341 l’abate Mozenigo, el la Signoria, e altri patricij, con-vidati per la malina al pasto eoi principe. A dì 21. La malina il doxe andò in bucintoro a sposar il mar. Eri portò la spada sier Zuan Marzello, va podestà di Chiozu, et suo compagno sier Francesco da Leze, quondam sier Lorenzo ; et ozi portò sier Michiel Memo, va a Napoli di Romania ; lo suo compagno, sier Antonio Morexini, quondam sier Michiel. Etiam fono a disnar col principe, videlicet drio li oratori di Franza e Spagna, l’oralor dii re di Tunis, moro, et li do oratori dii valacho etc. A dì 22. Fo pregadi, per la parte iterimi posta per sier Andrea Venier, savio dii consejo, di armar do nave per corsari, che assai sono in mar, et far uno eapetanio etc., ut in parte. Et leta la parte, parlò sier Domenego Malipiero, savio a terra ferma, sier Andrea Venier, sier Piero Moro, è di pregadi, sier Anzolo Trivixan, consier, qual messe di tajar i legnami al boseho, per far do barzoti, et poi sier Domenego di Prioli, è cataver etc. Or li savij messeno certa parte, pur armar nave, et far de presenti il eapetanio, e il Venier farlo luni proximo, et questa fu presa. Et fo leto le infrascripte letere : Di Cypro, di sier Christofal Moro, luogo tenente. Come erano venute le chavalete che danizano li formenti, tamen l’aqua, a lhoro contraria, era stà porlà etc., ut in litteris 5 aprii. Di Corfù, di sier Nicolò Pixani et sier Bernardo Barbarigo, rectori. Come era zonto lì il barzoto dii Prioli, qual fo svudà di le merchadantie, dal corsaro che ’l prese, a una isola chiamata Pom-pulosa, e poi lassò il dito barzuto, il qual trovò uno altro corsaro, ma vedendo 0 havia, lo lassò, è zonto lì a Corphù. Item, che quel corsaro che ’l prese, eh’è da......., à fato questo, perchè imo so navilio di sai a Brandizo fo preso e butà in mar; e voleva zerchar uno zenthilorno per apicharlo per la golla. Dii provedador, da la Zefalonia, videlicet sier Hironimo Contarini, di I’ armata. Scrive etc. Di Poma. Zercha il vescoa’ di Cremona, pratiche col Cardinal Castel di Rio. Item, che ’l re di Spagna à scrito al papa, che ’l vescovo di Granata è maral) ; il papa à commesso la causa et inquisition a 8 cardinali, utpatet. 157 * Dii Cardinal Grimani. Scrive a la Signoria in soa excusatione zercha l’abatia di le Carzere, per lo acordo fato con li frati di San Michiel di Muran, per lui non mancha etc. Da -Napoli. Come il gran capitanio si mele in maggio. . 342 ordine per andar in Spagna ; porla con lui, fra danari e roba, per ducati 200 milia. Di llomagna. Certa novità seguila per il signor Michaleto, soldato de’fiorentini, di aver amazato alcuni cai di parte. Et sier Alexandro Pixani, provedador di Brixigele e capitanio di vai di Lamon, scrive di la pace lata tra domino Vicenzo e Dionisio de Naldo, e lui è slà bona causa, qual alias se intese. Fo licentiato il pregadi, et restò consejo di X. A dì 23. Fo consejo di X, con zonta di-colegio e altri. E fo tajà, prima tute le alivelation, fale per li piovegi e altri, da anni 30 in qua, di cosse solo il dogado. E fu fato scurtinio, juxta la parie ultimate presa, di far 3, sora le alivelation et confisca-lion etc. dii dogado, con X per 100 di utilità ; et rimaseno sier Antonio Condolmer, è di pregadi, quondam sier Bernardo, sier Nicolò Dolfim, fo di pregadi, quondam sier Marco, sier Francesco da Leze, fo provedador e synico da terra ferma, quondam sier Lorenzo, i qual tutti 3 acctono. A dì 24. Fo gran consejo. Et fato eapetanio in Candia sier Piero Marzello ; eapetanio a Baruto niun passò. Item, per li consieri, fo voluto ineter una parte, che li patroni a l’arsenal, compiilo l’ofieio, non havesseno contumatia ; et sier Antonio Trun, consier, a l’incontro messe, che ’l vuol la parie, con questo tutti habino contumatia, nemine excepto. Item, non si strida si non al capei di mezo, et chi al capei di mezo tocherà, quello se intendi cazar etc. Or il doxe, con ti consieri altri, videlicet sier Marco Bolani, sier Piero Morexini, sier Piero Duodo, sier Anzolo Trivixan, et sier Zacaria Dolfin, ebeno mal di questo scontro, et non volseno mandar la parte; sì che ’l scontro non andò, et tulio il consejo li piaceva, maxime le caxa grande. A dì 25. Fo consejo di X, con zonta di colegio. A dì 26. Fo pregadi, per far il capitanio ili le nave, qual à ducati 50 mexe, con la condition di la mità, et fono tolti numero .... Et veneno a tante a tante sier Nicolò Pasqualigo, è ai X savij, quondam sier Vetor, et sier Domenego Dolfim, fo cape-tanio al colfo, quondam sier Dolfim ; e rebalotadi, il Dolfim rimase di una balota, et aceptò. Fono leto le infrascripte letere, videlicet da Boverè, di sier Zuan Francesco Pixani, podestà. Come uno di Agresta à voluto combaler con uno altro sul teritorio di la Signoria, contra li soi comandamenti, et voi licentia di darli taja; et cussi fu presa la parte. Di Hongaria, dii secretario nostro, di 7 MCCCCCVI,