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MDXV, SETTEMBRE.
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    Sier Francesco Erizo qu. sier Filippo, olirà angario pagale, dà ducali 800.
   Sier Nicolò Gradenigo qu. sier Francesco, impresta al presente ducati 800.
Summa ducali 17 milia 600.                         
Questi rimaseno ozi Avogadori di Comun.            
f Sier Francesco da dia’ da Pexaro, è ai         • 
       X Savii, qu. sier Marco, triplo . 1118. 477 
   Sier Gaspare Contarmi qu. sier Alvise  735. 862 
Dii Consejo di X.                                  
     f Sier Almorò Pixani qu. sier Zuanc           
                  dal Banco, triplo..... 1274. 427 
     f Sier Almorò Donado, è di Pregadi,           
              qu. sier Piero, dopio .... 1173. 530 
  f Sier Alvixe Mozenigo el cavalier, fo           
                savio a terra ferma..... 1099. 609 
    Sier Francesco Foscari, fo savio dii           
    Consejo, qu. sier I'ilipo procurator  901. 770 
El li altri non detono danari, però non li noto. Fo tolto sier Marin Trevisan qu. sier Matio, duplo, qual volea dar danari e non oferse, ave 316.1362.
Sei dii Consejo di Pregadi.
f Sier Nicolò da Mosto qu. sier Francesco .........
f Sier Sanio Moro dolor qu. sier Marin,
triplo.........
f Sier Faustin Barbo, fo proveditor sora la revisión di conli, qu. sier
Marco.........
f Sier Francesco Erizo qu. sier Filippo f Sier Nicolò Gradenigo, fo a le Rason vechie, qu. sier Francesco. . . f Siep Silvestre Minio qu. sier Andrea Sier Luca Loredan, è di la zonta, qu.
sier Francesco, dopio ....
Sier Alvise Foscari, fo proveditor di
comun, qu. sier Nicolò, quadruplo. 785.881
E con titolo tolti.
Sier Marco Loredan, fo avogador.
Sier Andrea Donado, fo podestà e capilanio a Treviso. Sier Bernardin Tajapiera, fo di la zonta, qu. sier Nicolò, et ebeno mancho di 700 balote per uno.
I	Diarii di M. Sanuto. — Tom. XXI.
Copia di una letera dii capitanio generai, dri- 9 sata a la Signoria, data a Cimiti, a dì primo Septcmbrio a hore ima di note 1515.
     Serenissime Princeps etc.
Siamo hogi venuti qui sopra Po. Le gente d’arme alogiaoo a Fies, le fantarie a Figarollo, qui alogiamo
10	illustrissimo signor Theodoro, li clarissimi provveditori, li oficiali, li gentilhomeni miei, le artigliane, ed io. Alla Massa, villa distante de qui duo miglio verso Hosliglia, allogiano li cavali lezieri. Da matina, con
11	nome de Dio, procederemo avanti tutti in ordinanza et alozaremo a Hosliglia, alozamcnto comodo et securo. Secundo li advisi de li andamenti de l’armata del Christianissimo re o de i ninnici, ne gubcr-naremo, cum reputatione, sempre a benefizio de la cornile impresa el securità de queste genti; et de ogni progresso et actione nostra, no daremo notitia a Vostra Celsitudine. Li spagnoli passarono eri el Men-zo con voxe che vanno ad congiungersi con sguizari; il che è confirmato per alcune leterc intercepte che mando a Vostra Sublimità a queste annexe. Nihil-ominus, io tengo per indubitato che vadano ad u-nirsi con le zente del Papa, e che passerano Po più alti che possono, aziò che noi non li possiamo dar fastidio come in effetto non potremmo: sì perchè hanno grande avantaggio de la via, e di questo è stato causa il tardar nostro a la Abbalia conira il voler et opinione mia, come perchè (ut veruni fatear) non posso fidarmi del signor Renzo; clic quando potessi promettermi de lui et de le genti suo bon scrvitio, forsi che dilli spagnoli non passeriano senza far conto con mi. Ma siantibus terminis, perdonimi Vostra Excelentia, non mi par idlo pacto di tentare questa cosa. Due volte son caduto per difeto de altri, non voglio cadere la terza; voglio ben fare ogni altra factione, non preterrnetendo però li mandali di Vostra Celsitudine che mi parà reuscibili et convenienti per coadiuvar la comune impresa et gratificare 9 * la Maestà Christiànissima, mature et consultamene
et con ogni possibile segurità de questo exercito, aziò la Serenità Vostra ne resti con lo animo quieto. 11 duca di Ferara da novo ha mandalo l’Iiomo suo solito a farne iutender che l’è contentissimo de scorer una medesima fortuna con il re Christianissimo et con la Sublimità Vostra. Non si scopre però altramente, et facendo, a dir la verità parmi che la excu-satione sua non sia irragionevole. Non volendo sua excelentia unire le gente sue con nui, liavca proposto che almeno volesse venir fin qui ad abbocarsi
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1221. 452 1402. 31G
1091. 366 1273. 386
1220. 360 1145. 545
871. 754