303 MDXV, OTTOBRE. 304 eomissione più volle. Et cussi ozi parloe al Re: qual rispose che l’era per far quanto si volea. Replicò il Trivisan quello medesimo che havea deto il Grimani, ma con altra forma et in brevità; poi il Cornare parloe, e tulio fo dito zercha a la impresa di Brexa. Il Griti parlò più largamente. Non solimi disse zercha Brexa, ma etiam zerca a par-ticularilà di Sua Majeslà, che si volesse conosser e guardar in chi Sua Majeslà se fidasse, tochando che se la sua persona non sarà presente a la impresa di Brexa, non si farà niente. La conclusion fu, ch’el Roy dia mandar doman da li oratori el Gran mé-tre e monsignor Bonivet e certi altri sui di più intrinsechi, li quali dieno meler ordine quanto se die far zercha questa expeditione, con tanta amorevolezza dii Roy e tanta gratia verso noi, quanto si potea desiderar, in tanto, che spero si melerà tal ordene che sarà bono per el Stato nostro. Li forno presentati poi li falconi, a li quali lui fece gran festa et li aceto con gran piacer. Questi francesi sono molto ben in ordene: tamen non si vede cossa degna 170^ da scriver. Queslo veder, è come veder una festa con tanti per banda atomo il Re, zoo il signor. Di qui si stenta aver biava per i cavalli, e si stenta aver uno servizio: questa sera va a cena dai Dan.iolo etc. Data a dì 15 in Milano. Sumario di una altra letera dii soprascrito, data in Milan a dì 14 Novembrio, drizata al prefato sier Marco Contarmi. Ozi si ha hauto l’audienlia, e ha voluto luti li zen-lilhomeni li basi la mano, e cussi tulli ha fato. Sua Majeslà era vestita con uno sajon corto do damasco cremesin, el il busto d’esso d’oro rizo stravisàcon li brazali, simelmenle uno cordoli nero al collo, una barda a la zenoese con una tnedaja d’oro, una sopra vesta a la francese d’oro, la vesta fodrà de quelli zi-belini che altra tanti non sono nel mondo. A hore ... andamo a caxa dii signor Olio Visconte, dove el Roy die banchetar questa sera con certa quantità di belle done. 11 clarissimo Trivixan ozi fe’ l’oration molto laudata; el Gran canzeliere dilRoi rispose quasi a 4 parte di la oration. Per altra volta dirò più copioso. Letera di sier Piero Soranzo qu. sier Zuane, data in Milan a dì 15 dito, drizata al sopra nominato sier Marco Contarmi. Marti fussimo zonli qui de Milano benissimo in ordene con pioza, non curando di veste ; el zorno sequente tutavia piovendo a sechi roversi, e tulli a-veva el.....schavezo, e non curando di pioza, dove tuta la strada dii Re era piena de arzieri, zaneto-nieri et labardieri infina la sala dii Re, tuti zentilho-meni benissimo vestili, potea esser 500 liomeni, e intrasemo in la sala. Il Re belissimo con uno sajon rizo e sopra rizo d’oro tutto taglialo, e di solo lama d’oro e di sora una vesta di velo d’oro, una bareta di pano nero a la zenoese con una medaja d’oro e uno paro de calze bianche; dove li ambasadori presentale le letere,el Trivixan fe’ la oratione per sum-ma excelentia et bona gratia; et poi tolto licenlia per partirse, il He ne fece chiamar in driedo dicendo voler che nui li tochassemo la mano, e cussi tutti li an-dassemo a tochar la mano, e lui sempre con la bareta in mano, e mi li volsi, ancor lui non volesse, basarli lo piede, e lui disse : « o che umanità de zenti-lhomol» La sera, missier Zanelo fo invidà a una festa belissima dal signor Olio Visconte, dove vi era assae belle done. Eramo missier Piero Trivixan di la Gri-mana, Piero vostro fratello, missier Zuan Corner e mi. Il Re vi era in maschera el ballò assae. A dì 18, Domenega. Veneno in Colegio li do 171 oratori dii re di Poiana, uno episcopo e uno altro, con bella compagnia, zercha persone numero... non perhò ben vestiti, et acompagnati con alcuni dolori, videlicet sier Santo Moro, sier Andrea Moze-nigo, sier Alvise Bon, sier Marco Antonio Venier dolori, sier Crìstolàl da Canal è ai X Savj, sier Zuslo Guoro è sora la Sanità, sier Pandolfo Morexini è ai X Savj et sier Hironimo Barbarigo qu. sier Andrea camerlengo di coniun.Et presentatola letera di credenza molto savia e ben ditata dii Re, non solum di credenza ma si contien altro, la copia di la qual scriverò qui avanti. Poi il vescovo disse alcune parole latine; demum, mandati chi non era di Colegio l'uora, parloe in substantia eh’ el suo Re... Da poi disnar fo Gran Consejo, et fo publicà tuti pagi per Sabado quelli dieno danar per l’impreste- 171 * do, altramente el primo Gran Consejo sequente non sarauo lassati provar etc. Et fo trovi in questo Consejo ducati 3000, et fo fato eletion di podestà a Pa-doa e tolli do che volea prestar: tamen un vardò l’altro e niun andò a oferir. Tamen, sier Almorò Donado cao di X portò adosso ducati 2000 voi darli e altro ancora, e tamen non fu tolto, et molti el toleva.