275 MDXV, NOVEMBRE. 27C Fu posto, per li Savi, questa parte, videììcet: servando il laudabel inslituto del Stado nostro, è conveniente bonorar le exequie che dimane in San Stefano se hano a far al qu. illustrissimo signor Bortolamio Liviano capitanio nostro zeneral, et però l’anderà parte che nel funeral predito spender se possa fino a la summa de ducati 230 in cercha de li denari di la Signoria nostra, come fo fato in quello dii qu. illustrissimo conte di Pitigliano: 9 di no, 159 de si. Et domente si metevano queste parte, baie al Pregadi sier Zorzi Emo ritornato provedador di campo, et ozi venuto con la barca a remi . . dii marchese di Mantoa. Et tochato la man al Princi' pe e Signoria e Savi, andò a la volta di renga, e fe’ la sua relatione. A dì 10 Sabado. È da saper, eri matina fo posto una cassa vuoda coverta di uno coverdor di pano d’oro fodrà di varo in la capella dii batesi-ino a San Marco, con 4 torzi sopra uno soler allo con tapedi adornalo a nome dii corpo dii signor Bortotomio Liviano capilanio zeneral nostro, e cussi siete il zorno et questa malina, et ozi è sta ordinato farli le esequie. Vene in Colegio uno nonlio di do oratori dii re di Poiana, con letere date a Trento, per le qual rechiedono uno salvo conduto di poter venir in questa terra. Par poi voglino andar al Papa. Li fo risposto non achadeva, per esser il suo Be nostro amico; pur li fo fato in ampia forma a loro do oratori et a la sua compagnia. Nome reverendus Ma-thias episeopus Vladislamrensis et dominus Raphael De ltisno capitaneus sclochemensis. Veneno in Colegio molli di zenlilhomeni erano dii qu. capitano zeneral a racomandarsi, quali erano venuti qui col corpo, dicendo aver perso il loro patron. Il Principe li usò grate parole, et che l’opera loro sarìa quella che faria fusseno ricomandali a questo Slado, et lornaseno in campo, che per uno anno sono con quella condition medema come erano col signor Bortolomio etc. Da poi disnar, deputado di far le esequie. Et re-duta la Signoria, perchè il Principe non poi caminar, in chiesia di Sau Marco con li corozosi, quali fono 12 con mantelli longi, et nota, eravi uno suo fratei naturai nominato ... i qual mantelli e pano in testa la Signoria ge lo dete et donoe. Et podio avanti vespo-ro,fo principiato dite esequie a San Marco. Prima, in chiesia de San Stefano fo fato uno soler alto jusla il (1) La carta 152 " è bianca. consueto con tela nera alorno et candele di cera di sopra, et san Marchi et arme dii dito capitano zeneral dipenle di carta. Poi principia ussir di la chiesia di San Marco li pendìi picoli di le scuole con do do-pieri avanti per uno, fono numero 82, ancora che ne manchò molli che non veneno; et non voglio restar di scriver che per tutta la terra fo fato ozi serar le bolege. Poi vene quattro scuole di batuti, una drie-do a l’allra con 24 torzi, una per....., che la Signoria ge li dele, et a quella di San Marco portava il corpo, numero 50. Poi tutte le regole di frati et monaci di la terra; poi le 9 congregation di preti, il capitolo di Castello et quel di san Marco et li coman-dado'ri, et la scuola di San Marco che havia la cassa coperta d’oro con uno cussin d’ oro sopra et il stoco di dito capilaneo, et sopra loro messeno la coperta di la scuola di veludo cremesin bellissima ; la qual cassa portava li soi zentilomeni vestiti di negro, e drieto assà di so’ soldati. Eravi etiam 2G homeni maritimi parte et parte drio la cassa, con torzi di 153* lire... per uno in mano. Poi veneno li scudieri dii Principe, li secrelari e il Canzelier grando, et sier Marco da Moliti consier vice Doxe con uno mantello di scarlato in mezo dii Patriarca nostro et li do oratori di Franza, e a lai il fradello dii prefato qu. ca-pitaneo, corozoso, poi uno altro in mezo di l’orator di Ferara domino Bernardin di Prosperi et l’orator di Mantoa domino Donato di Preti; demun li Consieri e Cai di XL vestiti di paonazo a lai di questi tal corozosi, videlicet uno Consier et uno Procurator, che di procuratori fono sier Nicolò Michiel e sier Toma Mozenigo, il Trun non vene; poi li Avogadori e li Cai dii Consejo di X etiam vestiti di paonazo ; demun sier Lorenzo Loredan fiol dì Serenissimo, vestito di negro con li altri senatori, non però molti zentilhomeni, che fo mal fato. Et sonando le campane a San Marco et a San Stefano, veneno per la via di San Moisè, San Fantin, San Anzolo, San Stefano, e posla la cassa in chiesa soto il baldachin, et re-duto de more, la Signoria in choro, ch’era assaissi-ma zente, sier Andrea Navagier fece la oratione funebre, la qual duroe bore ... e fo laudata assai. Io non vi fui. Et poi il Patriarcha fece l’ofìcio, et la Signoria si partì, e con li piati per Canal grando, e ri-tornorono a caxa licentiati li corozosi. Et il corpo poi posto in una cassa coperta di pano d’oro, fo messo in dita chiesia in deposito sopra una porta, dove è al presente. Dito signor Borlolomio havia anni... quando el morite. É stalo homo d’assai, et fedelissimo a la Signoria et solicito, ma un poco sba-rajoso.