367 MCCCCCVI, LUGLIO. 368 il re nostro signor, por la quale, con mollo buone parole, al modo de suo scrivere, li à mandato a oferire sua amicitia e la persona e stato per tuto quello li bisognasse. E intra le persone nostre, che a caxa de questo forno, è sUito uno frale de l’bordine di Santo Francesco, che el re nostro signor con altri li mandò in India. Questo aferma, che el populo de questo re tene molto bona disposition per el cognoscimento de nostra fede; de quello, re nostro signora ’uto piazer, e contentamento rezevuto, che de alcuna altra cossa ; piazerà a Dio che in lo suo dì li mostrerà quelo fruto de suo servilio, e mazore, in esaltamento de la sancta fede, che lui procura e desidera. Item, de qui se passò el vice re a Chuchi, onde stava una forteza, che hanno fato li signori da Bu-cherehe, capitanio del re nostro signor; e questo à fato de novo de molti altri muri de prede e calzina, con li baiaduri in tuta forteza, e grande apresenta-mcnto, per la fatoraria, li alozamenti di populi. Ne la quale forteza resta molti più navilij e artelarie e de ogni altra forza, perchè chi è adesso lo segio del vice re; e tandem se fa chofi, perchè qui è el forzo del pevere de tutta India. E resta in India 30 navilij da armata ; e de qui cl vice re se à da partire, per donde e come parerà più di besogno in questa forma. In quelle forteze restano de molti signori e cavalieri e reali, per el re nostro signor, con altra molto bona zente. Item, ila qui à mandato a brusar 34 nave grosse de’ mori, che stavano nel porto de Cusan, cha-rigate, perchè mazarno da X o 12 homeni christiani, che stavano sicurati e in paxe e in amicitia con la terra. E in questo ponto restano le cosse de India, in tutto e in paxe, e de tuto asetà, e fato 4 forteze in 4 luochi bisognanti, e ambe le coste, e con quele, laudato ldio, sono secure le coste de India, e debeno repossare le volontà de chi el contrario desiderano. Item, che per lutto lo mare de India non pote-mo navigare nesuna nave, nè navilio, senza sicuro e carta del vice re, perchè chi senza quello navigano non è sicuro. Altre forteze in altri luochi, che el re nostro signor ha mandato, e se aparechiava de farle, per altri frutti in servilio de ldio, perchè lui per sua bontade ben venluradamente goda tutti li ditti luochi. Finis. Dii'mexe di luio 1506. A dì primo luio, fo San Marzilian. Poi disnar non fo nulla. Adì 2 dito, fo la madona. Et il pcrdom, in la chiesia di ogni Santi, o ver Santa Maria de la Pace de Ogni Santi, zoè jubileo di colpa e di pena, perché si fa la chiesia e monasterio. La vezilia vi fu a vesporo cl patriarcha ; post 0 fu. A dì 3 ditto. Introno li savij di colegio electi. Et fo letere di Roma e di Napoli, con avisi de Cicilia, Camalli esser a la volta di Barbaria, in mar grosso, con velie 22, tra le qual 3 galie, adeo nostri dubitò far provision di le galie di Barbaria che andava, le qual erano in Ilistria, capitanio sier Agustim da Mulla ; et erano molto riche, perchè hora mai quel viazo sollo è im piedi et seguro ; et vanno riche di ducati..... Da poi disnar non fo 0. Et zonseno li do soracomiti, qual, per parte presa ini pregadi, se diedo (sic) a presentar a la avogaria. I qual sier Ilironimo Contarini, provedador di l’armada, abuto le letere di la Signoria, et trovate le ditte galie versso Pexaro, li felino il comandamento ; et cussi subito montono in barella e veneno qui. Il provedador provete al governo di le galie: in loco di sier Hironimo Barba-rigo, di sier Antonio, messe uno nobele fino a Corfù, dove voi ineter sier Alvise Contarini, suo cuxin, vice soracomito, et in loco di sier Tomà Moro messe sier........Moro, suo fradello, era nobele su ditta galia. Et la matina li ditti si apresentono a l’a-vogaria etc. Item, si ave che le do galie che ’l provedador lassò a bocha di colfo, zoè sier Jacopo Marzello e sier Antonio da Pexaro, soracomiti, haveano auta vista di le fuste venute in colfo a danizar, et vedevano di averle, volendole sequitar. A dì 4. La matina, in colegio, fo sier Alvixe Zen, venuto retor e provedador di Cataro. Referì molle cosse de importanlia zercha quel locho, e nel pericolo che ’l si atrova, nudo di ogni provisiom, e maxime vituarie. Et il principe lo laudò, e commesse a li savij provedeseno ; el nihil fecerunt. Introno poi su li stendardi si fa ini piaza, li pe’ sono compili, eli’ è cossa tocha a li procuratori, ma li stentardi è quasi compiti, sopra di qual è sier Daniel di Renier, e partono quello si doveva far in cima, e fo monstrato modelli. Da poi disnar fo pregadi. Et leto queste letere, il sumario è questo : Di Constantinopoli, di 30 mazo. 0 da conto ; solicita il suo compir e presto, e se elezi il successor. Item, di la morte di domino Pantbaleo Coresi, ze-noese, per avanti si ebbe, el qual sempre si mostrò nostro aulicissimo etc. E nota, la deliberatici! nostra