485 MDXVI, GENNAIO. 48 C partirsi di qui, et debbi aver il carico de la Libreria del cardinal Niceno, e debi scriver in historia da Marco Antonio Sabellico in qua. Item, niun possi stampar in humanità si lui non li vede e coreze prima; et habi a l’anno ducati 200, zoé li Capi che saranno debbi proveder dii locho dove si habi a trar diti ducati 200, et questo fino babbi benefici per ducati C00, come fu preso in Pregadi: ave 4 di no et 12 de si, et fu posta per li Cai di X sier Zulian Gradenigo, sier Alvise Barbaro et sier Piero da chà da Pexaro, et fo autor et protector di questo sier Alvise Moze-nigo el cavalier, ch’è dii Consejo di X. Però non pono dar danari senza la Zonta; etiam fo fato torto a sier Andrea Mozenigo el dotor, di sier Lunardo, qual scrive latine la Historia di la lega di Cambrai in qua et è quasi finita. A Mi nulla fece, perchè le mie sono in lengua materna, el sarano più acepte a tutti a le-zer che alcuna altra, perchè ho scriplo copioso et con ogni verità dal venir di Carlo re di Pranza in Italia fin questo zorno, et zuro a Dio, chi mi desse ducati 500 a l’anno di provision, non poiria patir la faticha. Tamen, l’ho fato et fazolo per mio piacer, pregando Iddio possi compir che rehabiamo il nostro stalo, et far poi fine, che oramai li anni mi vien adosso numero 50, che son a presso, e non posso più portar la falicha. In questo Consejo di X, etiam simplice, fo tolto in Pregadi Zuan Baptista Ramusio ; et perchè bisognava scontro, fo balotà Nicolò Cavaza. 282 Copia di una letera di sier Jacomo Alanolesso provedador in visentina, scrita a la Signoria nostra. Serenissime Princeps et Domine Domine mi excellentissime. Io credo ch’el magnifico podestà habbi significato a la Sublimità Vostra, io, con questi strenui et valorosi capi de cavali lizieri, con cavali zerca 450, me partiti di qui eri che fu Domenega, et andai a la volta de Verona per causa di divertir li inimici, li quali, me era stato confirmato per uno mio explorator mandato a Verona, che erano ussiti a la volta de Peschiera, con cari cargi di barche per ponti et scale. Et questa malina, gionti in lo levar de F alba, ándete domino Joane de Naldo con li cavali cori-dori fino a le porte, et intese, quelle zente che ussite di Verona, quelle ritornorono dentro; il che mi fece intender, imperò che con il resto de li cavali io era a San Martino, stando a l’erta per operar quanto cerchava la occasione che ne fusse prestata. Et fato giorno