101 MDXV, SETTEMBRE. 102 avanti li altri. Et giolito al conflicto et veduta, per dirla ingenuamente, la cosa dubiosa, et li francesi, o per la stracbeza et longa fazione sostenuta da ore 22 del zorno precedente fin ozi a hore 15, cbe continuamente sono stali a le man con i sguizari, o cbe il naturale sia che la fine de la bataglia é sempre ancipite, non far quella pugna cbe bisognava, io non vulsi expectare cbe arrivaseno le altre gente d’arme et li fanli nostri, co tnagis che da li francesi mede-smi era chiamato et rizercato in nome del Ghristia-nissimo re, ma con li mei gentilhomeni deti in uno bataglione de sguizari che non era manco de GOOO, et furono de modo rebatuti, che dove la vitoria era prima incerta, anzi in grande pericolo, allora fu per noi ; perchè immediate soggionseno tutto el resto de le genti d’arme nostre, talmente che lutti li sguizari se misero in fuga, e da li cavalli nostri perse-quitali fin a Milano, et paso in paso tagliati a pezi. 57 " Sono restati in pochi, e per quanto intendemo, non sono sta recetati da’ milanesi, et quelle poche reliquie hanno preso el camino drieto le mure di la città verso el paese loro. Poiria esser che fossero intrati per altra porta, ma fin bora nui noi sapemo. Sapemo bene cbe hanno perse le artelarie et bandiere, et precipue quella che chiamano dalla balla, cli’è la princi-pal loro e la generale de tulle le lege di sguizari. Questa, Serenissimo Principe, è stala de le belle vi-torie che da Cesare in qua principe alcuno babbi auto, et con tutto il core me ne congratulo con la Serenità Vostra et con tulio quello Inclito Dominio, et tanto più quanto la vitoria è stata da le gente sue consumata, perchè la Chrislianissima Majcslà (ut vere loquar) deve aver perpetua ubligatione a la Serenissima Signoria Vostra. Et esso re Cliristianissimo, hcssendo io a far riverentia a Soa Maiestà dopo la vicloria insieme col clarissimo proveditor Contarmi, confessò che le gente di Vostra Celsitudine havevano data vinta la bataglia, con molte amorevole et afec-luose parole. Dillo il successo del confitto, parmi esser debito mio dir etiam de quelli cbe virtuosamente si hanno deportato. In primis, tulli li mei genti-lhomeni, e tra essi il poverino signor Chiapino figliolo di quel illustrissimo conte de Piligliano, quale, più che li anni suoi non portavano, animoso e ardito, intrato in la balaglia di sguizari, fu da quelli amazato. Il signor Mercurio, non da cavalo legiero ma da homo d’arme, con tulli li soi si ha diportalo, et con tanta satisfattone dii re Christianissimo quanta dir non poiria, con prender due bandiere et 4 pezi de artellarie, ultra che lui el la compagnia sua à ta- gliati a pezi più homeni de li inimici, però l’ha fato una bataglia de lanzinech. Voglio ancora laudar suinamente el clarissimo Contarmi proveditor generai, il quale ha preterito oggi l’olizio suo, el ha fatto non il provedilore ma il capitanio in accelerar le gente da cavalo et da piedi et accenderle al conflitto, linde cl merita summa laude et commendatione ; el la Sublimità Vostra debbi ogni modo recognoscerlo, perchè non solimi in questa, ma etiam in ogni altra faclione, non ha mai sparagnato falicha et pericolo alcuno. E del futuro successo, Vostra Sublimità per mie de zorno in zorno ne sarà advisata. Ex castris fcélicissimis regiis et venctis ad Marignanum, li Septembris 1515, liore una noctis. Ilumilis servus Bartolomeus Livianus capitaneus generalis. Copia di una letera di sier Domenego Conta■ 58 rini proveditor cenerai, scrita a la Signoria nostra, data in campo regio et veneto a 3Ta-rignan, a dì li Septembrio 1515, hore una di nocte. Serenissime Princeps etc. Il successo de la felicissima victoria de questa malina, è stato, che agionlo io con lo esercito de Vostra Serenila, lo illustrissimo signor capitanio nostro generai qui a Marignano, dove con grandissimo desiderio ne aspetava, prese con sé la bandiera de li soi zentilhomeni et spenzesi avanti dove era reduto lo acerbissimo conflicto, cl trovò il combatere in due parie: l’una che combatca era l’an-tiguarda de l’exercito regio con una grossissima banda de sguizari, la qual etiam venia di continuo frachassala da le artellarie di la bataglia de la Maje-stà Chrislianissima : un’ altra parte de sguizari, genie ferocissima, si era prolongala per fiancho, el spuntava la relroguarda francese, la quale, per confessarli el vero, era già do volte slà rebalula, et per la stanchezza del combaler la sera manzi la note e poi la malina, in qualche dubio di pericolo, per modo che in mezo de essi sguizari, quali erano zcrcha 3000 in uno bataglione, havevano serado certe lanze francese. Nel qual tempo, el signor capitanio nostro sopraggitto con li 50 suo zentilhomeni, fazendo animo a le gente francese, con valorosissimo animo se puose in essi sguizari, et con tanto impeto soa excellentia primamente corendo la lanza guidò dita sua squadra, che