357 MCCCUCVI. GIUGNO. Di Elemania, di V orator nostro, date a Viena. Come è stalo a le man quelli dii re di romani con hongari, e todeschi à ’uto certa rota. Item, domino Matheo Laudi e l’altro, andava oratori al re di Hongaria, in camino si scontrono iu doy oratori ungarici, die venivano da Maximiano, et insieme ri-tornono. Item, si à lidia Iodio ne l’alozameuto di dito domino Matheo, e brusato la roba e do cavali dii re di gran valuta, podio manchò lui non si bru-sase. Item, il re à ’uto il presente di la Signoria, di 3 falconi e do cani alanni ; ringratia la Signoria ; à ’uto a piacer assai. 164 Di Spagna, di sier Vicenzo Querini, dotor, orator nostro, date............Come il re e raina erano per partir et andar a San Jacomo, per compir il vodo; et di esser insieme col suosero re non si parlava, et non inanellava li grandi di Chastiglia a meter mal. Di Franza, di V orator, date a Tors, più letere. Di le noze fate et feste; e di oratori vanno, uno al re di romani, videlicet domino Acurzio, lo qui horator, e 1’ altro al re di Hongaria, per intimarli al re di romani le noze di la lìola, la qual era promessa al fiol di l’arehiducha, scusandossi, et etiam scu-sandossi non lo poter servir de li danari rechiesti, jusla la promessa li fece; e l’altro orator manda in Hongaria per adatar quel re col re di romani. Da Milan, di Lodovico Bianco, servalo. Come era venuto uno mandato regio, che tulli li primi dovesseno jurar fedeltà al zenero, o ver fìola, muridata in monsignor di Anguleme, di averlo per suo duca, non havendo il re fìoli diascoli ; et molti non hanno voluto zurar, e sono iti fuora di la terra, pur alcuni zurono. Di Zenoa, di sier Cabriel Moro, va orator in Spagna. Avisa dii zonzer lì, e anderà per mar in Spagna. È stà honorato; et quelli capi si hanno ex-cusato aver convenuto dar ripresaia contra veniliani ad alcuni damnizadi, sì al tempo di Galipoli, qual di la nave fo afondata etc.; e scrive sopra questo assa’. Item, che a Sardegna era il corsaro prese il barzoto dii Prioli ; e che lui orator, si 1’ havesse pasazo, an-deria lì a veder di recuperar potendo; et va scrivendo assa’ letere longe etc. Fu posto taje im più lochi, a Crema et Curzola etc. Fu posto, per il serenissimo sollo, che sier Hironimo Barbarigo, di sier Antonio, e sier Totnà Moro, quondam sier Alvixe, soracomiti, atento liabino levà il duca di Ferara senza bordine di la Signoria nostra, e andar con lui, dovendo atender a la custodia dii colpho, -«he sia scrito al provedador di l’armada li mandino a le prexom, e provedi de altri vice sora-comili su dite galie. Parlò contra tal opinion sier Andrea Veuier, savio dii consejo, e disse podio; rispose el principe con gramcollora. Andò la parte: 6 non sincere, 74 di no, 94 de sì; et fu presa. Et la sera niedema fo fate le letere et expedile. Fu posto, per li savij, atento le fuste sono in colfo, armar immediate do galie sotil, e con ogni celerità mandarle via ; et fu presa. Et cussi la matina sier Hironimo Capello, sopracomito, messe banco; et armò la sua galia subito, in zorni . . ., et partì a dì... Il segondo sopracomito toclia sier Bernardin da cha’ Tajapiera, eh’ è zudexe di proprio, el qual messe poi bancho e si partì. A dì 23. Fo consejo di X con zonta. A dì 24. L’oralor ungaro foala Signoria, et fo expedito per il consejo di X, al qual li fo dato do auditori, sier Alvise da Molili, savio dii consejo, et sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier, savio a terra ferma. El qual orator volleva danari, a conto di ducali 1C4 ' 30 milia se li dà a l’anno; et fo conzà i danmi in ducali X milia, et datoli ducati. . . milia; et di arti-laria l’ave lato conto. Fo presentato ; et i ussi si parli, a dì 26, et andò a caxa. Et nota, è cassier di la Signoria ancora sier Tadio Contarini, l’avogador di comun, perchè fu fato hessendo savio di terra ferma. In questa matina a Muran, in dia’ ili Prioli, fo fato le noze di Andriana, mia cugnada, in sier Hironimo Dandolo, quondam sier Francesco. Et da poi disnar, per esser el di de San Zuanne, 0 fu. A dì 25, fo San Marco. Fu fato precessione de more, el principe con li oratori, el poi disnar fo collegio. In questo zorno zonseno qui Zuan Fazuol, ga-staldo di procuratori, et il piovali di San Zuane Nuovo, stali a Bimano etZervia, per dispensar certo legalo, fo dii signor Malatesta, che li procuratori scuode, e manda a dispensar de li, in mandar no-vize etc., più di ducati 1000. Et questi nel ritorno fonno spojadi, videlicet presi, da le fuste di Malta, o per dir meglio di Porto Venere, e toltoli certe taze d’arzento e roba liavevano, e poi li lassono andar; sì die qui in colio, vicino al Monte di l’Anzollo, fonno prese eie. La note, a horre 2 di noie seguite a San Cassaio, in la caxa di sier Francesco Barbarigo, fo Bdegna, se impizò fuogo da basso, et si bruzò tutta la caxa. Fo grandissimo fuogo; et uno homo, volendo di sopra ajutar, cazete zoso e morse. Item, fo ozi nove, per via di Zenoa, di Coloqul, o ver di Lisbona, dii zonzer di do charavele, e altre