351 | MDXV, DICEMBRE. Come in quel zorno, poi disnar, li oratori andono da la Majestà dii Re. Eri matina di qui t'o mandalo in campo miera 40 di polvere di bombarde, e Zuan Batista da Vilmarchà da Crema per condurle, et sier Michiel Trivixan di sier Nicolò ha voluto etiam lui andar, dicendo soliciterà l’andata presto. Itcm, il Be ha donalo a monsignor di la Paliza ducati 4000 d’in-trada in alcune possession di Lecho. Scrive, Limi certo il Be si partirà con l’orator Grili e Pasqualigo a cavallo per Bologna; sarà a dì 3 per la via di Bologna. E li altri tre oratori anderano per aqua. A dì 6. Fo San Nicolò, lusta il solito, la Signoria con il Colegio veneno a messa in la capella di San Nicolò in palazo. 11 Doxe non si fece portar, ma poi si redusse ben in Colegio con tutti, et fono sopra quelli zenlilhomeni hanno promesso et non portano li danari. E mandato Lorenzo Quarlo secretano a dirli, zercha 15, tra li qual sier Piero Bernardo qu. sier Bironimo. El qual rispose havia alcuni debitori che lì è falidi, unde fo mandalo per lui el admonito per il Principe porti li danari di quello el dia dar, justa la parte dii Consejo di X, alìter sarà la parte exequita. Di campo, 1etere dii provedador Contarmi, di 4, hore 16. Par, a dì 3, habi scrito, ma non si ha auto. 11 conte Piero Navaro fa la sua mina, zà ne ha fate do, una francesi, l’altra li nostri. E questa è la terza e vanno in la terra a le mure : scrive la condi-tion, di passa 40 per longeza eie. Item, zercha danari e danari, perchè quelli è a le fazion non voleno far facendo si non sono pagali; e sopra questi danari scrivono longo. Item, Malatesta Bajon era stà ferito un pocho da le schaje trate di la terra, ma non bavera mal ; à scorso gran pericolo. Item, li fanti del Navaro è zonti, pochi, da numero 600. Noto: è in camin ducati 6000, che Farfarello, poi li scapolò di Lignago, li tolse, et fe’ la volta di Man-toana. Da Vicenza, fo letcre et altri lochi. Come quelle zente ussileno di Verona, erano ritornati in Verona, lassadi 17 fanti in la rocha di Lignago ; et altre occorentie. Noto. Si ave aviso certo, in Verona esser intrati 1000 todeschi venuti novamente ; sichè prima erano 6000 fanti, bora sono 7000, et Marco Antonio Cotona, con quelle zente dii Papa, ch’è lanze ... et altri cavalli, zercha numero ... Oratione di domino Andrea de Placentia doc- 201 tor orator di la Comunità di Crema, venuto a la Signoria insieme con altri.... oratori, recitata in Colegio al Serenissimo Principe a dì... Dezembrio 1515. Son cerio, Serenissimo Principe et Excelsa Signoria, che volendo io porre la lingua a quanto mi sento nel volonteroso pecto pullulare cereha la con-gratulalione di la tua tanto polente et a tutto il mondo grata et frucluosa viloria, et di tuoi prosternati, exterìti et profugi inimici la sanguinosa debellatone; sì per l’altezza et gravità di la materia, sì per la commissione a me dalla fidelissima terra tua di Crema caldamente imposta, questo presente zorno non ne saria capaze; et mancho, con queste roze et inculte parole, polena la tremebunda lingua mia al desiato et debito fine da niun canto azonzere. Per tanto, aziò che, credendo io in questa excelsa monarchia sopra le stelle extollere forsi scemassi sua gloria parlando, basterà, Principe felicissimo questo solamente cognoscere, el fedelissimo populo tuo de la presente et qualunque altra futura victoria et triumpho, che per mezo et dii consiglio et di la spada queslo ¡lividissimo stato ne reporli, non mancho e contento e sublevatione sentire, di quello in verità ne senta l’anima et il cuore dii tuo justissimo et sandissimo Senato; et credo, anzi mi rendo certo, che questa candida, sincera et ¡maculata fede ne’ lacerati pedi de tuoi tanto affeetionati et poveri Cremaseli sola et immutabile al mondo si ritrovi; quali, non tanto per riportarne da tua magnanimitade la debita remuneratione, ma più presto per ritrovare l’ardentissima fede sua nel generoso cuore di tua Sublimità, hannomi più volte caldamente et sodamente imposto: che parte de la mine, danni, stralii et vilipendi nostri a piedi di questo excelso trono volesse con dolorosa voce aprire. Ma perchè considero che le cose di questa rara sorte, sole al mondo miserande et triste, quale da l’uno a l’altro polo altamente rimbombano, non siano da le orechie di tua Sublimità lontane, per satisfalione solamente de la mia afflila et desolala patria, cum più brevità a me serà possibile, alquante cose scorerò, degne, credo veramente, di perpetua et eterna memoria. Et invero, se io volessi exordire dal principio, commemorando come dal regio presidio, per la sviscerata fede habiamo verso tua Serenità, tossitilo con gran furore da’ nostre case scacciati ; e da poi prendendo l’arme, exponendo le persone prò-