valuta, marzeli 19; sicliè sono poveri e chanaja. Dice aver visto lui il Christianissimo re armalo smontar da cavalo con la pycha in mano per far animo andasseno avanti; el qual Re è bellissimo, et ha A'Mopublice cognosse la viloria dal nostro capitanio e da le nostre zente, e voi donar Pavia al signor capitanio. Dice, poi partì con letere, ch’era venuto il Irombeta di Milano dal Re e doveva venir li oratori di Milan, e lui vene a Lodi la note, dove era sier Zorzi Emo proveditor in leto con gote. Vene poi a Crema et Bozolo et a Man-toa, dove il signor Marchese feva minar e far bastioni a le porle. Poi passò a Vilipenta, et vene di longo, e si diceva le zente erano in Verona sono andate a la volta di Brexa, e a Borgo Feraro si preparava alozamenti per altre zente dii Papa, veniva di là di Po por andar in Verona. Dice, il Christianissimo re volse veder il nostro campo in ordinanza, che fu be-lissimo e ben in bordine, et laudato dal Re, qual dice gran ben de veneliani. Et poi disse che Pietro Na-varo si havea portato benissimo da valente homo; e di francesi e lanzinech molli ne erano de feridi, e che si trovava sguizari scosi su li albori et a le rive di le fosse et erano morti da’ francesi. Di sier Domenego Contarmi proveditor se- 64* neral, vidi letere date in campo regio et veneto ad Marignano, a dì 15, liore S di note, parti-cular, di questo tcnor. Beri scripsi la felicissima