MDXY'j MARZO. 74 In questo zorno, vezilia di Nostra Dona, a ve-sporo comenzò il perdon a la Noncià, over Santa Lucia, di colpa e di pena, auto da queslo Ponlefice; finisse dornan. Etiam fo il perdon di colpa e di pena in la chiesia di San Rocho e Santa Malgarita, ut supra ; et perchè doman è la Madona, e per esser Domenega, non si poi far oficio, fo terminato per il patriarcha e fato far cride, che in loco di doman, Luni, a di 26, si fazi il zorno di la Nostra Dona. A dì 25, Domenega. Meseno banco do galie bastarde: sier Polo Justinian vestilo di scarlato, e sier Yetor di Garzoni qu. sier Marin procurator. Da novo, di letere, nulla da conto ; di Padoa i nimici a l’usato. Da poi disnar, fo Colegio di Savii reduto poi ve-sporo, et a San Hironimo predicbò.il fratino di anni . . ; vi fu assa’ persone. 39 A dì 26, la matina, Luni, zorno ordinato a vardar e far la festa di la Anonciation di Nostra Dona. La malina, la Signoria fu a messa in chiexia di • San Marco, de more: sier Piero Lion vicedoxe e li oratori, Franza, Hongaria et Ferrara et pochi patrici, perchè il Doxe, per non poter caminar non vi andò. Dii capitanio generai letere, di eri sera, da Padoa, et manda una letera ha auta di Mercurio Bua, qual era a Ronché, andato con alcuni cavali di slratioti verso Verona. Li scrive aver fato una imboscata a Montorio di stratioti, et andati fino soto Verona, dove i nimici fabbricano e atendeno a fortifi-charla. Era il conte di Chariati, domino Zuan Bapti-sta Spinello, di fuora, et poco mancò non fusse preso per li nostri stratioti, et si buio in certa fossa e salvossi. Fo preso zercha 6 spagnoli, et examinati, dicono il viceré si dia levar dii Polesene e venir verso Verona, dove dieno venir 2500 todeschi a custodia di quella terra, e poi spagnoli si leverano et an-deratìo in Lombardia per esser fama francesi viene-uo. Item, scrive altri avisi à dito capitanio zeneral, che i nimici voleno far uno arsalto a Treviso etc. Da poi disnar, a San Marco, predicò maestro Gasparo da Perosa di l’bordine di Predicatori, predica a San Zane Polo. Fe’ sotil predicha e pochissimi l’intese; non vi fu il Principe, ma la Signoria, vicedoxe sier Piero Lion el consier con li oratori, ut supra. 39 * A dì 27, in Colegio, fo letere di Padoa, dii capitanio generai. Come à aviso, per uno spagnol preso, che si leverano i nimici dii Polesene e voleno andar a campo a Treviso. Scrive il capitanio, la Signoria non si dubiti di Padoa di nulla si li venisse (ulta Spagna a campo ; alende a far lavorar e forti- ficar, e si mandi danari per le zente; et di la cossa di la Mota, vi farà provisione, over Uderzo. Di Maran, di sier Nicolò Vendramìn qu. sier Zacaria, date a Latisana a dì 25. Come, havendo persentido che quelli di Maran ussivano fuora a certa Nostra Dona de...... terminò con quelli fanti è lì a Latisana di prenderli ; e posti in arguaito con barche, andono et trovono i nimici, et quelli di Maran, zoè la barca longa, et 10 altre picole fono a le man e le preseno. Hor par, volendo condurle a Latisana, venisseno boemi fuora a certo passo, dove dite barche nostre con le prese passavano e recuperano la preda. Il che inteso el contestabele nostro ... terminò ritornar con le barche a questi, e iterum prese la dita barca longa et amazati.... boemi et barche prese e sfondate, ita che la barca longa l’hanno conduta in Latisana etc. Era in Maran da 80 homeni boemi e non più. Noto. Se intese, Julio Manfron condutier nostro di cavali..., fiol dii magnifico Zuan Paulo con-dutier nostro veehio, et questo era alozato sotto Uderzo in certa villa, et havendo fato sforza a una di lì con alcuni soi et usato termini bestiali, inteso questo per querele scrite a li Cai di X, fo scrito al capitanio zeneral provedesse; el qual capitanio, volendo aver questo e li compagni in le mano, inteso, dito Julio fuzite a Mantoa et insieme con lui Emilio Cavriana. Et poi a Padoa fu preso uno Antonio Trapolin, fo fiol di missier Piero dotor, era soldato con ditto Julio, et posto a la corda per il capitanio zeneral, confessoe, et fato il processo, si dice lo farà apicar. In questa matina, sier Domenego Lion sopra-comito si partì et fo expedito, ma per tempo non potè levarsi di Lio ; tamen tutte le zurme è in galia, et si partì a dì... Da poi disnar, fo Pregadi, et a nona vene uno 40 coi ier di Roma, con letere di Vorator nostro, di 2i. Di coloqui auti col Papa, qual par dica non esser in la liga de i nimici, et s’il re di Franza venisse in Italia, faria dimostration, ma vede ch’el non porà vegnir; et è sta mal fato a non aver acetà il partido. Item, il signor Renzo è stalo a Roma dal Papa, incognito; qual li ha fato, come el dice, oplima riera, et fato diversi coloquii, el voleva el rilornase una altra volta a parlarli. El qual signor Renzo è slà amalato et si ha lato trar sangue, et si partì; va a’ soi castelli, e sarà per la Domenica di l’Olivo, a dì primo, a Venecia, a continuarlistipendii di la Signoria nostra. Dice, s’il stesse do mexi a Roma, li basteria l’animo far voltar il Papa et esser con nui.