221 MDXV, OTTOBRE. 222 e ben dicendo si scrivi vengano a Verona, per molte raxon è meio tuor quella impresa. Li rispose sier Andrea Griti procuralor savio dii Consejo. Poi parlò sier Polo Capello el cavalier fo savio dii Consejo, voi azonte certe parole; li rispose sier Alvise da Molili savio dii Consejo. Poi parlò sier Francesco Foscari el cavalier fo savio dii Consejo; li rispose sier Alvise di Prioli savio a terra ferma. Andò la letera, 54 di no el resto di si. Fo presa et comanda credenza. 120 Fo scrilo a li reclori di Padoa una letera et al podestà et capitaneo di Treviso, zerclia quelle labri-che. Sieno compiute juxta 1’ ordene dii capitanio ze-neral dato, nè altramente si lazi, ma si usi ogni diligenza; el che sier Piero Venier provedador sora le l'abriche di Padoa, atendí con gran cura etc. Ave tulo il Consejo. Di campo fo etiam letere di provedadori zene-rali, di 9, hore 14, qual zonseno poi venir zoso il Pregadi, che fo hore ... di note. A dì 11. Di campo, fo leto le letere sopradi-te da Bega. Come erano levali in ordinanza da Gedi ,el venuti li et il signor Theodoro Triulzi, et come andavano più vicino a Brexa mia 3 a Santa Eufemia alozar. Et scrive esso sier Zorzi Emo à visto il levar dii campo tutto, et quella compagnia del signor qu. capitano à porlato il corpo in una cassa coperta di veludo negro sopra una leticha con do cavali coperti di panno negro e do pazi suso vestiti di negro, li alabardieri soi vestiti di negro e poi li zentilhomeni soi in babiti lugubri, demum le so zenle d’arme etc. et è in la bataja. Et cussi voleno portar sempre dila cassa con loro, volendo li cora il soldo come s’il capitanio vivesse. Item, hanno terminato tuor l’impresa di Brexa. Li francesi non è zonti ; et in Brexa sono da fanti... et par quel castelan vendeva le farine di la monition a chi le voleva comprar, e il go-vernador di la terra spagnol toleva danari per forza dove el trovava. Et avisano il venir il nontio dii Boi a far consignar la forteza di Asola e quella di Lonà, teniva il marchese di Mantoa, qual ge l’hanno consigliate, et hanno mandà in AsGla sier Francesco Contarmi qu. sier Anzolo per provedador, nepote di sier Domenego; in Lonà sier Qiavian Pisani qu. sier Do-menego el cavalier. Item, l’aquisto di Peschiera fu che il Manfron a quella impresa l’ebbe per forza. Era dentro 100 fanti spagnoli quali tajono a pezi, et posto dentro Zuan di Ariete contestabele con lanli. Item, mandano una letera aula da domino Mercurio Bua. Li scrive che 100 cavali lizieri et 150 fanti ussiti di Verona per andar a Peschiera, se imbaté in essi nostri cavali lizieri e stratioli e li lajono a pezi, et altri fugali, sichè tulli fonno roti, ut in litieris. Item, hanno auto nostri Lacise, dove hanno mandalo uno contestabele con 25 fanti. Di oratori nostri, da Pavia, di 7, fo leto le 120* letere vene eri, trate di eifra. Come era zonto li il Tricaricho nontio dii Papa con li capitoli, et fo dal He. Et par siano inlrigalorii più presto che altramente; et olirà quelli sono fati, il Papa voi 4, videlicet, che Parma e Piaseuza è contento darla al Re in feudo di la Chiesa; l’altro non voi Fiorenza contribuissa li danari dieno dar a Soa Majestà; lertio che di le terre e lochi fono di la Chiesa si stagi solo verbo dii Papa; quarto non voi levar le zente di la Chiesa, ni Marco Antonio Colona di Verona. I qual capitoli, tre di loro il Re non li voi dar, et il quarto, di danari di Fiorenza, sarà contento lassarli eie. Scriveno essi oratori coloqui auti col gran canzelier, item col Re, che lo episcopo di Asie orator di Soa Majestà qui apresso la Signoria nostra era levalo. Soa Majestà disse : « L’è vero, ne dimandò per avanti licentia, li dessemo inadverti talmente». El ordinò si scrivesse che non si partisse per niun modo tin non vi mandi uno altro. El qual orator è zà partito de qui, c la lelera dii Re il suo secrelario ge la mandò drìo a Ferara, dove dito oralor era aspelando di passar seguro. Item, li oratori scriveno missier Zuan Jacomo partiva a dì 8 per venir nel nostro campo. Item, sguizari hanno mandato a dimandar acordo col Cristianissimo re, et zà è apizà la pratica. Item, il Re li ha diio : « Sole-cilè la Signoria reaquisti le so terre ». Fo etiam letere di diti oratori drizate a li cai dii Consejo di X. Di lluifjo, di sier Dona da Lese podestà et capitanio di eri. Come ha aviso quelli di San Zorzi fuzeno perchè spagnoli li fanno gran danni, et si lieveno di bolognese, e vanno verso la Romagna per tornar in reame ; e che Zuan Paulo Bajon, eh’ è col Papa, era zonto a Bologna el parloe al Cardinal de Medici legato. Noto. Si ave da Montagnana e Cologna : i minici erano in Lignago esser partili et abandonato quel Iodio. Di Vicenza, dii podestà et capitanio e sier Jacomo Manolesso provedador. Come, di sopra a Trento non è zente, ma si fa una dieta a lspurch a dì 24 di questo, e vi va li conti di Archo, di Lodron e altri dii eonlà di Tiruol, e vi sarà l’imperator col so mal di gamba, et in Trento è solo uno capitaneo to-desco. Si dice aspetava zente. Vene in Colegio Obizo da Ravena, qual à con-duto di qua 300 fanli el fo mandati a Treviso, e lui parloe a la Signoria di la soa servitù, e li basta l’ani-