49 MDSV, SETTEMBRE. 50 Li Avogadori e Cai di X; sier Lunardo Mozenigo, fo dii Serenissimo; non era algun fiol dii Principe, et demum li cavalieri altri: sierZorzi Pisani veludocre-mexin, sier Zuan Badoer restagno d’oro, sier Alvise Mozenigo reslagno d’oro e senza beclio, sier Andrea Trivixan restagno d’oro, poi sier Gabriel Moro e sier j Francesco Donado di seda et becheti d’oro, con do-; mino Tliadio de la Molclin vestito di panno, nostro I fora ussito di Bresa, et poi domino... da Vilmarebà | cavalier, citladin di trema, slà qui, è ricbo; demum I assà dolori, zoveni in seda, poi li vecbii, il più vechio | era sier Micbiel Salomon; successive, li altri ita clic | di la Signoria indrio sono numero. . Ira li qual era | lutti, computa le veste d’oro, numero 83 in seda, | il resto in scartalo, e sier Anzolo Trivisan in zambe- Ìlolo negro, sier Polo Valaresso el governalor in pano paonazo, el ultimi erano sier Andrea Foscolo in ve-iudo cremexin, sier Piero Bernardo in scadalo, et sier Sebaslian Moro veludo cremesin. Sichè la Signoria fu ben aeompagnata da zercha numero 116 in tulio, e con grande alegreza sonando campano, fo compila dila procession, e tulli andò a disnar. Era mollo tardi, et subito fo disconzà la Cbiesia el Palazo di le tapezarie, e calati zoso li stendardi grandi si mele in Piaza. Da poi disnar, poi vesporo, fo ordinalo redursi jt Colegio di Savii, quali si reduseno. El percliè questa malina, come ho scrito, per tempo fo lelere di campo dii capilanio zeneral e di provedilori nostri, da San Martin di Bozolo, a dì 6, liore21. Come spagnoli erano a la Machastorna, et il noslro campo si : leveria la mulina, et voriano andar a Crema : aspeta- 26 * vano li messi hanno mandalo al re Chrislianissirno, et la risposta dii trombela mandalo a luor Cremona: voleno andar a Crema ; si conzonzerano con quelle ; zenle nostre ch’è fanti... e li darano danari : il signor ltenzo si lien si partirà certissimo, ne aspelerà il ca-pilanio zonzi lì ; ma scrive per lelere parlicular sier Zorzi Emo, partendosi, non menarà con sì da 30 di soi, perchè il resto di la compagnia voi restar a servir la Signoria nostra. Di francesi nulla sano, ma si dice il He dovea inlrar in Milan; e altre particularilà. Dii capitanio zeneral a la Sigmria, teiere, hore 21, date ut supra di questo tenor: Serenissime Princeps eie. Scrissi beri sera a hore do quanto fin quel bora si haveva, si circha il progresso di spagnoli come circa ogni altra cosa degna de adviso; el perchè li advisi erano varii et son certissimo haveranno 1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXI. messo Vostra Sublimità in qualche pensiero, ho voluto in questa incluse mandarli due lelere, una del provcdilor di slratioti, e l’altra di domino Mercurio, per le quali vederà che i nimici beri sera passorono alla Maehaslorna in boeha de Ada, il che etiam da cremonesi e da altri è confirmato. Dicono dite lelere che tendevano verso Lodi; ma io non lo credo, anzi mi persuado che vadano ad pa-sar Po per mezo Piasenza, e clic quelli dii Papa li habiano fato il ponte. Se costoro, Serenissimo Principe, fossino gagliardi, la ragione voleva che più presto veniseno ad trovare questo esercito che aproxi-marsi alle genti francese, et però credo che lo adviso sia vano, come etiam credeva quelli di hieri; et in questo proposito non voglia esser mollo credula, quando in simili casi l’ha advisi da altri che da me (pace omnium dico). Io non credo così facilmente quando la ragione è in contrario, e se ben ogni cosa po’ esser, la ragione tamen vendica delle 10 cose le nove, et precipue in questo esercilio militare, perchè cadauno pensa molto bene al facto suo, co magis che fallo lo errore, la penitcnlia è presente; 11 che non accade in le altre aclioni nostre ;s«Z de hoc satis. Nui da matina con il nome de Dio procederemo avanti verso Crema, se da la Chrislianissi-ma Maestà non ha verno altro ordine, perchè espe-tiimo hogi Martino, per il quale intenderemo la vo-luntà di la Maestà Sua, el jusla quello ne governa-remo. Questa malina inviassemo uno trombela a Cremona per rechieder quella cilà et castello a la devolio-nc dii re Chrislianissirno. S’el ritornerà cum votiva risposta, come spcramo, et masimc della terra, lene erit, se non, domane, perché ne aprosimamo a 8 miglia a dita città, se dovesse io in persona cum li cavali leggeri spingermi fin là, delibero far prova per farla devenire alla devolion regia, aziò che la Chri-slianissima Maestà senta qualche benefizio da questo esercito. Ogni modo, tra qui et Crema, che c’è distan • lia de 46 miglia et più, è necessario far uno alogia-mento, fatta che tiabbia dedilione Cremona, la quale sarà indubilalamenle, et rasselala la terra come meglio se potrà, cum prometerli subsidio in ogni bisogno loro quando per via di la rocha li fusse dato molestia, procederemo de longo a Crema el uniremo con noi quelle genti, et poi pigliaremo quel camino che per il re Chrislianissirno sarà ordinalo ; el del l^itto la Excellenlia Vostra ne haveva notilia. Mando a quella lo esemplo de due lelere inter-ccplc, et l’una del duca di Ferara, et l’altra dii secretarlo suo, amboredrizate al Pislophilo, homo de ditto 4