311 MDXV, NOVEMBRE. 312 stati a visitation di monsignor di Lansom et poi dii ducha di Barbon gran contestabele, ai quali presentono le letere di la Signoria di credenza. Da poi disnar, l’orator Grili andò solo dal Re, qual li fece gran riera, e stete con lui apuzato a uno balcon quasi do bore. Sua Majestà à expedito Pietro Navaro con li guasconi et venturieri numero 8000; si dice sarano a l’impresa di Brexa. Et questo per letere duplichate di sier Domenico Contarmi provedador di 15 et 16 ozi drizate a li oratori et dii signor Zuan Jacorno, quelli scriveno non se fidar di lanzinech erano in campo, et solicita si mandi questi fazendo levar quelli è lì, che fanno pezo che meglio, e dubitano aver i nimici dentro in campo con loro. Etapon-to una letera di queste zouse hessendo il Griti con il Re, qual la monstrò al ducha de Barbon, qual subito ordenò le letere che ditti lanzinech immediate si levasseno. Bora le l'ano levar, et Marti a dì 22 il conte Pietro Navaro si meterà in camino. Et li oratori scriveno a li Capi di X, di coloqui auli il Grili con il Cristianissimo re. Itcm, ozi il Grili donoe uno cavai turco al dito conte Pietro Navaro, et uno bazil pieno di zucharo e alborelli di confetion; il qual presente domino Andrea Caodivacha senescal-cho zeneral di oratori lo portoe, con ordene, portato, di partirsi subito. Scrive, poi semo qui, sempre à piovesto a sechi roversi, sichè li drapi la mazor parie sono vasti. Fo lelo una letera di Padoa di Hironimo di Cavalli, qu. sier Corado, drezata a sier Francesco suo barba, di eri. Come suo fradelo Francesco, che fu preso a Valezo, qual era locotenente di la compagnia dii Manfron, et il Cariali lo voleva far a-pichar, è sta liberalo dal signor Marco Antonio Co-lona e cussi li altri presoni ut in litteris, la copia di la qual noterò qui avanti. Da poi disnar, fo Consejo di X con la zonla. Di campo, fo letere dii provedador, di 20. De occurrentiis. Aspetano con desiderio il conte Pietro Navaro e le altre zenle. Di Milan, di oratori, di 18 et 19. De occurrentiis etc. Et Io vidi la solitaparticular copiosa, di 19, Ime do di note. Eri matina, a dì 18, fussemo a messa del Domo col Re, et fu bon tempo. Poi messa, venissemo fuora a montar a cavallo, et il Re si voltò a li oratori che non erano ancora montati, et volse aspetarli, eh’è cosa inusitata far a Sua Majestà, che come P è montato a cavalo, non suol aspetar alcun. Et fo Sua Majestà acompagnata a caxa, et a la porta il Ile s’è volto adricto a licenliarli oratori prediti 5, che fe’ stupir tutti le gran dimonstralion fa a questa imbassata nostra. Eri, da poi disnar, li oratori fono a visitation di monsignor di Vandomo, et poi il duca di Lorena, poi dal cardenal di San Severino, poi da lo episcopo dì Tricharicho legato dii Papa, el qual, 175* inteso la venuta di oratori a lui, vene contra fino a la porta di la via et li voleva meter di sopra ; et l’o-rator Trivixan li fece le parole etc. Ozi non fa altro che piover. Et poi disnar, li 5 oratori et il Dandolo partile per Venelia, sono stati dal Re do hore in diversi coloqui. 11 nostro alozamento è pocho largo dal Castello. In questa matina, il gran scudier signor Galeazo di San Severino donò al Re 20 pezi di cavalli bellissimi e benissimo in ordene, di fornimenti schieti d’oro erano li più bruii. 11 Re li volse veder corer el manizar, et vene qui a la piaza dii Castello, dove li feze condur da le so stalle, e ditto Gran scudier montò suso a uno a uno davanti a Sua Majestà, e fe’ quello è possibele di far. Si atende a far partir il conte Pietro Navaro, qual dia partir come el sapi le fanta-rie deputale andar con lui, alozate al Monte de Brian-za, sieno levate, et zà è stato mandato a levarle al dito Monte, ch’ò al confili di Bergamo. In questo mezo, à fato li oratori scrivi in campo preparino cestoni e tutto, aziò, zonto el sia de lì, non perdi tempo, perchè voi ultimar la impresa. In questo Consejo di X con la zonta, fu preso do parte zercha l’imprestedo ut patet, videlicet quelli hanno promesso pagi con pena, et siano publichadi nel Mazor Consejo a notilia di tulli. Copia di una letera scritaper Hironimo di Ca- 176 valli, data in Padoa a dì 21 Novembrio 1515, drizata a sier Francesco di Cavalli suo barba in Venetia, leta in Pregadi. Magnifico et generose domine, pater obser-vantissime, gaudeamus omnes in Domino, diem festum celebrantes. In questa hora, il conte Ale-xandro di Rossi et Jacomo Dondani mi hanno dito che, venendo di campo, hanno dormilo con Francesco nostro et bevuto et mangiato a Mon-zanban. Il qual lì ha dito, che, menato in Verona, essendo presoli de li homeni d’arme dii signor Marco Antonio Colona, il conte di Chariati il mandò a dimandar a li homeni d’arme. Li risposeno non gel voleano dar, che era suo presone et homo da ben et valenthomo. Il conte li mandò una armata a torlo; il che presentendo, quelli homeni d’arme se armorono e messesi insieme et menaron con lui