503 MDXV, AGOSTO. 504 senza le quali non si po’ fare; ce sono etiam li bo-vari, che per negligentia de li rectori, pace eorum dixerim, de Padua, de Treviso et de Udene, se con-vien pagar de li danari de Vostra Illustrissima Signoria ; ce sono demum li fanti novi, che se hanno a far fin al suplimento de 700, secondo che Vostra Celsitudine mi ha promesso; la quale prego con 303 * ¡stantia se degni atendermi a la promessa et non differir più. Ne haveva fatti inlertenir alcuni per re-melterli ; ma dapoi che hanno veduto lo slratio che se fa a la fantaria in darli el stipendio suo, se ne sono andati, et peggio è che etiam molti de li pagati se ne vanno, vedendo che sono pur ancora pro-tracli a li 50 et più giorni ; eco il sparagno consueto de Vostra Sublimità. Se haveva un poco raquistato il credito, et hora cominciamo de novo a perderlo; per lo amor de Dio voglia quella advertir a tanto inconveniente et non butti il ducato per sparagnar il soldo. Intendo che la Vostra Excellentia ogni giorno fa nova provisione de trovar denari per lo exercito; ma che mi giova se non sono mandati, o se veranno dopo pasto ? Proveda Vostra Serenità in tempo, et iterum proveda avanti che li fanti se ne vadano. Hora in molti lochi se dà denari, et maxime a Ge-nua, come sa la Inclita Signoria vostra ; et li fanti sono pagati se tengono con dificultà a questi tempi; pensi mò quella come ce staranno non essendo pagati. Però torno a pregarla et exortarla a mandar subito, subito, bona suma de denari; a l’ora la strata è secura, et ponno venir per la dirila et per la breve senza alcun suspecto. Non creda anche Vostra Sublimità ch’el denaro suo sia butato o magnato ; dico ben questo, et chiedone venia, che Dio volesse el non fusse più magnato a Venecia che qui in'campo, et satis. Hora che siamo nel fiorir, Vostra Celsitudine non manchi, per la reverentia de Dio non manchi, che a questa stagione non potria esser maggior manchamento de questo e de magior importanza. Dovemo accrescer et non diminuirle forze, se volemo non modo coadjuvarela comune impresa, ma etiam confirmare il Re Christianissimo ne la bona dispositione sua. Io voleva scrivere de mano mia; ma da poi mi son pentito, perchè non mi ha-veria potuto contenir che non scrivesse cose a la Serenissima Signoria Vostra che la fariano tremar dal capo a le piante ; nè li haveria potuto tacer per la deditissima servitù mia verso questo inclito Stato ; et de hoc quoque satis. Li panni per li condutieri non sono stati ancora expediti ; il che certo mi fa tanto turbar ne l’animo che sento gran cordoglio, parendomi che Vostra Sublimità burli et a li condutieri et a me ad un tratto. 304 Almeno si risolvesse non li voler dare più presto che tenir li nuncii loro in Venetia con spesa già tanti giorni ; et così la prego voglia far ogni modo. Lei si cura poco se le genti sue parerano tanti cin-gani apresso le francese. Li inimici, come ho ditto, sono passati de qua da l’Adice, et per quanto referiscono li exploratori nostri, hanno preso il camino verso Tomba de sotto, et hanno disfato il ponte. Altro progresso fin hora non intendemo, ma presto lo saperemo, et la Sublimità Vostra ne sarà advisata. Nui per 3 o 4 giorni dimoraremo qui per veder che via faranno, et justa li andamenti loro ne governeremo. Interim la Celsitudine Vostra proveda al pagamento et al bisogno supraditto et non perda tempo, perchè se più presto ne bisognasse mover, più presto ne moverimo. Gran vergogna et gran perdita de reputatione saria la nostra quando per difeto de denari non potessemo levar campo; dico appresso la Christianissirna Maestà, che de altri non facio hora conto. Grafie eie. Ex castris ad Abbati ani, 12 Augusti 1515, hore 24. Et fo terminato in Colegio mandarli ducati quel più si pò, et ordinato a sier Zacaria Dolfin e sier Luca Trun cassieri di Colegio ne mandino questa sera, et fo manda ducati 3000. Da poi disnar, fo chiamà Pregadi per far prove-dador zeneral in campo, dimandato per sier Andrea Griti procurator savio dii Consejo, qual solo messe di far, et fo preso ; et leto le predilte letere dii ca-pitanio zeneral, et quelle di Cologna e di Vicenza, ita che certo si fo i nimici eri passono l’Adige. Fu fato scurtinio dii provedador zeneral in campo, e rimase sier Zorzi Emo savio dii Consejo, et aceto aliegramente senza rispeto, et voi andar al presente, licet più volte l’habi refudato, come apar in la historia mia. Fu posto poi alcune parte. Per sier Piero Alvise Barbaro, sier Sebastian Querini e sier Lunardo Zan-tani Cai di XL, do parte : una, certo ordine che li Cai di XL criminal e zivil siano sopra i Avogadori, ut in parte, la qual si à meter a Gran Consejo; e fo presa. Item, messeno che li Avogadori non si puossi tuor zoso di le loro intromission, ut in parte, et posta tuto in la prima parte. Fu posto, per li diti, che le termenation di Con-sieri, de ccetero sieno a bosoli e balote e habi 4, et non havendo il numero, siano balotà in quel Colegio