333 MDXV, NOVEMBRE. 334 da Crema, ove non n’ erano, nè da campo, ove se desiderava de le altre nonché dar de quelle haveano, deliberò tentar con palli et acordi di haver la Capela, et mandò missier Scipione terzo suo judice de maleficio a parlar al castelano, persuadendoli el se rendesse per molle raxon, che bora lasso star : el qual disse fra do zorni risponderia. A dì 15. Vedendo il castellano non li risponde, mandò iterum il judice et suo fiol Alvise in la Ca-pella, otenulo prima il salvo conduto. 1 qual per molte rason li aricordaveno non aspetasse la rccu-peration di Brexa, qual saria di brevi, percliè allora non haveria conditione nè patto alcuno a suo modo; aricordandoli etiam che quella impresa era sta dala 187 al Gagnolili, el qual non li haveria una remissione al mondo, et saria molto caldo a tal impresa, per aver quel terrori promessoli dalla Signoria; con molte altre raxon. A le qual tutte el rispose voler esser con li sui fanli et poi daria risposta et de là due /.orni. Disse voler scriver a Brexa a quel governador, et mandar un suo con la letera aperta; de che non fu contentato, perochè non si volse risolvere qual el faria dopo habuta la risposta da Brexa. Et visto il provedador custui non piegarsi per parole, nè promesse, li strense le guardie quanto el potè. A dì 16. Mandò in campo ducati 1000 scortati per Nicolin da Dressano, mandato a questo effetto dal magnifico provedador. A dì ditto. Zonse a Bergamo, a bore circha 19, el gran Bastardo di Savoja, insieme con missier To-daro Triulzi con cavalli 150. El magnifico provedador li mandò incontro suo fiol Alvise et altre brigate, nè se li potè cussi presto dar alozamento per esser venuto a l’improviso; de che el se sdegnò molto. Pur a la fin si aquietò et fu invitato dal provedador, et apresentato da la Comunità de molte confetion, salvadegume et vini ; et se parti la malina sequente assai contento, et dito tornava a Milan, revocato dal Re da la impresa de Brexa. In questi zorni fu preso missier Antonio da Trento, dolor vicentino et nobele. Cuslui, dopo levatosi l’Imperator da l’impresa di Padoa, lo seguì et si affermò in Verona, et continuamente à fatto pessime operatone contra vicentini. Tandem, andando à sguizari, capitò in bergamascha in la valle de San Marlin, et ivi discoperto, fu fato presone da quelli villani de la valle. Esso vedendosi in male man, et dubitando de non venir in pegior, si tolse la taglia, ben 3000 ducali, per avidità di la qual summa li villani non lo apresentorono come doveano al rezimen-to, ma lo tenero ben 15 zorni continuamente mar* turizandolo per cavar la taglia, tanto che, venula questa cosa a le orecchie de li signori capi del Con-sejo de X, scrisseno al provedador de Bergamo, vedesse di meterli le man adosso. Esso subito mandò il suo judice di maleficio et il suo contestabele Zuan Tagliapietra a tal effetto in la valle. Li villani accor-zendosi, il slrabalzorno in un altro loco; de che essi 187 * acortisi, tanto seppeno far con menaze et con promesse, che tandem, dopo cerchali molti lochi ne li qual l’era sta trabalzato, il preseno, et aiorali vilani, vedendosi scoperti, mostrarono uno scrito de sua man, per il qual se havea tolto la sopra ditta taglia, et la dimandavano. 11 judice et contestabele il cori-duseno a Bergamo, et de lì per ordene de li signori capi a Crema. A dì 22. El magnifico provedador ebbe letere da la Illustrissima Signoria, che ge imponevano il dovesse dimandar impresiedo a quella Comunità, et contado, ducati P2000 da esser scontadi ne li dazi. In execution di le qual letere, havendo richiesto dito imprestedo, et a li citadini et a li capi de li Comuni, hebbe piutosto bona risposta che altramente. Niente dì meno trovò poi molle difficultà a scuoder il denaro. Le precipue erano, che quella lerra era impoverita per le laglie imposte per spagnoli et per le ruberie de li soldati del signor Renzo, et il terrilorio, maxime il piano, era molto agravalo da angarie de guastadori, et altre spese, olirà che li guasconi et lanzinech, che erano alozati per quel paese, andando et ritornando da Brexa, riiaveano ruinalo. Facevan etiam difficultà le discordie tra li cita* dilli non assetate da la Signoria, per non esser fornita de la impresa de Brexa. Oltra de questo, l’irn-presledo de ducali 5000, fatto sotlo il magnifico Bortolamio da Mosto, con la condiclion sopradila et non scontalo ancora, tardava il presente. Non reslò, nondimeno, il provedador, con quella destrezza maggior ch’el seppe, recuperar quelli denari el potè, et cussi andava scodendo. A dì 28. Zonze el magnifico missier Zorzi Va-laresso a Bergamo, et veniva da Crema, et intrò camerlengo infin veniva il camerlengo ordinario eletto per Consejo grande in execution di le lettere di la Illustrissima Signoria novamente scrilte al provedador di Bergamo, non ostante che a ditto provedador fusse comesso altramente, zoè che non lassasse far l’ufìcio dii camerlengo ad alcun avanti la venula de l’ordinario, ma che lui el fesse, per sparagnar il denar publico. A dì 30. Quelli di la Capella, tolta la occasion che molti de la guardia erano andati a messa, usci-