19 MDXV, SETTEMBRE. 20 con nui; questo etiam non ha voluto, far et molto se ha excusato. Io credo, Serenissimo Principe, ogni modo, che dilto signor Duca non sia cordialissimo amico di Vostra Celsitudine; tuttavia credo ch’el vada a bon fine con nui et che desideri prospero et votivo successo a la impresa per lo interesse suo particolare, perchè non è dubio alcuno che, perdendo nui, quod àbsit, anche esso perderia cl stato. Ilavemo auto da sua excelentia vituulie et refrescamenti, nè mandiamo de coresponderli de bone et amorevole parole et tenirlo ben edifichato. 11 marchese de Mantua, veramente credo bene che s’el potesse el faria del mal assai, et mi persuado che se chaveria uno occhio per cavarne dui alla Illustrissima Signoria Vostra; ma de lui si deve farne poco capitale, perchè tanto è il bene che non giova, quanto il male che non noce. Non mancharò tamen de usar etiam verso sua signoria ogni grata et afectuosa forma de parole: lui una volta dà ogni favore et adviso a’ spagnoli et fa quello ch’el poi. Quid plura, l’ha el corpo francese ma non l’animo. De le cose de Verona, vederà Vostra Excelentia, per la interclusa relatione di uno nontio mandato dal Boldiero et perle letere intercepte, che gente se atrovano in quella cita in voxe e in effetto. Credo che molti de quelli Illustrissimi Signori siano de parer che si tentasse quella impresa ; a me non par già per molti rispedì, etprcesertim perchè, secundo per altre ho scrito, dovemo dar a la testa e non a la coda. Come la campagna sia nostra, con poca difi-cultà saranno etiam nostre le terre, nè il Re Cliri-stianissimo nè potrà mai imputare che habiamo 10 atteso al beneficio particulare piuttosto che al comune; et poi, quanto più differimo quella impresa, tanto più ne sarà facile, perchè li fanti, librata la paga che hanno hauta dal Papa, se ne au-deranno, nè lui vorà più refondere nè potrà, però che a tanti dispendi non bastaria un pozo d’oro; sed de hoc satis. Io ho dati al Contino da Martinengo ducali 1000 de prestanza aziò el possi andar a levar la compagnia che à quasi fornita in brexana et a Crema, et ho adrizato uno homo mio al Magnifico Provedador con letere credenziale, et spero de sviar bona parte de li homeni d’arme et cavali lezieri del signor Renzo. Ma supplico bene la Serenità Vostra con ogni instantia, se degni confirmar in Senato la condula de 50 lanze al dito Contino, et se de lui la se ritrova mai mal contenta non mi creda mai più. Iterum de questo, atque iterum la prego et suplico. A la quale mando le letere che hozi ho recepute da Roma. Grafie etc. Ex Chalto prima die Septembris, hora prima noctis, 1515. Di campo, tardi vene letere di provedador i 111* generali, da Catto a dì primo a hore do di note. Come da matina si leverano per Hostìa dove aloze-rano la nocte, et si governerà secondo intenderano li progressi de i nimici. Et per una letera particular di sier Domenego Con tari ni provedador zeneral, scrita a sier Zuan Antonio Dandolo, se intese più cose particular, la qual fo leda in Colegio et da poi mandata a lezer a 1’ orator di Franza, la qual dice cussi : Da novo l’acordo de’ sguizari vien affirmato per via di Mantoa, per messo aposta mandatomi, che dice el signor Marchese haverZuoba da sera, a dì 30, liabuto letere come il Chrislianissimo era acordato con sguizari. 11 qual Marchese per avanti havea donato una sua capa de damasco negro ad uno che li havea portato nova che francesi erano sta roti, et donò etiam uno cavallo da 60 ducati ad un altro messo che li portò la medema nova, et da poi inteso l’acordo, è romaso de mala voglia. El signor Zuane fradelo dii Marchexe, si expedava hozi a Mantoa a repatriare. Da uno bergamasco merchadante se ha il medemo, et da uno messo mandatomi da Verona, heri partito ad hore 21, mi à afirmato eh’ el Cariati hebbe letere ad hore 15 di questo acordo, et che francesi erano intrali in Milano et fuzito il Ducha in rocha. Dice prceterea, che sono in Verona in-trati questa septimana 400 fanti hyspani, 1000 del contà de Tirolo et 600 alemani che erano nel campo hyspano, et Marco Antonio Colona con 70 in 80 lanze et 60 cavali lezieri, oltra il capitanio Zu-charo, el Zaffa et el Calderaro. El campo hyspano alozato questa nocte a la volta de Mantoana, dovea andar a Brexa. A Verona si fevano bastioni et se fortificava la terra a furia. De qui siamo sta ben visti et visitati de refrescamenti et viduarie da la excellentia del Ducha. Domatina si levamo per Hostilia. È da saper, ozi a Gran Consejo, il canzelicr gran-do, de ordene del Principe, persuase tutti quelli hanno promesso prestar voluntarie danari, li vo-glino andar a portar a li Camerlenghi per suplir li bisogni di la guerra, adesso ch’el Chrislianissimo re è di qua da monti et semo propinqui a la recuperatimi del Stado nostro. (1) La carta 10* è bianca.