391 MDXV, DICEMBRE. 392 lien cerio, di voler soccorer Brexa e passar per un locho dito More el teritorio deriva in la Val de Bon, e de li a Ghastor, et de li si dize sono Ire vie, una per la via che va verso la riviera di Salò, l’altra verso la rocha de Anfo, e l’altra sopra el monte de la rocha de Anfo per andar a Bardolin. Et à inteso però prò nunc tutte dite vie è sta fornite di zente, e non si crede mai passerano, et ha comandi tutta la Val de Lagri che stia a l’ordine. E par i dicano voler piar uno di questi tre parlidi e andar a socorer Brexa per la via sopradita ; altri dize per la guarda di Riva ; altri vegnir a sachizar la gardexana, ma pur si judica voler soccorer Brexa; altri dicono voler vegnir a la impresa di questo locho di Peschiera mal fornito di fanti e viluarie. El contestabele di la rocha domino Zuan da Biete, è andato a Salò, con licentia dii provedador zeneral, per sentirse mal, per medicarsi, che li duol assai, per esser uno valentissimo homo et per non haver altro contestabele in dita rocha ; la sua compagnia è ben li et per quelli sono homeni da bene. In la terra se ritrova da 500 fanti, e’1 luogotenente di domino Benedetto Crivello, el qual Crivello è qui a Venetia. Vi è etiam cl luogotenente di Babon di Naldo, el Cagnol da Martinéngo; ma nessuno voleno intrar in la ro-225* cha. Al governo di questa impresaci ritrova etiam domino Zuan Batista de Fan, con la sua compagnia. Noto. È in la terra provedador sier Jacomo Vi-turi di sier Alvise, qual ò posto per il provedador zeneral, zovene di anni 20. 226 Amice honorande. Per dar notitia di le cosse de qui a vostra ma-gnificentia, et per mantener lo antiquo inslitulo nostro, quantunque per absentia mia da Roma sia stato alquanto interotlo, vi narerò brevemente li successi del camino di la Corte. El zorno di santo Andrea, la santità del Papa intrò in Firenze con tanto honore et tante acclamatione et accoglientie dii populo, che fu cosa mirabilissima. Fecero in vari lochi de la cita, con ingegnose opere di legname, lo obelisco di Roma, lo amphiteatro, archi triumphali et statue equestre, e più comparse a lochi convenienti. Tuta la nobilitate, sì homeni come femine ornatissime. Deinde a dui zorni partisse el Papa, et a li 7 di Decembrio intrò in Bologna, con freddo apparato et pochissime acclamatione. La Domenega, la Majesta dii re Cristianissimo, appressandosi, mandò al Papa per am-basadori monsignor di la Trimoglia e monsignor di Lutrech gran marescalco, e Martedì a li 11 entrò cl lie. Tutti li cardinali ghe andorno incontra lino a la porta, con tutta la lor fameglia, e così cominciò a intrar gran furia de gente. Tandem, vene l’ordene : Prima la guarda del Papa a cavallo e li svizeri a pede con trombe et tamburi ; da poi seguitavano li araldi dii Be con le trombe, vestiti a gigli d’oro in campo azuro ; poi seguitava monsignor lo gran Se-neschalco de Normandia e monsignor de San Valier, con li sui ducento zenlilhomeni del Be, li quali bene vestiti, senza arme, sopra curtaldi e verghe in mano, introno a quatro a qualro; da poi seguitorno per ordine tulli li cardinali, e la Majestà dii Re era in mezo de li dui ultimi, cioè San Severino e Ferrara. Itavea indosso una zimarra de arzento e seda, e una bereta di veludo negro con uno penachieto negro, una verga in mano, e solo havea uno cavalo bajo scuro, fornito di veludo negro e fiochi de oro : la cera è belissima, Io naso lungheto, la bocha parla e ride, le mane non stano forte; in summa est facies digna imperio, è grande più de la comune statura, è tuto pieno di forza e vigoria. Precedevano pocho avante li pagi di casa, e li servidori de taola e camera con lo grande scudiero missier Galeazo Sanseverino con sfogiati ornamenti. Immediate a la persona dii Be, seguitavano in una fila, lo Gran Contestabele,’cioè il duca di Borbone, lo duca di Loreno, lo duca di Vandomo. Poi lo Gran canzelier, monsignor de la Tremoglia, Lutrech et forse trenta gran capitani. Da poi quesli, bravissimamente ornali, seguitavano in una fila tre capitani di la guarda dii Be con li soi quatrocento arcieri, cioè monsignor de Crisol, monsignor Gabriel scozese, et monsignor d’Obignì con le sopravesle ricamale a oro, con la salamandra in foco per l’impresa, e così tutti li soi arcieri. Da poi questi, seguitavano monsignor de Mongiron e monsignor de Cosin con ducento balestrieri a cavalo armati, le sopraveste gialle c rosse e negre, l’altri rosse, negre e bianche; e poi questi infinita turba. El Be smontò in palazo, ove il Papa glie havea 226* facto apparare quattro stanze, l’una de raso cremesín con fiamme d’oro, l’altra veludo cremesín con perfili d’oro, l’altra de raso turchino, e l’altra di brocato d’oro. Da poi andò dal Papa, acompa-gnalo da quatro cardinali, quali haveano disnato seco: cioè monsignor de Sauli, Santi Quatro, Cibo e Santa Maria in Portico ; ingenogiossi, basò lo piede et poi fu subilo levalo dal Papa e basò la faza. Disse in substantia, in breve parole: come lui havea desiderato de esser bon figliol de la Sede Apostolica e santa madre Giesia, et che adesso oferiva tuta sua posenza, dedicava la corona e da-